Cimitero, paura per un branco di randagi Animalisti: «Impossibile controllare la zona»

«Ero sola al cimitero, i cani erano tranquilli, una decina. Ma, quando mi sono mossa, mi hanno puntata e mi hanno inseguita correndo. Sono ancora terrorizzata». Più di una brutta esperienza quella di Anita Gensabella, giornalista e speaker radiofonica di Radio Lab. Ieri ha rischiato di farsi male davvero: per sfuggire a un branco di cani, si è fatta largo tra tombe e cespugli del cimitero di Catania. «Io sono una ragazza, posso correre, anche se con cappotto, borsa e tacchi. Mi sono fatta male a una caviglia, ma se fosse capitato a una signora anziana?», si chiede Anita che, pur in preda al panico, è riuscita ad arrivare sul lungo viale delle cappelle più nuove, dove è riuscita a strappare un passaggio in auto a delle signore di mezza età. «Io mi trovavo in cima alla scalinata centrale, vicino alla tomba di Giovanni Verga. Ho un cane a casa, sono abituata agli animali, ma non ho mai visto dei cani così aggressivi. E le signore mi hanno confermato che episodi simili sono già capitati a loro e non c’era nessuno a vigilare», conclude.

«La situazione del cimitero è molto complicata, c’è un branco di una decina di cani che gira dentro. Sono sempre sfuggiti ai controlli. Nelle ore pomeridiane cominciano a vedersi», è la spiegazione di Antonio Seminara, veterinario proprietario del centro Nova Entra a Mascalucia. Lo stesso che una settimana fa ha soccorso i cani avvelenati nel parcheggio del centro commerciale Ikea, alla zona industriale di Catania. «Le indagini sono in corso, questo lo sappiamo per certo, ma purtroppo anche il secondo cane è morto, mentre la cagna sopravvissuta è stata adottata: sta bene e viene ogni giorno in clinica per i controlli», racconta il veterinario. Ci vorrà ancora una settimana per i risultati della analisi dell’istituto Zooproflilattico, ma il veleno è stato individuato: secondo Seminara si tratta di «organo fosforici, pesticidi erbicidi che si trovano nei negozi d’agraria». Seminara conosce bene la situazione al cimitero di Catania, dove ha sterilizzato e dotato di microchip quattro cani che stazionano stabilmente nel parcheggio di via Madonna del Divino Amore. «Ma la sera il cimitero diventa punto di incontro per tutti i cani della zona e pochissimi sono quelli controllati», spiega il dottore. Che, come capitato per l’Ikea, è stato chiamato anche in quella zona per soccorrere dei cani dopo alcuni casi di avvelenamento. Al momento, però, l’allarme del veterinario è un altro: «Sono spariti dei cuccioli dal parcheggio del cimitero e non sappiamo dove siano finiti».

«Cimitero, San Giorgio, Librino e Villaggio Sant’Agata sono zone dove non c’è un controllo, troppe dispersive. L’associazione Sos Randagi fa il suo lavoro sul territorio con grande impegno. Ma non può bastare un’associazione sola, senza istituzioni», spiega Linda Strazzeri, animalista dell’associazione L’Altra Zampa. Nel caso dei cani avvelenati al parcheggio Ikea, Linda è stata la prima ad arrivare e la prima a denunciare. «Sappiamo che l’azienda ha fatto la propria denuncia sul caso e consegnato i video delle telecamere di sorveglianza. Siamo anche felici della presenza annunciata da Comune di Catania e Asp alla manifestazione che abbiamo organizzato domenica all’Ikea contro l’avvelenamento dei cani», commenta. La volontaria, però, mette in guardia dai facili entusiasmi. «Purtroppo nella zona, allo stato attuale, la situazione è sempre identica e speriamo che l’intervento delle istituzioni non si limiti solo a questo», conclude.


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«Mi hanno inseguita, non ho mai visto cani così aggressivi. Sono scappata tra tombe e aiuole, terrorizzata». Anita Gensabella, speaker di Radio Lab, racconta la sua brutta esperienza al camposanto etneo. E i volontari delle associazioni animaliste confermano: «La zona è ingestibile, troppo vasta». La sera diventa rifugio per decine di animali dal Villaggio Sant'Agata e da Librino che «sfuggono ai controlli», spiega Antonio Seminara, veterinario che ha soccorso i cani avvelenati al parcheggio Ikea. Guarda le foto

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