Randagi, altro cane malato salvato da volontari «Il Comune non può ancora lavarsene le mani»

Per almeno tre giorni sarebbe stato immobilizzato in un angolo all’interno del parco Gioeni, forse ferito o forse malato, senza mangiare e senza bere. Finché venerdì mattina, finalmente, il canile privato Porziuncola è intervenuto gratuitamente e volontariamente per non lasciare quel cagnolino morire. «Abbiamo ricevuto la segnalazione dalla nostra amica ed ex volontaria Stella Cimino, disperata perché il cane, secondo diverse testimonianze dei cittadini, si trovava al parco Gioeni già da due giorni», spiega Irene Rizza, avvocata dell’associazione animalista L’altra zampa, che si è subito mobilitata per contattare i vigili urbani. La polizia municipale, dopo diversi solleciti, avrebbe chiamato i soccorsi. Ma l’intervento ottenuto non sarebbe stato quello sperato. Come nel caso della cagnetta malata di tumore e salvata dai volontari di Teg4friends, il motivo sarebbe sempre lo stesso: la mancanza di fondi comunali da destinare al soccorso degli animali. Come anche lasciato intendere alla legale dall’ufficio Ecologia. Contattati da MeridioNews, i tecnici municipali hanno spiegato che risponderanno nella giornata di lunedì.

«È una questione molto grave – sostiene Rizza – Perché garantire il soccorso agli animali è un obbligo di legge. Abbiamo contattato l’Asp che ha svolto egregiamente il suo dovere, richiedendo subito il ricovero del cane. Cosa che non può avvenire se un’associazione non si fa carico dell’animale portandola in sede». Cosa avvenuta ieri grazie all’intervento della Porziuncola. «Noi siamo un’associazione e siamo organizzati, ma ci domandiamo come un singolo cittadino possa affrontare una situazione di questo genere da solo». Da questo deriva la denuncia che Irene Rizza avrebbe formulato alle autorità competenti. «I cittadini e le associazioni non possono più vedere morire gli animali per strada».

Venerdì mattina, il cane è stato portato all’Asp dove è stato accertato che ha bisogno di un ricovero. Così la legale ha contattato il Comune per avere le autorizzazioni necessarie a procedere, sperando di ottenere il via libera. «Se il cane avesse bisogno di un intervento bisognerebbe attendere istruzioni da Palazzo degli elefanti. Poi dovrebbe essere anche microchippato a nome del Comune». Come dovrebbe avvenire per tutti i cani randagi sul territorio, che la legge stabilisce essere responsabilità del sindaco. «La nostra associazione, insieme alla struttura, si farà carico di salvare la vita al cane, perché lasciarlo morire è impensabile per chi ama gli animali, impensabile per un onesto cittadino che paga le tasse, impensabile in un ordinamento civile. Ci battiamo sempre affinché siano le istituzioni a tutelare gli animali e a rispettare le leggi, perché deve essere così».


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