Palermo, iPhone di servizio per gli assessori Ma la spesa non è coperta e li pagano loro

È vero, ma anche no. Si potrebbe riassumere con questa formula la vicenda dell’acquisto di alcuni telefonini Apple di ultima generazione, gli iPhone 5 con 64 gb di memoria, per gli assessori del Comune di Palermo. Una spesa di sei mila euro l’anno per due anni, ma che a quanto pare, seppur decisa con una delibera, non sarà effettuata. Non più.

«La notizia, anche se tecnicamente corretta, è frutto di un malinteso che si è chiarito solo in queste ore», fanno sapere dall’ufficio stampa comunale.

Da tempo i membri del governo cittadino lamentano malfunzionamenti nei telefoni di servizio (smartphone Samsung). Per questo non deve essergli sembrato vero l’avere trovato una soluzione nella proposta di vendita di iPhone avanzata da Tim e deliberata poche settimane fa. La scelta sarà ricaduta sugli iPhone per la qualità dello schermo? Per l’integrazione software-hardware o per semplicità di utilizzo? Non lo sappiamo, gli assessori hanno deciso di non rilasciare nessuna dichiarazione in merito e dall’ufficio stampa dicono soltanto:  «Così hanno ritenuto gli amministratori».

Ma la certezza di avere risolto il problema e di averlo fatto con l’acquisto dei telefoni più tecnologici e alla moda del momento, ha lasciato il posto al dubbio quando dagli uffici competenti si sono accorti che la proposta votata non rientra nella gestione della Consip, la società del Ministero dell’Economia e delle Finanze per la razionalizzazione degli acquisti della pubblica amministrazione. Un cavillo li ha aiutati a comprendere che si tratta di una richiesta d’acquisto fuori dal contratto con la società del ministero: la possibilità di riscatto del telefono dopo un certo tempo, cosa che con Consip non sarebbe possibile.

Gli amministratori dunque non si sarebbero accorti di avere deciso per una spesa aggiuntiva per le casse del Comune di Palermo. A questo punto, però, chiarito il  malinteso, come lo definiscono al Comune capoluogo, hanno fatto un passo indietro nella decisione deliberata. L’impegno di spesa, però, come richiede la procedura, viene fatto, così come vengono predisposti i documenti per avviare la procedura di gara d’appalto, «necessaria per spese fuori Consip», spiegano dall’ufficio stampa. «Purtroppo, per un difetto di comunicazione, la relativa nota non è giunta all’ufficio competente che ha quindi proceduto nell’espletamento dei propri adempimenti burocratici», aggiungono.

La causa del fraintendimento sarebbe «la coincidenza del fatto che la Tim sia la stessa società fornitrice di Consip», cosa che «ha convinto gli assessori che quei telefoni fossero offerti nell’ambito dello stesso contratto», comunicano dall’ufficio stampa.

La gara, rassicurano da Palermo, non verrà fatta e quindi la spesa non verrà effettuata. Agli assessori che volevano per forza l’iPhone della Apple, non è rimasto dunque che comprarlo di tasca propria, così come hanno fatto «per gli altri strumenti di comunicazione mobile (netbook o ipad) senza alcun costo per l’Amministrazione», ci dicono ancora dall’ufficio stampa.

Sembra tutto risolto dunque. Si sarebbe trattato soltanto di un presunto scandalo che anche il sindaco Leo Luca Orlando ha voluto smentire per difendere il buon nome della sua giunta. «E’ ovvio – dice – che l’amministrazione, pur volendo garantire gli strumenti necessari a comunicare, non ha alcuna intenzione di sperperare denaro». E aggiunge: «L’Amministrazione sta studiando, proprio nel settore della telefonia, delle soluzioni che permetteranno quanto di abbattere i costi, tanto di garantire nuovi servizi ai cittadini».

[Foto di Florin Hatmanu]


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Hanno deciso di comprare gli ultimi telefoni Apple per un costo di sei mila euro l'anno per due anni, gli assessori del Comune di Palermo, ma a quanto pare, non si erano accorti che la spesa era aggiuntiva per le casse comunali. Non rientra, infatti, nel contratto con la società del Ministero delle Finanze per la spesa della pubblica amministrazione, la Consip, e fanno marcia indietro. La gara necessaria non verrà fatta e hanno comprato i telefoni di tasca propria

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