Mafia e politica, in aula compare Pippo Nicotra Ex sindaco di Aci Catena sceglie il rito abbreviato

È quando la sala si spopola di familiari e amici giunti per scambiare un saluto fugace con i detenuti, nella consapevolezza che l’udienza sarà a porte chiuse, che appare la sua figura. Seduto al centro dell’aula Serafino Famà, a un primo sguardo si fatica a riconoscerlo. Un po’ per l’inconsueta barba sale e pepe, forse per avere perso qualche chilo, Pippo Nicotra non sembra essere lui. Ma lo è, d’altronde è proprio il suo il nome che spicca tra gli imputati nel processo Aquilia. L’operazione, scattata a ottobre dello scorso anno, ha portato dietro le sbarre oltre all’ex deputato e sindaco di Aci Catena i presunti esponenti del gruppo locale legato ai Santapaola.

Ieri pomeriggio a piazza Verga è ripresa l’udienza preliminare. La gup Anna Maria Cristaldi si è espressa sulla richiesta di costituzione delle parti civili. Rigettate le richieste delle associazioni Libera Impresa, Alfredo Agosta e Addiopizzo. Mentre è stato ammesso il Comune di Aci Catena, dopo che le difese, nella scorsa udienza, si erano opposte per la mancata determina sindacale che secondo i legali di Nicotra, il professore Giovanni Grasso e l’avvocato Orazio Consolo, sarebbe stata necessaria per dare mandato all’ufficio legale. Costituzione che per l’ente catenoto è stata disposta comunque soltanto nei confronti dell’ex primo cittadino e non verso l’associazione mafiosa.

Vestito di blu, con camicia azzurra e chewing gum in bocca, Nicotra ha seguito con attenzione i passaggi salienti. Come quando a prendere la parola sono stati i suoi legali per informare la giudice di volere integrare la documentazione che compone gli atti processuali. Richiesta a cui il sostituto procuratore Marco Bisogni non si è opposto e su cui invece si è soffermato il professore Grasso. Il legale di Nicotra, che è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, voto di scambio politico-mafioso e tentata estorsione, ha ribadito la tesi secondo cui il rapporto tra l’ex deputato-imprenditore e i Santapaola vada letto partendo da una distinzione dei ruoli: il primo vittima, i secondi autori delle pressioni estorsive

Grasso ha inoltre ricordato la recente archiviazione nei confronti del consigliere comunale di Aci Catena e delfino di Nicotra Francesco Petralia, nel procedimento per voto di scambio politico-mafioso che ha visto coinvolti diversi politici locali, nonché l’ex consigliere comunale catanese Riccardo Pellegrino. Il legale ha sottolineato che quell’indagine, così come Aquilia, si basa sulle rivelazioni del collaboratore di giustizia Mario Vinciguerra, che a metà anni Duemila ha retto il gruppo dei Santapaola ad Aci Catena. Un abbozzo di sillogismo che Grasso ha affidato alla giudice, mentre lo stesso Vinciguerra seguiva l’udienza inquadrato di spalle e collegato in videoconferenza. A popolare i riquadri nei monitor dell’aula Famà sono stati anche gli imputati Stefano Sciuto, figlio del boss Nuccio Coscia, deceduto l’anno scorso, Concetto Puglisi e Tiziano Cosentino.

Nel corso dell’udienza c’è stato spazio per la scelta dei riti con cui saranno processati gli imputati, nel caso in cui la gup dovesse decidere per il rinvio a giudizio. Lungo l’elenco di chi ha optato per l’abbreviato, rito che garantisce uno sconto di un terzo della pena. Tra loro anche lo stesso Nicotra. Con l’ex esponente di Partito democratico e prima ancora Articolo 4, Udc, Pdl, Mpa e Nuovo Psi, anche Fabio Arcidiacono, Fabrizio Bella, Rodolfo Bonfiglio, Alfio Brancato, Antonino Correnti, Fabio Cosentino, Tiziano Cosentino, Danilo Failla, Salvatore Nunzio Fonti, Camillo Grasso, Salvatore Indelicato, Antonino Manca, Carmelo Messina, Mario Nicolosi, Rosario Panebianco, Camillo Pappalardo, Concetto Puglisi, Giuseppe Rogazione, Santo Scalia, Stefano Sciuto, Sebastiano Strano. Tra chi sarà processato con rito ordinario ci sono Camillo Brancato, Giovanni Cammarata, Cirino Cannavò, Concetta Cannavò e Gabriele Privitera

Il prossimo appuntamento davanti alla giudice sarà a inizio ottobre. Nel giro di poche settimane saranno almeno tre le udienze che si svolgeranno tra il carcere di Bicocca e piazza Verga. In una di queste verrà discussa la richiesta di rinvio a giudizio per Nicotra. L’ex deputato, ieri, è stato tra gli ultimi a lasciare il tribunale etneo insieme ai propri avvocati. Pochi minuti di colloquio sulla scalinata del palazzo di giustizia, prima di unirsi ai familiari che lo hanno raggiunto a piedi. Con loro Nicotra ha fatto ritorno a casa, dove da mesi vive in regime di arresti domiciliari.


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