A Etna nord continua la ribellione degli operatori Linguaglossa avanti con le miniescursioni in jeep

«Ci chiamano arricugghiuti, ma sono loro che stanno disattendendo le aspettative che tutti avevamo riposto». La battaglia degli operatori economici di Piano Provenzana si apre a un nuovo fronte. A sancirlo la porta chiusa, da parte del Consiglio comunale di Linguaglossa, all’ultima richiesta del Comitato di attivisti che lavorano nel turismo sul versante nord dell’Etna. «Non si ritiene opportuno convocare un Consiglio aperto», ha risposto la presidente del consiglio Elisa Motta alla nota che reclamava una seduta da dedicare al caos sugli appalti per le escursioni ai crateri. Lo stallo, va detto, non è una novità. Da un lato il project financing da 23 milioni di euro si trova nella palude dello scontro fra Linguaglossa, Castiglione di Sicilia – i Comuni proprietari della strada per quota 3000 – e l’associazione di imprese che lo ha proposto la scorsa estate, Etna Alcantara mobility. Dall’altro lato anche l’exit strategy individuata dalla giunta del sindaco Salvo Puglisi pareva essersi già sciolta come neve al sole.

La promessa che aveva placato le furibonde proteste dei mesi scorsi era stata un appalto provvisorio delle escursioni, ipotesi mandata all’aria dal niet di Castiglione. Puglisi aveva a quel punto lanciato le miniescursioni limitate al solo territorio di Linguaglossa. Ovvero un bando di dodici autorizzazioni per affidare il trasporto dei turisti mediante jeep fino a quota 2500 metri, il confine fra i due enti che non si parlano più. L’estate è però trascorsa senza che l’idea si tramutasse in atti amministrativi. Da qui il ritorno in piazza degli operatori. Lenzuoli per strada e aperte contestazioni: «Sindaco dimettiti, Etna nord off». Il Consiglio aperto, così, poteva diventare una nuova arena per la resa dei conti, ma la conferenza dei capigruppo – assente l’opposizione – ha risposto picche. 

«Poco garbo», scrive la presidente Motta in una nota, fu mostrato in primavera dagli operatori che lasciarono l’aula infuriati. L’amministrazione di Linguaglossa avrebbe invece «sempre fornito i necessari chiarimenti in merito alle procedure portate avanti, seppur molto a rilento, per addivenire a un bando inedito». E ancora: «La vostra richiesta – scrive Motta rivolgendosi agli operatori – oltre a non essere corredata da specifica proposta, esporrebbe l’amministrazione a discutere di dati protetti da quella riservatezza che appartiene a un documento non divenuto atto pubblico». «Una grande vigliaccheria, solo così si può definire la negazione al confronto», ribadiscono invece gli operatori.

Ma dietro ai reclamati fari spenti, si celano in realtà le attività delle ultime settimane della giunta Puglisi, ripartita soprattutto sull’onda delle polemiche con l’Ati Etna Alcantara mobility e soprattutto il suo ispiratore, l’ex presidente del Parco dell’Etna Cettino Bellia. Sulle miniescursioni si sarebbe ripreso a lavorare, e il Comune avrebbe passato la palla alla Centrale unica di committenza cui l’ente è associato. Le ultime indiscrezioni parlano di fine ottobre come periodo in cui dovrebbero finalmente essere pubblicato il bando miniescursioni. Un atto che diverrebbe ulteriore pietra tombale per il project financing di Etna Alcantara mobility e il dialogo con il sindaco di Castiglione Antonio Camarda, oppositore di soluzioni provvisorie nelle more del piano infrastrutturale che dovrebbe unire Etna e fiume Alcantara.

Proprio il project finisce nel mirino del rilancio di una parte dell’opposizione linguaglossese, capeggiata dai consiglieri Marianna Strano e Davide Spartà, vicini all’ex candidato sindaco Luca Stagnitta. I due, dopo il «no» della maggioranza, hanno riproposto il consiglio straordinario: «Per noi – dicono – ascoltare le parole degli operatori turistici non è solo opportuno, ma fondamentale. Auspichiamo che l’amministrazione realizzi che la seduta non vuole essere un’occasione per metterla in cattiva luce, ma solo di confronto». L’opposizione, a sua volta, è andata in pezzi visto che l’ex candidato sindaco Salvatore Comodo, in Consiglio, fa strada in solitaria. Ma questo non ha abbattuto Spartà e Strano, firmatari anche di un’interrogazione che mette in fila alcuni interrogativi sul progetto di finanza: «La rottura con il Comune di Castiglione riguarda le osservazioni al project? Si tratta di osservazioni genuine oppure questa amministrazione non crede più al piano?».


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