Toti Lombardo festeggia l’elezione all’Ars Raffaele sul M5S: «Ragionevoli e sereni»

I Lombardo ripartono da dove avevano finito. Con uno di famiglia tra gli scranni dell’Ars e da una festa alla Terrazza Ulisse, la struttura di proprietà della famiglia Virlinzi sulla strada per Ognina. Ieri sera c’era un’aria rilassata in occasione del brindisi per l’elezione del ventiquattrenne Toti Lombardo, spinto al parlamento siciliano da 9.633 preferenze, di cui 2.360 raccolte nella città di Catania. Arrivano separati padre e figlio, come sempre è avvenuto in campagna elettorale, come se appartenessero a due mondi diversi. Toti, circondato dai suoi fedelissimi ventenni, Raffaele accompagnato dalla scorta. Ed è sempre l’ex presidente ad aprire la strada al neo deputato, presentandosi con qualche minuto di anticipo e conversando con i giornalisti. Il tempo per ribadire di «aver preso atto con piacere» dell’elezione di Rosario Crocetta, ma che a proposito del gioco di alleanze per formare la nuova maggioranza lui «non è interessato». «Non sono né il segretario, né il portavoce del mio partito», spiega Lombardo. Ma dove sono andati a finire i 70mila voti di differenza tra le liste che hanno sostenuto Gianfranco Miccichè e quelli presi dal candidato alla presidenza? «Evidentemente ad altri candidati oppure sono stati annullati, dispiace ma è matematico», risponde Lombardo.

Proprio qui una settimana fa aveva lanciato un duro attacco al MoVimento 5 stelle e al metodo di selezione sul web dei suoi candidati. «Grillo sceglie su Internet persone che neanche si conoscono tra loro – aveva detto – Il risultato è che dove hanno vinto, come a Parma, brancolano nel buio. Ditemi il nome di una persona che è candidata con lui, non ne conoscete, è lo stesso principio delle liste bloccate». I siciliani hanno scelto 15 di questi sconosciuti, scrivendone il nome migliaia di volte sulle schede elettorali e li hanno spediti all’Ars. Lombardo adesso sembra osservarli come fa un felino quando si ritrova davanti una preda sconosciuta. «Sentendo parlare questi deputati a 5 stelle – commenta adesso – li trovo molto ragionevoli e sereni nel giudizio e anche apprezzabili per certi versi, dicono delle cose sensate». Qualche minuto dopo, Toti usa toni più sbrigativi: «Quello di Grillo è il partito più di protesta che ci sia oggi in Italia». La vera alternativa, per i Lombardo, resta l’autonomia, o meglio, come sottolinea l’ex presidente dal palco, «l’autodeterminazione sul modello della Catalogna e del Trentino».

Poi Lombardo senior lascia spazio al figlio, non prima di avergli ricordato che quello del politico «è il mestiere più ingrato e difficile del mondo, che non c’è compenso per le ingiustizie che si subiscono». «Non posso che iniziare questa avventura – esordisce Toti – ringraziando te, papà, che mi hai trasmesso questa passione quotidianamente e che mi lasci un patrimonio che non è economico, ma fatto di persone stupende». L’ex governatore, al suo fianco, ha gli occhi lucidi. Il neo parlamentare regionale parla pochi minuti e invita tutti ad avvicinarsi sotto il palco per un abbraccio e «un bacio affettuoso». A quelle ultime parole, Raffaele ride. «Lui bacia», commenta mentre abbraccia il figlio. L’ex presidente invece no. Il vasa vasa che ha contraddistinto il suo predecessore Totò Cuffaro, lo ha sempre evitato. Ma non è bastato a evitargli anche un processo per concorso esterno in associazione mafiosa, di cui proprio ieri mattina si è svolta la prima udienza ufficiale del rito abbreviato. «Stamattina – conclude Raffaele Lombardo – ho riaperto la sede di via De Roberto, dove iniziai nel 1975. Il mio numero di telefono non cambia e, se volete passare a trovarmi, mi troverete lì». L’annunciato buen retiro in campagna rischia di diventare un nuovo attivismo catanese.


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