Avellino-Catania 3-6, ecco chi sale e chi scende Di Piazza ha il killer instinct: centrali da rivedere

Il Catania inizia nel migliore dei modi il suo cammino in campionato: l’Avellino viene spazzato via con il roboante punteggio di 6-3, con i rossazzurri che hanno messo in mostra tutta la loro grande capacità di palleggio, contro un avversario tecnicamente più modesto. Il mattatore della gara non può che essere Matteo Di Piazza, autore del gol del vantaggio e della rete del 3-1, preziosissima per fiaccare le speranze di rimonta irpine. Da evitare, invece, alcuni cali di tensione che hanno consentito ai padroni di casa di siglare tre gol.

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Matteo Di Piazza: Non può che essere lui il man of the match. Vero che il Catania segna sei gol, ma le due reti siglate dal centravanti di Partinico hanno un peso specifico pesantissimo nell’economia della partita. In primis, il numero 9 rossazzurro è bravo a non farsi influenzare da un errore in avvio di gara, mantenendo la giusta lucidità nella deviazione sotto porta che vale l’1-0. La rete del 3-1, poi, è una sintesi delle sue capacità tecniche. Lo stop di destro e il seguente pallonetto di sinistro a battere il portiere avversario sono numeri che si vedono raramente in terza serie. Il Catania ha finalmente trovato il suo centravanti principe?

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Francesco Lodi: Il numero 10, capitano di giornata, ha preso per mano la squadra conducendola alla vittoria. Sorprende la scelta dell’Avellino di non marcarlo a uomo, consentendogli così ampio margine di manovra: lui sfrutta al massimo la libertà concessagli, ricamando gioco a modo suo. Chirurgica la punizione del 2-0, con la palla che si infila in barriera e bacia il palo alla destra del portiere: sontuoso nella cavalcata che, ormai a fine partita, porta Welbeck a siglare il 4-1. Anche la sua condizione fisica sembra già ottima. 

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Giovanni Pinto: Sarebbero in tanti a meritare il posto sul terzo gradino del podio. Basti pensare all’ottima gara d’esordio di Di Molfetta, o ancora alla partita tutta grinta e sostanza messa in campo da Dall’Oglio. Pinto, però, ha dimostrato che il Catania potrebbe aver risolto uno degli handicap dello scorso anno: quello, cioè, di non avere terzini sinistri di sicuro affidamento. L’ex Parma ha spinto con convinzione, mettendo a referto anche l’assist dell’1-0, dimostrando di avere gamba e buone capacità anche in fase difensiva. Esordio promosso. 

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Saporetti-Silvestri: La gara di oggi non era certamente la più difficile per l’inedita coppia di centrali difensivi del Catania, ma è stato comunque evidente come alcuni meccanismi vadano rodati. Il primo e il secondo gol dei padroni di casa sono frutto di una dormita del reparto difensivo: serve più attenzione, con Camplone che dovrà lavorare e insistere anche sulla tenuta mentale della squadra. Concedere tutte queste occasioni a una squadra con più peso specifico di questo Avellino potrebbe essere letale. Da rivedere entrambi

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Christian Llama: La sua tecnica non si discute e non potrebbe essere altrimenti. La scelta di affiancare Llama a Lodi, però, potrebbe portare a qualche problema di troppo in fase di filtro a centrocampo. Il calciatore argentino ha iniziato bene la gara, aprendo molte linee di passaggio e muovendosi molto senza palla. Il suo calo, però, è stato evidente a partita in corso: un elemento che ha contribuito a creare pericolosi buchi in mezzo al campo. L’impressione è che contro avversari di caratura superiore serva più sostanza nella zona mediana. 

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Vincenzo Sarno: Più che una bocciatura si tratta di un invito a fare di più, per un calciatore che quando accende la luce sa essere devastante. Il problema è che il genietto napoletano si illumina soltanto a tratti. Qualche palla di troppo persa in mezzo al campo, oltre alla solita tendenza ad incaponirsi in azioni solitarie palla al piede. I suoi classici limiti, insomma: il numero 7 etneo ha comunque il merito di avviare l’azione del vantaggio ed è da apprezzare il suo movimento senza palla. La sua intensità di gioco aumenterà col migliorare della condizione fisica.


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