Nasce il Sicomoro, l’aula studio per i più bisognosi «Spazio di confronto e socializzazione per la città»

È veramente instancabile quando si parla di promozione della dignità dell’uomo, protezione dei poveri e decoro dei luoghi. Valori indispensabili per padre Mario Sirica, missionario vincenziano direttore della Locanda del samaritano e dei dormitori maschili e femminili a essa collegati, che ha appena inaugurato Sicomoro, l’aula studio di via Sant’Elena, a Catania, data in comodato d’uso dall’azienda ospedaliera universitaria Policlinico-Vittorio Emanuele. «Tutto questo è possibile grazie al sostegno dei catanesi – dice a MeridioNews – se mi sentissi emarginato, isolato e solo, potrei fare ben poco oltre alle parole. Il fatto che invece molte persone ci vogliono bene e investono nei nostri sogni e nei nostri progetti rende possibile concretizzarli».

Mentre i dormitori sono attivi solo di notte, la locanda è una casa di accoglienza ventiquattr’ore su ventiquattro. E se prima gli ospiti erano principalmente migranti, oggi più della metà sono italiani, tra cui tanti giovani. «In questi anni ho potuto constatare il desiderio dei migranti di frequentare la scuola per integrarsi e imparare l’italiano e dei giovani italiani di darsi da fare, trovando un lavoretto o uno stage. E focalizzando la mia attenzione su di loro mi sono reso conto del fatto che mancava all’interno della nostra struttura uno spazio per socializzare». Così è nata l’aula studio appena inaugurata, che sarà anche la sede del giornale dei senza fissa dimora di TelestradaPress– a tal proposito ben accetta sarebbe la donazione di computer da mettere a disposizione dei giornalisti – e biblioteca sociale dove chiunque può prendere o lasciare dei libri.

«Questo spazio servirà ai migranti che in questo momento frequentano la scuola media e agli italiani che hanno fatto la maturità quest’anno, che finalmente avranno un luogo dove possono studiare e avere una propria postazione». Ma non solo. «Quando passerà la bufera dell’università – aggiunge Padre Mario – vorrei parlare col Rettore per rendere l’aula studio un luogo di incontro tra gli universitari catanesi e i nostri ragazzi, per favorire lo scambio di opinioni e il confronto, indispensabili per superare i pregiudizi». Per questo l’aula è stata battezzata Sicomoro, come l’albero dove salì Zaccheo, disonesto esattore delle tasse che nel Vangelo, dopo aver incrociato lo sguardo di Gesù, cambiò vita dedicandosi alla carità.

Ma l’entusiasmo di padre Mario, lo abbiamo detto, è inarrestabile. E così racconta anche del progetto della Cittadella della carità, di cui l’aula studio rappresenta il secondo passo e che consiste nel disseminare il quartiere di via Montervergine, attorno alla locanda, di postazioni di legalità e sostegno. «Per realizzarle non erano più sufficienti le donazioni e così abbiamo costituito un gruppo di lavoro che ci sostiene: l’associazione Mediterraneo Sicilia Europa onlus che si occupa della progettazione sociale e di trovare fondi e lo studio di architettura ModusLab – Claudio Torrisi, Erika Drago e Luciano Serra – che sta lavorando sulla struttura gratuitamente».

Non hanno convenzioni o vincoli con nessun ente pubblico alla Locanda, vengono finanziati in parte dall’otto per mille della Chiesa e per il resto attraverso donazioni private e attività di beneficenza come cene ed eventi. «Cerco di dare una risposta a tutte le persone che non hanno nessuna tutela da parte dello Stato, perché non rientrano in determinate categorie considerate protette».


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