Catania, Follieri interessato al club rossazzurro? Chi è l’imprenditore che voleva Palermo e Foggia

In uno dei momenti più duri della storia recente del Calcio Catania, con la tensione che ha toccato l’apice mercoledì dopo l’aggressione all’amministratore delegato Pietro Lo Monaco sul traghetto che da Messina conduce in Calabria, il nome di Raffaello Follieri è prepotentemente balzato all’onore delle cronache. Il 40enne imprenditore di origine foggiana, infatti, è al momento l’unico a essersi fatto avanti in via ufficiale per rilevare la società di via Magenta. Lo Monaco aveva già parlato di lui nel corso della conferenza stampa in cui erano state ufficializzate le sue dimissioni da direttore generale del club, specificando però come non sia stata avviata alcuna trattativa.

Follieri in questi giorni ha ribadito la sua volontà, dando la disponibilità a farsi carico di tutto il debito del Calcio Catania: una cifra che, includendo anche il mutuo in essere per Torre del Grifo, si aggirerebbe attorno ai 27 milioni di euro. La voglia di entrare nel mondo del pallone è tanta: per adesso, però, non si sono registrati segnali di apertura da parte dell’attuale proprietà. Una cosa, comunque, è certa. La società rossazzurra non è la prima alla quale il tycoon pugliese cerca di dare l’assalto. Nell’estate del 2018, infatti, Follieri era giunto al capezzale di un Palermo ormai sull’orlo del baratro, cercando di intavolare una trattativa con Maurizio Zamparini che, però, non è mai decollata. L’imprenditore, ancora prima, aveva cercato di essere profeta in patria: anche in questo caso, però, l’operazione imbastita con il Foggia non è andata a buon fine. 

Un altro elemento sul quale non si possono avere dubbi è il passato quantomeno turbolento di Raffaello Follieri. Figlio di avvocato, giunto negli Stati Uniti a metà dello scorso decennio per realizzare le sue velleità imprenditoriali, Follieri è rapidamente passato oltreoceano dalle stelle alle stalle. Prima il fidanzamento con l’attrice Anne Hathaway e l’entrata nel giro di amicizie dell’ex Presidente degli Stati Uniti Bill Clinton. Quindi, nel 2008, una condanna per frode a 54 mesi di prigione. Il pubblico ministero, in quel caso, non aveva usato mezzi termini. «Ha agito per avidità – ha scritto in un memorandum al giudice – e usato il suo notevole charme per ingannare la gente e farsi consegnare denaro».

L’arresto, nel giugno di quell’anno, era arrivato con l’accusa di aver convinto alcuni investitori americani a mettere soldi nella sua joint-venture al solo scopo di defraudarli: questo era avvenuto millantando speciali rapporti con la Santa Sede, grazie ai quali avrebbe potuto comprare proprietà immobiliari della Chiesa cattolica a prezzi stracciati. Un’esperienza dura che, a suo dire, lo ha segnato in maniera profonda. Il ritorno in Italia è datato 2013, con la successiva costituzione della FHolding UAE, con sede a Dubai: il fondo d’investimento in questione ha al suo interno numerose società che si occupano di estrazione e commercializzazione di petrolio e gas naturale. Sarà lui il futuro del Catania? È ancora presto per dirlo. L’unica evidenza è che, soprattutto in questo momento, il calcio etneo non ha bisogno di avventurieri, ma di proprietà solide con idee di sviluppo chiare e sostenibili. 


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