Beni confiscati, due case assegnate ai senzatetto In via Testulla un’abitazione era già stata occupata

Una goccia nel mare del disagio e del bisogno della città. Dentro ci potranno vivere cinque o sei persone. È il segnale che vuole lanciare il Comune di Catania da via Testulla, quartiere San Cristoforo, a poca distanza da via della Concordia. Due delle case terrane lungo la viuzza appartenevano alla criminalità organizzata e oggi, anni dopo la confisca, trovano una nuova vita. La direzione Politiche sociali ha affidato i due appartamenti, ai civici 126 e 132, a tre enti no profit con l’obiettivo di portarci a vivere alcuni fortunati senzatetto di Catania. La prima abitazione viene aperta ai giornalisti, la seconda – facciata bianca e due stanze al piano terra, da cui si accede tramite una scaletta – rimane chiusa. 

«Le visitiamo oggi per la prima volta, penso si prestino per ospitare persone che non hanno “scelto” la strada, casi di bisognosi che possano adattarsi rapidamente al ritorno fra le mura di una casa come padri separati o piccoli nuclei familiari», dice Dino Barbarossa della Fondazione Èbbene. I beni confiscati di via Testulla sono stati consegnati a questo ente, alla Croce Rossa e all’associazione Accoglienza e Solidarietà. Davanti alle case, però, ad attendere l’arrivo del sindaco Salvo Pogliese non ci sono soltanto gli addetti ai lavori. Una famiglia, appena finita la ristrutturazione, aveva già occupato l’immobile al numero 126 – due stanze al piano terra e due al piano rialzato, più servizi – e adesso chiede al Comune una nuova sistemazione. «Li aiuteremo, abbiamo già fissato un colloquio – spiega Barbarossa – e dato che percepiscono il reddito di cittadinanza potranno avere anche il sostegno per l’affitto».

In pratica dovunque ti giri, a Catania, spunta gente in cerca di casa. «Questa è un’emergenza che la città non ha mai vissuto così gravemente come oggi», ricorda il primo cittadino. Al suo arrivo via Testulla viene chiusa al traffico mentre lui va subito ad intrattenersi con gli ormai ex occupanti. L’anno scorso, in piena estate, l’amministrazione emanò la discussa ordinanza anti-bivacco promettendo, in parallelo, di destinare sei immobili ai clochard catanesi con la mediazione delle associazioni di volontariato . «Entro il 31 luglio consegneremo altre due case – promette Pogliese – e poi, grazie ai finanziamenti del Pon metro, ne ristruttureremo nel complesso una quarantina fra cui sicuramente quello di Cerza (in via Cefaly, ndr)». 

«I tempi si sono allungati, è vero, ma perché siamo in dissesto e abbiamo le casse comunali vuote», aggiunge l’assessore ai Servizi sociali Giuseppe Lombardo. Senza soldi le ristrutturazioni sono andate assai a rilento. «Tuttavia abbiamo mantenuto l’impegno e oggi diamo alle associazioni un presidio non solo di legalità ma anche di solidarietà». L’emergenza freddo – «a cui abbiamo comunque dato una risposta positiva» – intanto è passata. Oggi il termometro segna 38 gradi a San Cristoforo: «Anche l’emergenza caldo va tenuta in considerazione, come l’inverno, e noi la stiamo affrontando al meglio», conclude Lombardo.


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