Amministrative, tutti i Comuni al voto nel 2020 Centrodestra sparpagliato. In campo Firrarello?

Ben nove Comuni del Catanese potrebbero avere un nuovo sindaco nel 2020. La roulette elettorale è già in movimento alle falde dell’Etna, fra grandi e piccoli centri che fanno ognuno storia a sé. Complicato tastare il polso di centrodestra o centrosinistra, se si utilizzano gli schemi più tradizionali. Anche perché proprio la coalizione che governa il capoluogo con Salvo Pogliese e la Regione con Nello Musumeci fatica a riconoscersi una volta superato il casello autostradale di San Gregorio. Dall’altra parte, nel guazzabuglio Pd, c’è chi vede nella scissione renziana un potenziale elemento di riordino delle cose. Fuoriusciti Luca Sammartino e Valeria Sudano, anche sui territori sono iniziate le prese di distanza dei luogotenenti ex Articolo 4 dal sempre maldigerito boccone dem.

E su uno dei Comuni al voto più significativi per peso demografico, Tremestieri Etneo, proprio i renziani vivono buone sensazioni. L’uscente Santi Rando, sammartiniano che governa col centrodestra, sembra avere la strada spianata verso la riconferma. Toccherà al Pd – non è chiaro se il consigliere Sebastiano Di Stefano ci riproverà ancora – e al Movimento 5 stelle, rappresentato in aula da Simona Pulvirenti, esprimere delle alternative che si troveranno la strada in salita.

Lo scenario cambia totalmente a San Giovanni La Punta, altro centro sopra i 20mila abitati. Nino Bellia, eletto col centrosinistra in versione Pd + moderati, ha governato fianco a fianco con l’ingombrante ex sindaco Andrea Messina che, oggi, guarderebbe più al centrodestra forzista che ai vecchi sodali di Sicilia Futura. Proprio Messina potrebbe chiedere al delfino di lasciargli strada, in una battaglia che lo vedrebbe sfidare alcuni suoi ex alleati come Giuseppe Toscano. Il consigliere – già candidato alle Regionali – punta a guidare l’area autonomista, forte dell’accordo con l’avvocato Mario Brancato. Altri due pezzi di centrodestra paiono pronti a fare strada da soli: la Lega, con il salviniano della prima ora Lorenzo Seminerio, e il partito di Fratelli d’Italia che si è affidato all’intramontabile Santo Trovato, sindaco del paese ai tempi dello scioglimento per mafia, nel 2003, e oggi uomo di Pogliese. Il M5s, inoltre, sarebbe pronto a entrare in partita, riproponendo la consigliera comunale Giusy Rannone. Alla finestra, per il momento, i sammartiniani e il Pd, in cerca di nomi competitivi. 

Spostandosi verso il vulcano, ecco le piazze di Bronte e Pedara. Test fondamentali incrociati da un lato per l’onorevole dem Anthony Barbagallo, dall’altro per la ditta Pino Firrarello-Giuseppe Castiglione in cerca di nuova vita politica dopo aver riabbracciato Forza Italia. E proprio l’80enne ex senatore sarebbe pronto all’ennesima sfida elettorale. Per riprendersi la poltrona di sindaco lasciata nel 2015, dopo due mandati, a Graziano Calanna, alfiere dell’area Barbagallo. Ammaccato, a sua volta, dall’inchiesta Aetna della procura di Catania, che per più di cento giorni lo costrinse ai domiciliari, eppure ancora in sella e pronto a ricandidarsi. 

Per un fedelissimo da rilanciare, ce n’è uno (ormai ex) da buttare giù. Nella sua Pedara, Barbagallo lavora a una candidatura Pd alternativa all’attuale sindaco Antonio Fallica. Cinque anni fa era lui l’uomo della sintesi addirittura fra dem e Forza Italia. Poi la frattura, insanabile, con il deputato regionale che in paese conta su un corposo consenso. Adesso dovrebbe sostenerlo, nell’eventuale ricandidatura, il centrodestra che però vede anche l’attivismo del vicesindaco Francesco Laudani, vicino a Pogliese ma anche al deputato Giuseppe Zitelli di Diventerà bellissima. Si vedrà.

Nell’area jonica, a Mascali Luigi Messina, oggi in Forza Italia, cerca il secondo mandato ma dovrà tenere d’occhio i movimenti dell’ex alleato autonomista Giuseppe Cardillo e la voglia di rivincita del penalista Ernesto Pino, anche lui di centrodestra. Più delineato, sembrerebbe, il quadro nel piccolo centro di Milo: Alfio Cosentino, area dem-Cgil, sarà probabilmente chiamato alla resa dei conti finale con il suo predecessore, nonché ex alleato, Giuseppe Messina

C’è poi il folto capitolo delle amministrazioni in bilico. Non è chiaro se si voterà a Trecastagni, Comune sciolto per infiltrazioni mafiose nel 2018 il cui commissariamento è stato di recente prorogato, mentre a Maniace l’ombra di un analogo intervento del ministero – da qualche settimana è iniziata l’attività ispettiva – potrebbe impedire al sindaco Antonino Cantali di correre ancora. Più semplice, invece, che le urne si riaprano a San Pietro Clarenza, Comune commissariato dopo l’arresto e le dimissioni del sindaco Giuseppe Bandieramonte


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