I guai dei nipoti di Roberto Vacante e l’eredità criminale Affari con la droga e la paura del pentito: «È un cornuto»

La famiglia prima di tutto. Un vero e proprio mantra per i fratelli Antonio e Dario Vacante. Sempre pronti a ricordare lo zio detenuto: il boss Roberto Vacante. Già condannato in via definitiva perché custode dei soldi della potente famiglia mafiosa Santapaola. Un legame che i nipoti sbandierano anche attraverso vistosi tatuaggi e post sparsi tra Facebook e Instagram. Entrambi da ieri sono agli arresti domiciliari perché coinvolti nel blitz antimafia Over trade. Sono accusati di detenzione e cessione di sostanze stupefacenti.

Nelle carte dell’inchiesta, che non coinvolge il boss Vacante, i magistrati ricostruiscono gli affari che i fratelli avrebbero fatto con la cosca capeggiata dal 62enne Salvatore Mazzaglia. Figura storica dei Santapaola e referente mafioso nell’area compresa tra Nicolosi, Mascalucia e Belpasso. Ai suoi ordini avrebbero lavorato il genero Mirko Casesa, il nipote Victor Mangano e il figlio Giovanni Mazzaglia. Quest’ultimo viene più volte intercettato mentre parla con Dario Vacante. I due rampolli a luglio 2017 si sarebbero recati nel quartiere San Giovanni Galermo «per trattare una partita di stupefacenti». Il copione è sempre lo stesso. C’è la consegna di una mazzetta da ottomila euro che viene data al boss quale «anticipo sul ricavo che avrebbe ottenuto sulla vendita dell’intero quantitativo di droga», ma anche un affare sfumato perché un acquirente sarebbe stato disposto a spendere soltanto 1200 euro per un chilo di marijuana

Non dico che quando esco trovo qualcosa, ma ti piace però che arrivo a campare dentro?

«Questo è uno che non vale niente, non vale manco una lira», incalza Vacante parlando con Mazzaglia. Il nome dell’acquirente non viene indicato ma il dialogo è un susseguirsi di insulti nei suoi confronti: «È un cornuto e sbirro. Tutti una razza sono, questa è una razza tinta, quattro scimuniti drogati». In realtà, raccontano le carte, i due intercettati avrebbero pure avuto qualche timore per eventuali arresti, specie dopo il pentimento di Salvatore Bonanno. «Se succede ti distruggono! Però la vita non è finita», spiega Mazzaglia a Vacante. Entrambi convergono sull’obiettivo di mettere qualche soldo da parte. «Sai che mi interessa... non ti dico che quando esco trovo qualcosa, ti piace però che arrivo a campare dentro e non gli suco la minchia a nessuno e non chiedo niente a nessuno?».

I presunti affari della cricca però a un certo punto si sarebbero interrotti. Questa la ricostruzione degli inquirenti attraverso un’intercettazione in cui il boss Mazzaglia avrebbe invitato l’altro indagato, Salvatore Castorina, a non rifornire più di droga Dario Vacante e il cognato di quest’ultimo, Davide Musumeci. «Gli dovrei spaccare la testa a mio figlio che ha dato confidenza a queste persone», si lamentava il 62enne Mazzaglia.    

Tra i contatti del gruppo criminale di Nicolosi compare anche il nome di Antonio Vacante, fratello di Dario. A ricostruire i fatti sono sempre le carte dell’inchiesta e sul tavolo finiscono alcuni spostamenti in una stalla gestita dall’indagato Antonio Rapisarda. Luogo in cui si sarebbe recato un terzo uomo ma per conto di Vacante. È il 19 ottobre 2017 e le telecamere lo inquadrano mentre entra nei locali dove ad attenderlo ci sarebbe stato Mazzaglia. Passati pochi minuti i due uomini escono dalla stalla. Non sfugge agli inquirenti una busta trasparente, a quanto pare piena di marijuana, che l’uomo, indicato come mandato da Vacante, teneva in mano.  

Quello dei Vacante è uno dei cognomi più noti nella storia di Cosa nostra. Tutto comincia proprio dalla figura di Roberto Vacante. Il boss è sposato con Irene Santapaola, figlia di Salvatore Santapaola, fratello del padrino Benedetto. Vacante, storico amico del mafioso, oggi pentito, Eugenio Sturiale, viene arrestato per la prima volta nel 2000 insieme al consigliere comunale catanese Alfio Russo, con l’accusa di associazione mafiosa. Ci sono poi le operazioni Arcangelo e Padrini. Gli ultimi guai con la giustizia risalgono a 2016, quando Vacante è finito in manette nell’operazione Bulldog. Un anno dopo la condanna in primo grado a undici anni e sei mesi poi passati a 12 anni e 8 mesi in appello. La parola fine l’ha messa la corte di Cassazione che ha respinto il ricorso dei legali rendendo definitivo il verdetto. Attualmente Vacante si trova in carcere sottoposto al 41bis.


Dalla stessa categoria

I più letti

Dal controllo della velocità alla segnalazione di un imminente pericolo. Sono gli Adas, i sistemi avanzati di assistenza alla guida che aumentano non solo la sicurezza, ma anche il comfort durante i viaggi in auto. Più o meno sofisticati, i principali strumenti Adas sono ormai di serie nelle auto più nuove, come quelle a noleggio. […]

Un aiuto concreto ai lavoratori per affrontare il carovita. Ma anche un modo per rendere più leggero il contributo fiscale delle aziende. Sono le novità introdotte dalla conversione in legge del cosiddetto decreto lavoro, tra cui figura una nuova soglia dell’esenzione fiscale dei fringe benefit per il 2023, portata fino a un massimo di 3mila euro. […]

Bottiglie in plastica del latte che diventano dei colorati maialini-salvadanaio. Ricostruzioni di templi greci che danno nuova vita al cartone pressato di un rivestimento protettivo. Ma anche soluzioni originali di design, come una lampada composta da dischi di pvc, un grande orologio da parete in stile anni ’70 in polistirolo e due sedie perfettamente funzionanti […]

«Era come avere la zip del giubbotto chiusa sopra e aperta sotto: ecco, noi abbiamo voluto chiudere la zip di questo giubbotto». Indispensabile se si parla di Etna, dove fa sempre fresco. È nato così CraterExpress, la nuova proposta che permette di raggiungere la vetta del vulcano a partire dal centro di Catania, con quattro […]

Dodici mesi, 52 settimane e 365 giorni (attenzione, il 2024 è bisestile e quindi avremo un giorno in più di cui lamentarci). Un tempo legato da un unico filo: l’inadeguatezza. Culturale, innanzitutto, ma anche materiale, davanti ai temi complessi, vecchi e nuovi. Difficoltà resa evidente dagli argomenti che hanno dominato il 2023 siciliano; su tutti, […]

Il seme del cambiamento. Timido, fragile e parecchio sporco di terra, ma è quello che pare stia attecchendo in questi ultimi mesi, dopo i più recenti episodi di violenza sulle donne. In principio, quest’estate, fu lo stupro di gruppo a Palermo. In questi giorni, il femminicidio di Giulia Cecchettin in Veneto. Due storie diverse – […]

Mai come in campagna elettorale si parla di turismo. Tornando da Palermo con gli occhi pieni dei metri di coda – moltiplicata per varie file di serpentina – per visitare la cappella Palatina e qualunque mostra appena un piano sotto, lo stato di musei e beni archeologici di Catania non può che suscitare una domanda: […]

Riforme che potrebbero essere epocali, in termini di ricaduta sulla gestione dei territori e nella vita dei cittadini, ma che sembrano frenate dalla passività della politica. Sembra serena ma pratica- e soprattutto, attendista – la posizione di Ignazio Abbate, parlamentare della Democrazia Cristiana Nuova chiamato a presiedere la commissione Affari istituzionali dell’Assemblea regionale siciliana. Quella […]

Dai rifiuti alla mobilità interna della Sicilia, che avrà una spinta grazie al ponte sullo Stretto. Ne è convinto Giuseppe Carta, deputato regionale in quota autonomisti, presidente della commissione Ambiente, territorio e mobilità all’Assemblea regionale siciliana. Tavolo di lavoro che ha in mano anche due leggi su temi particolarmente delicati: urbanistica e appalti. Con in […]

Dall’agricoltura alle soluzioni per il caro energia; dalle rinnovabili di difficile gestione pubblica allo sviluppo delle imprese bandiera del governo di Renato Schifani. Sono tanti, vari e non semplici i temi affidati alla commissione Attività produttive presieduta da Gaspare Vitrano. Deputato passato dal Pd a Forza Italia, tornato in questa legislatura dopo un lungo processo […]