Lega, nel partito la scalata dei Lipera scatena malumori A breve nomina del commissario per la città di Catania

Le ferie trasformate in campagna elettorale perenne fanno tappa anche a Catania. Matteo Salvini tornerà nel fine settimana nel capoluogo dove, però, il suo partito sembra trovarsi ancora nel guado. Da una parte la messe sempre più ingente di voti verso la nuova Lega sovranista, dinamica che nella provincia etnea equivale finora al 20 per cento e più delle ultime Europee. Una crescita netta, sulle ceneri della figuraccia da 1,6 per cento delle ultime Amministrative. Nel frattempo tutto è cambiato. Di mezzo c’è stato pure il governo gialloverde che, come ricorda appena può il sindaco Salvo Pogliese, ha «salvato» il Comune in dissesto, medaglia che si contendono salviniani e Movimento 5 stelle. Dall’altro lato, però, c’è il magma di un partito la cui classe dirigente locale rimane un calco degli albori di Noi con Salvini e dei primi approcci leghisti con la Sicilia.

L’assessore catanese Fabio Cantarella, dopo il calice amaro dell’esclusione dalle Europee, è rimasto in sella come luogotenente del Carroccio assieme a un altro deluso, il palermitano Igor Gelarda. Per il resto il panorama etneo-leghista, dai vertici ai circoli, pare essere rimasto ancorato alla fase transitoria delle prime nomine e del reclutamento di fine 2018, senza particolari sussulti o le ampie adesioni che qualcuno si auspica. Lo stesso primo cittadino Pogliese, a seguito dell’uscita da Forza Italia, in effetti una discussione con la Lega l’aveva intavolata, ma dopo vari abboccamenti con il commissario Stefano Candiani, l’ex azzurro ha virato su Fratelli d’Italia. Segnali di vitalità arrivano invece dall’area di Anastasio Carrà, il primo cittadino di Motta Sant’Anastasia riconfermato ad aprile come unico sindaco leghista dell’Isola. Appare saldo l’asse fra il carabiniere salviniano, nominato da poco commissario provinciale, e la famiglia Lipera. L’avvocato Piero Lipera, regista della convergenza fra salviniani e Pd ad Aci Castello – è uno degli assessori freschi d’incarico a Motta. 

E proprio sull’onda del protagonismo dell’ala Carrà, un altro esponente del gruppo sarebbe pronto al salto di qualità. Ovvero Alessandro Lipera, fratello di Piero, a fine 2018 nominato dal vicesegretario Andrea Crippa responsabile dei giovani leghisti per la Sicilia orientale, sarebbe il favorito per la casella di commissario del partito a Catania città. Una nomina data per imminente, a cui però aspiravano in tanti. Le carte in regola, secondo alcune voci, le avrebbe ad esempio uno dei pochi salviniani catanesi a ricoprire un incarico elettivo: Alfio Allegra, ex autonomista, ex sammartiniano, dall’anno scorso presidente della sesta circoscrizione catanese. Dalla sua non solo una dote importante di preferenze, ma anche per la simpatia del fronte dei circoli territoriali della Lega. Anima diversa dall’ala Cantarella-Carrà-Lipera, le cui inquietudini restano confinate nelle stanze del partito-monolite salviniano: «In Lega i panni sporchi si lavano in casa», ripetono tutti. 

Ecco che allora nessuno si sbilancia. Le opinioni circolano, eccome, ma prima dell’effettivo concretizzarsi della scelta di Lipera (classe 1994) – «troppo giovane e fin troppo spinto dai suoi», dice qualcuno – tutti resteranno alla finestra. L’indicazione da sottoporre al vaglio finale del leader Salvini arriverà, come da aprile 2018 a questa parte, dal commissario Stefano Candiani. 

Riceviamo e pubblichiamo da Alfio Allegra, presidente sesta circoscrizione Catania: 
Volevo precisare che conosco Luca Sammartino come amico ma non sono mai stato politicamente vicino a lui. Ringrazio le persone che mi stimano, ma sono un uomo di partito e di nomine e altre questioni ne discuto all’interno del partito.


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