Palasport Acireale, dopo 30 anni ritorna al Comune Per il futuro ipotesi bando ma resta nodo del debito

Che fine farà il Palasport di Acireale? La domanda è d’obbligo considerato che il 18 luglio il curatore fallimentare consegnerà le chiavi del palazzetto al Comune di Acireale, che diventerà a tutti gli effetti proprietario della struttura. Questo è solo l’ultimo capitolo di una vicenda durata decenni, da quando alla fine degli anni Ottanta il Comune affida per trent’anni il terreno dove sorgerà la struttura, che negli anni ha accolto eventi sportivi e concerti, alla Pallavolo Catania. La società sportiva costruisce il palazzetto tramite i fondi dell’Irfis, ma dall’affidamento al 2002, anno del suo fallimento, buona parte del mutuo concesso non è stato pagato, generando un debito che fino a oggi ammonta a otto milioni di euro

Dal 1998 a gestire il palazzetto è stata la Multisport, mentre, dopo il fallimento della Pallavolo Catania, gli aspetti economici e giuridici sono passati al curatore fallimentare. Debiti a cui si aggiunge un milione di euro contestato dalla Multisport per spese straordinarie sostenute. Oggi, scaduti i trent’anni, il Comune torna a essere possessore della struttura, ma anche di tutti i debiti non coperti durante la gestione precedente. Nel tentativo di ripianare le morosità passate, l’amministrazione ha individuato la soluzione nella stipula di un bando destinato ai privati che vorranno gestirlo: «Dopo giovedì stabiliremo le condizioni, ma prima dovrà essere fatto un sopralluogo della struttura e quantificare eventuali danni – afferma il sindaco Stefano Alì a MeridioNews -. Oltre al bando è in corso un dialogo con Irfis per stabilire le modalità di pagamento, che potranno essere fissate in 100mila euro annui. A ciò non abbiamo considerato gli incassi che avremo in futuro dalla gestione». Il prossimo incontro con Irfis è fissato a settembre.

Gli annunci del sindaco Alì sono già circolati da giorni in città, arrivando fino ai tavoli dei promoter che in questi anni hanno organizzato i concerti all’interno del Palasport acese. E se le organizzazioni rappresentate da Sebastiano La Ferlita e Carmelo Costa guardano con positività al bando, dichiarando di essere disposti a partecipare anche per eventuali idee o iniziative, di diverso parere è Giuseppe Rapisarda, che per vent’anni ha promosso buona parte dei concerti al Palasport. Rapisarda, appresa la notizia del bando, stamane ha convocato una conferenza stampa per spiegare le sue perplessità sul futuro della struttura e sui prossimi eventi, come i concerti di Coez, Moro e Mengoni, che aveva già programmato all’interno del Palasport. «Chiedo al Comune che ci dia garanzie sugli eventi che abbiamo programmato: che fine faranno? Da qui a quando verrà stipulato l’accordo chi si occuperà di gestire la struttura, verrà garantito un sistema di sorveglianza? Inoltre, il Comune ha già pagato l’assicurazione?», chiede Rapisarda. Quesiti in relazione ai quali il sindaco chiede di attendere giorno 18: «Ho dato mandato agli uffici di stabilire le garanzie offre la struttura – risponde -. Stiamo predisponendo un bando per la videosorveglianza. Successivamente ci confronteremo con il curatore fallimentare e avremo contezza dei soldi versati da Multisport e quante rate del mutuo sono state coperte: ma prima di fare questo dobbiamo entrare in possesso del bene».

Dal 2013 vige sulla Multisport l’ombra dello sfratto da parte della curatela, che però non si è mai concretizzato. Fino al 2017, quando la società ha operato all’interno con il pagamento dell’indennità di occupazione .«Per rimanere nel palazzetto in tutti questi anni abbiamo pagato un canone annuo di settantamila euro. Nonostante questo siamo stati calunniati: ci hanno accusato di non aver pagato il canone e non è vero – afferma – Abbiamo pagato anche acqua e luce». Rapisarda fa riferimento poi al credito vantato nei confronti della curatela per spese sostenute durante la gestione: «C’è un’ordinanza da parte del magistrato del tribunale di Acireale che notifica un milione di euro a nostro favore. Spese per cui siamo ricorsi in appello in tribunale – conclude -. Soldi che prima abbiamo chiesto alla curatela, e che ora chiederemo al Comune. Lo denunceremo per indebito arricchimento, visto che noi tutti abbiamo gestito e mantenuto il Palasport».


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