Gli esponenti pentastellati Jose Marano e Luciano Cantone denunciano l'assenza di un cronoprogramma e di un quadro economico per la ricostruzione. L'assessore regionale alle Infrastrutture: «Preoccupazioni condivisibili, chiesto un piano ad Anas»
Ponte Graci, è incognita sul futuro post-demolizione M5s: «Tempi insostenibili». Ma Falcone smorza i toni
Dopo la demolizione è tempo di ricerca di spiegazioni. La deputata regionale del Movimento 5 stelle Jose Marano ha presentato una mozione all’Ars per avere informazioni sui tempi di ricostruzione del Ponte Graci che sovrastava la strada statale 121 Paternò-Catania. La struttura è stata demolita una decina di giorni fa, dopo il danneggiamento irreparabile dovuto all’impatto con un trasporto eccezionale non autorizzato. «Sembra che ci vorranno mesi e mesi di attesa per la ricostruzione – dichiara Marano – il ponte tra Motta Sant’Anastasia e Misterbianco rappresenta un’arteria di importanza vitale per i cittadini dei due Comuni interessati. Specie in questa fase di riapertura delle scuole, degli uffici e di tutte le attività».
L’esponente pentastellata ha chiesto al governo regionale se siano stati avviati studi di fattibilità per la realizzazione di un’opera alternativa, economicamente e strutturalmente più idonea. Il timore della cittadina a cinque stelle è che non esista un cronoprogramma dei lavori. Marano chiede inoltre al governo regionale lo stanziamento delle somme «necessarie per fare partire la gara al più presto e non solo sulla carta». Della vicenda è stato informato anche il deputato nazionale e componente della commissione Trasporti Luciano Cantone. «Ho avuto un colloquio con i vertici dell’Anas – specifica Cantone – I tempi previsti per la ricostruzione, forse oltre i 12 mesi, non sono sostenibili dai cittadini. Non possiamo permettere che due città vengano penalizzate in questo modo».
Pronta la replica dell’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone, che aveva annunciato la disponibilità del governo Musumeci a stanziare un milione di euro per la ricostruzione. Cifra, tuttavia, non sufficiente per rimettere in piedi il cavalcavia. «Stiamo aspettando da Anas un quadro tecnico-economico puntuale del fabbisogno in termini di fondi per la ricostruzione – sostiene Falcone – A quanto pare, l’importo è già lievitato a due milioni e mezzo. Dopodiché, in giunta, daremo il via libera allo stanziamento. Confidiamo che entro la fine di settembre tutto si definisca. Le preoccupazioni della collega Marano e del deputato Cantone sono più che condivisibili».