Catania-Ragusa, sindaci consegnano fasce per protesta «Senza novità al Cipe, vedrete un Musumeci diverso»

«Se dopo la prossima riunione non ci saranno novità, conoscerete un Musumeci diverso». Il presidente della Regione assicura di essere pronto a battagliare a fianco dei sindaci dei Comuni interessati alla realizzazione dell’autostrada Catania-Ragusa.

Il progetto rischia di diventare un’incompiuta ancor prima di allestire i cantieri e proprio per questo motivo, stamattina, diversi primi cittadini hanno incontrato Musumeci a Catania per consegnargli simbolicamente le fasce e chiedergli di farsi alfiere delle istanze che arrivano dai territori. «Da anni i sindaci manifestano inquietudine per la procedura che dovrebbe portare al finanziamento dell’opera – ha detto il presidente davanti ai giornalisti -. È una vicenda quasi farsesca. I governi precedenti avevano sposato l’idea di una realizzazione in project financing, con la compartecipazione del pubblico e del privato, mentre l’attuale ha detto di voler puntare a un progetto totalmente pubblico, senza però fare chiarezza sui tempi».

Lo stallo, d’altronde, va avanti da mesi. A dicembre sia il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli che la responsabile del dicastero al Mezzogiorno Barbara Lezzi avevano annunciato di aver trovato un accordo col concessionario privato – la società Sarc – per realizzare l’opera. Poi però non si è più saputo nulla. «Non esiste un cronoprogramma e la vicenda è attorniata dal mistero – ha proseguito Musumeci -. Ciò suona come una beffa, ma comporta anche un danno economico per l’Isola». Il governatore tuttavia chiede un ennesimo atto di pazienza ai sindaci. «Ieri ho incontrato i concessionari e mi hanno detto che il governo sarebbe in procinto di fare un’offerta. Nella prossima riunione del Cipe (il comitato interministeriale per la programmazione economica, ndr) potrebbero esserci novità. Dovrebbe riunirsi già la prossima settimana, speriamo bene. Ma se anche questa volta si dovesse rimandare tutto, metteremo in campo un altro tipo di protesta, che non darà certamente lustro a questo governo che finora si è mostrato incapace di prendere una posizione». 

Musumeci una volta di più ha ribadito la disponibilità della Regione a qualsiasi soluzione: «Che ci sia la partecipazione del privato o che lo Stato voglia assumersi l’intero onere a noi va bene, l’importante è che i cantieri partano il prima possibile. Ne vale anche della vita delle persone, i numeri dei morti sulle strade che oggi collegano Catania a Ragusa – conclude – sono sotto gli occhi di tutti».

A prendere la parola è stato anche il sindaco di Carlentini Giuseppe Stefio. «Per noi l’autostrada significherebbe uscire dall’isolamento, oggi viaggiamo su una trazzera – attacca il primo cittadino del centro in provincia di Siracusa -. Pare che ci siano burocrati che hanno messo in discussione la sostenibilità sociale del progetto. Io vorrei chiedere a queste persone quanto valutano la vita di una persona». Presenti oltre a Stefio, il sindaco della Città metropolitana di Catania Salvo Pogliese, Giovanni Verga (Licodia Eubea), Vito Cortese (Vizzini), Saverio Bosco (Lentini), Giuseppe Cassì (Ragusa), e l’assessore Giuseppe Vinci in rappresentanza del Comune di Francofonte. «Vogliamo sapere i nomi di chi si oppone al progetto – prosegue Stefio -. Finora ci sono state chiuse le porte, come se non avessimo diritto a essere coinvolti. Dalle informazioni che abbiamo posso dire – rivela il sindaco di Carlentini – che la trattativa tra governo nazionale e concessionario si è arenata. Alla prossima riunione del Cipe non accadrà nulla, prenderanno altro tempo».

Come detto il progetto della Catania-Ragusa appartiene alla Sarc, società tra i cui soci figura anche Vito Bonsignore, uno dei protagonisti della scena politica in era Dc e anche imprenditore. L’ingresso in scena della Sarc risale all’inizio degli anni Duemila, quando mette sul piatto la possibilità di realizzare tramite progetto di finanza tre autostrade e divenirne concessionaria. Tra esse anche la Ragusa-Catania. Da allora, però, i passi avanti sono stati compiuti soltanto a livello progettuale. A non quadrare, inoltre, sarebbe anche l’aspetto riguardante il pedaggio: il piano iniziale prevedeva un costo per l’utente di 20 euro a tratta. Cifre fuori mercato, specialmente al Sud, che la Regione si è detta disposta a fare in modo vengano dimezzate. «È importante costruire un’autostrada strategica, ma non possiamo correre il rischio che poi nessuno la usi», ha detto qualche mese fa l’assessore regionale Marco Falcone. 

Questi ragionamenti, però, sono stati accantonati nel momento in cui il governo a guida Movimento 5 stelle e Lega ha detto di non voler andare avanti con il project-financing, e puntare ad acquisire il progetto da Sarc, per poi realizzare l’autostrada con fondi interamente pubblici. Ciò chiaramente comporterebbe un impegno finanziario ancora maggiore, ma soprattutto la necessità di convincere Sarc a vendere il progetto. Obiettivo quest’ultimo che in molti non giudicano facile da raggiungere: il privato potrebbe infatti rigettare le proposte economiche dello Stato e, in ultima istanza, fare causa cercando di farsi riconoscere il diritto alla realizzazione della Catania-Ragusa.  


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