Catania-Ragusa, i sindaci non credono a Toninelli «Ci prende per i fondelli, dica dove troverà i soldi»

«Quali sono le garanzie che danno al popolo siciliano? Siamo stufi di essere presi per i fondelli». Quando, la sera del 25 luglio, il ministro Danilo Toninelli ha dato l’ok all’avvio della diretta Facebook, per annunciare di avere trovato l’accordo per trasferire nelle mani statali la realizzazione dell’autostrada Catania-Ragusa, con molta probabilità si sarebbe atteso ben altro tipo di reazioni. 

Aspettative in un certo senso comprensibili, avrà pensato il titolare del dicastero alle Infrastrutture, specialmente se si considera la promessa secondo cui nessun automobilista pagherà mai il pedaggio. Toninelli, infatti, ha rimarcato come il progetto di finanza per cui la Sarcla società della famiglia Bonsignore che possiede il progetto esecutivo e il diritto a costruire l’opera, avrebbe previsto costi per gli utenti insostenibili. Fino a dieci euro a tratta

Tuttavia, a distanza di quasi tre settimane, a prendere la parola sono i sindaci del territorio. Gli stessi che, pochi giorni prima del 25 luglio, si erano detti pronti a consegnare le fasce di primi cittadini al presidente della Regione Nello Musumeci. La loro posizione, nel frattempo, non si è per nulla ammorbidita, tutt’altro. «Come abbiamo detto allora, noi non parteggiamo per una soluzione specifica, ma non ci stiamo più a sorbirci annunci privi di spiegazioni – dichiara Giuseppe Stefio, sindaco di Carlentini e in prima linea nella protesta -. La realtà è che, a oggi, tutto fa pensare che la decisione di Toninelli porterà solo ad allungare i tempi e forse a vanificare la stessa realizzazione dell’opera».

A preoccupare Stefio e i colleghi non è solo il mutamento dello scenario politico nazionale, con la rottura tra Lega e Movimento 5 stelle, ma anche i contorni di una strategia che resta pressoché oscura. A partire dai costi che lo Stato dovrà sostenere per cambiare il corso delle cose e finanziare interamente con propri fondi l’autostrada. «Avremmo dovuto incontrare ieri Toninelli su sua iniziativa, ma venerdì la visita è stata annullata perché evidentemente al momento a Roma ci sono altre preoccupazioni – continua Stefio -. Il nostro timore rimane però fermo. Entro il 30 aprile si dovrebbe stabilire quanto lo Stato dovrà sborsare per acquisire i progetti di Sarc, senza contare che poi bisognerà trovare di anno in anno nelle leggi finanziarie le risorse per portare avanti un’opera che rischia di vedere la luce non prima di dieci anni, se tutto va bene».

Per il sindaco le criticità sono tante, troppe. «Ci si è intestarditi a volerr abbandonare il certo per l’incerto. Stando agli accordi iniziali – spiega Stefio – dalla delibera del Cipe (il comitato interministeriale per la programmazione economica, ndrla ditta avrebbe avuto quattro mesi di tempo per iniziare i lavori e 46 per consegnare l’opera. Adesso, invece, ci troviamo ad attendere almeno otto mesi per poi sperare si verifichino una serie di condizioni, a partire dalla creazione di una società di scopo o l’affidamento della realizzazione all’Anas». Il tutto senza contare eventuali intoppi derivanti da contenziosi o ricorsi. «Ma c’è anche la Corte dei Conti che potrebbe obiettare sulla liceità di un’azione in cui lo Stato acquista un progetto che ha già compiuto un preciso iter procedurale», aggiunge Stefio. 

Il nodo più intricato resta quello economico. Quanto costerà realizzare l’autostrada nel momento in cui l’intero peso ricade sulle finanze pubbliche? «Questa sarà una sorpresa per tutti, visto che finora nessuno si è espresso nonostante i proclami – va avanti il primo cittadino del centro siracusano -. Il ministro non ha detto ancora che lo Stato così facendo sta rinunciando ai 650 milioni che il privato avrebbe dovuto versare nell’arco della concessione quarantennale. Quanti miliardi dovrebbe costare quest’opera?» 

La posizione dei sindaci è netta anche sulla questione pedaggio. «Ho sentito il ministro dire che sarebbe costato fino a 15 euro, ma non è vero – replica a distanza Stefio -. Gli ultimi contatti avevano portato alla previsione di una cifra di 5,80 euro, grazie all’impegno della Regione a devolvere il gettito fiscale derivante dal trasferimento in Sicilia della sede legale di Sarc. Ma il pedaggio si sarebbe potuto abbattere ulteriormente attingendo dal canone che la società privata avrebbe dovuto devolvere ogni anno ad Anas».

Tramontato l’incontro di ieri, i sindaci hanno annunciato per la prossima settimana una conferenza stampa. «Se a dicembre, quando i ministri Toninelli e Lezzi hanno assicurato che tutto era pronto affinché il Cipe desse l’ok definitivo all’apertura dei cantieri con la compartecipazione del privato, oggi i lavori sarebbero già partiti. Invece – conclude Stefio, che nelle settimane scorse ha denunciato le difficoltà ad accedere ai documenti che hanno portato al cambio di volontà politica – abbiamo la sensazione che, ancora una volta, si siano create le condizioni per spostare all’infinito un’opera per noi fondamentale. Adesso basta, non permetteremo a nessuno di prenderci ancora in giro».


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