Il Comune vende un maxi-terreno a due milioni Arriva un’offerta per la zona al confine col Pua

Anni e anni a tentare di vendere terreni non sfruttati, e poi i bandi arrivano tutti insieme. Così, martedì, ne è spuntato un altro: stavolta è il Comune a mettere in vendita una maxi-area alla zona industriale di Catania. «Foglio 40, particella 760 (parte)», dice la delibera all’interno della quale sono contenuti i dati catastali di questa alienazione immobiliare prevista da Palazzo degli elefanti. Il terreno è grande, in totale, 442mila metri quadrati. Da vendere, però, ce n’è poco meno della metà: quasi 178mila metri quadrati. Si esclude, cioè, un’area occupata «senza titolo» da una «edificazione abusiva già oggetto di specifica ordinanza di demolizione» che, però, resta in sospeso nell’attesa che si esprima la Cassazione

La vicenda dell’occupazione, spiegano dagli uffici comunali, lunga 12 anni e più e impedisce la vendita dell’intero lotto di terreno. La porzione, però, già così, è in vendita a quasi due milioni di euro. La cifra precisa, a base d’asta, è 1.978.540 euro. L’interesse di qualcuno già c’è e a renderlo evidente è lo stesso documento ufficiale del municipio: «È stata avanzata – si legge – una manifestazione d’interesse all’acquisizione di quota parte di detto immobile non oggetto di occupazione». Un privato, trapela dagli uffici, che sarebbe interessato all’acquisto di quasi 18 ettari alla zona industriale, lungo l’ex stradale Primosole.

Un’area che, in effetti, di motivi di interesse ne ha molti. Non ultimo il suo illustre confine: i terreni compresi nel Pua, Piano urbanistico attuativo – Variante Catania sud. Il terreno in vendita, infatti, riguarda quelli immediatamente di fronte all’area oggetto della più celebre delle varianti approvate da Palazzo degli elefanti. Famosa per l’interesse di società su cui pende più di un dubbio e per la telefonata, ormai celebre, tra l’editore ed ex direttore del quotidiano La Sicilia Mario Ciancio Sanfilippo e l’ex primo cittadino di Catania Enzo Bianco.

Al di là di un ettaro, vincolato dalla presenza della strada, quasi 12 ettari sono classificati come zona L. Cioè, secondo il piano regolatore Piccinato (approvato nel 1964), aree destinate a «impianti connessi con le esigenze di trasporti stradali (per esempio officine e stazioni di servizio)» ma anche cimiteri, mercati, sale concerto, laboratori, edifici di culto, attrezzature sportive e attrezzature alberghiere. I cinque ettari che restano sono, invece, di pura zona industriale «con assoluta esclusione di edifici a uso abitazione, eccetto quelli adibiti ad alloggio custodi, guardiani, uffici direttivi e simili».

Chi abbia presentato la manifestazione d’interesse non è dato sapere, ma basterà attendere le 10 del 7 ottobre 2019, ora e giorno della scadenza per presentare un’offerta al rialzo. Assieme al plico con la proposta economica, l’aspirante acquirente dovrà provare «l’avvenuta costituzione della cauzione a garanzia dell’offerta, per un importo complessivo pari al due per cento del prezzo posto a base di gara, ovvero euro 39.570,80». 

Per l’ennesima volta, in questi giorni, si torna a parlare del Pua e dei terreni a esso collegati. Nei giorni scorsi il tema che ha tenuto banco in città è stata la decisione dell’Agenzia del demaniopoi revocata a seguito del tardivo interesse del Comune di Catania, di vendere un terreno di quasi settemila metri quadrati al Boschetto della Playa. Contestualmente, la Regione Siciliana ha deciso l’alienazione di 22mila metri quadrati nella stessa zona, a poca distanza. Porzioni di terra sui quali ricadono due strutture ricettive e che, però, sono interne all’area individuata dal Piano urbanistico attuativo Catania sud.


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