Permessi di costruire, sanatorie, autorizzazioni. Un grande numero di documenti emessi dagli uffici di via Biondi tra l'1 ottobre e il 23 dicembre 2019 portano la firma di Biagio Bisignani. Che in quel periodo, però, non era in servizio per Palazzo degli elefanti
Atti con la sua firma, ma lui non lavorava al Comune Lo strano caso di decine di provvedimenti urbanistici
Ce ne sono a decine: permessi di costruire, sanatorie, autorizzazioni. Tutti atti amministrativi che, in calce, hanno la stessa formula magica: «Firmato il 30 settembre 2019», soltanto che sono stati emessi anche settimane dopo. Quando chi li avrebbe firmati già non lavorava più per Palazzo degli elefanti. È lo strano caso dell’ufficio Urbanistica del Comune di Catania, dove in questi giorni i dipendenti stanno rispolverando faldoni di documenti pubblicati tra l’1 ottobre e il 23 dicembre 2019. Cioè il periodo compreso tra il licenziamento (per mancanza del bilancio stabilmente riequilibrato) dell’ingegnere Biagio Bisignani e la sua nuova nomina a seguito del concorso pubblico. Un intervallo nel corso del quale, però, dagli uffici di via Biondi continuavano a venire fuori atti che portavano la sua firma. A sua insaputa, stavolta è il caso di dirlo.
Ad accorgersene è Matteo Iannitti del movimento politico Catania bene comune che, nei giorni scorsi, ha depositato una richiesta di accesso agli atti. Bisogna comprendere quanti e quali atti siano stati resi pubblici, e quindi abbiano prodotto effetti, nonostante non fossero stati firmati dalla direttrice temporanea dell’ufficio: l’architetta Maria Luisa Areddia. «Io l’ho appreso così: dalla richiesta di Iannitti», afferma Bisignani. Del resto, lui in quei giorni non poteva tornare in ufficio non solo per via del licenziamento ma anche per motivi di salute. Cosa sia successo non è chiaro, ma a vigilare sulla faccenda sembra ci sia anche Rossana Manno, segretaria generale del Comune di Catania.
In teoria, dovrebbe funzionare così: un documento viene firmato dal dirigente e inviato ai dipendenti che si devono occupare dell’emanazione e della pubblicazione dell’atto nell’immediatezza. Eventuali ritardi di qualche giorno non sono, di norma, un problema. In questo caso, però, tra il momento in cui quei documenti sembra siano stati firmati (e anche sul fatto che lo siano effettivamente stati sono in corso delle verifiche) e quello in cui sono stati adottati sono passate settimane. In cui il dirigente dell’ufficio che era in servizio è cambiato. La nuova dirigente avrebbe dovuto, quindi, assumersi la responsabilità amministrativa di quanto prodotto durante il suo interregno, siglando il provvedimento finale. Il nome di Areddia (che questa redazione ha provato a contattare senza successo) negli atti presi in esame non compare.