Coronavirus, atenei siciliani chiamati alla teledidattica Università a lavoro sulle piattaforme da sperimentare

Anche in Sicilia, l’alba dopo il nuovo decreto per arginare la diffusione del coronavirus è stata accolta dagli studenti tra le coperte. Pensare però che il sentimento generale sia quello di chi si è ritrovato improvvisamente in vacanza sarebbe superficiale. Anche sul fronte della formazione, infatti, i problemi da affrontare in seguito all’epidemia di Covid-19 sono molteplici, dopo la decisione del governo Conte di sospendere le lezioni fino al 15 marzo. Nonostante il virus, d’altra parte, ci sono da affrontare esami di maturità e universitari, senza contare le incertezze di chi confidava di festeggiare a giorni la laurea. Cosa accadrà adesso? Quanto tempo è immaginabile poter sacrificare senza pregiudicare il percorso di studi? Sono tutte domande che in queste ore si fanno in molti, non solo tra chat e social network. Una possibile risposta, in realtà, è stata avanzata già all’interno dello stesso decreto: scuole e università potranno puntare sulla teledidattica. Ma quanto è pronta la Sicilia su questo fronte?

Questa mattina, una riunione – rigorosamente a distanza – si è svolta tra i rettori degli atenei isolani: Fabrizio Micari, per UniPa, Francesco Priolo, per UniCt, Salvatore Cuzzocrea, per UniMe, e Giovanni Puglisi, per la Kore di Enna. «Già ieri c’eravamo sentiti anche in presenza della ministra che si trovava nella sede nazionale della Conferenza dei Rettori delle università italiane – dichiara Cuzzocrea a MeridioNews -. Abbiamo commentato la situazione, sottolineando che nessun atto del governo dice che le università sono chiuse, anzi l’invito è a garantire il corretto svolgimento delle attività. Specificando che fino al 15 marzo si estende la teledidattica, mentre per esami e sedute di laurea di garantire il rispetto le prescrizioni del ministero della Salute». La volontà negli atenei siciliani è quello di fare strada insieme. «Ci aggiorneremo sabato e faremo il punto della situazione», continua Cuzzocrea. 

Nel frattempo è lecito chiedersi quali azioni concrete si ha in mente di adottare. Specialmente per quanto riguarda le forme di apprendimento a distanza. «Ho predisposto le pratiche per la piattaforma per organizzare la teledidattica, ma già da oggi possiamo fare lezioni in aule con oltre duecento collegamenti in contemporanea – continua il rettore -. Ci siamo presi tempo fino al 15 per sperimentare la piattaforma. Dopo il 15, se il governo rinnovasse la sospensione delle lezioni in presenza partiremo. Gli allievi accederanno con le credenziali che hanno per utilizzare il portale dell’Università». Per quanto riguarda invece gli esami, a Messina gli appelli non sono sospesi. «Ho dato disposizione a tutti i dipartimenti affinché vengano usate aule ampie, con finestre aperte e venga rispettata la distanza tra gli studenti – prosegue Cuzzocrea -. L’uso di Skype? Al momento sono pochi gli esami in calendario. Le nostre aule bastano a rassicurare famiglie e studenti, d’altra parte al supermercato si va. Basta rispettare le prescrizioni ed è per questo che i docenti stanno convocando gli studenti a gruppi di dieci, evitando assembramenti nei corridoi». Discorso simile per le lauree. «In programma nei prossimi giorni c’è solo una seduta di un corso con pochi iscritti, in ogni caso le discussioni delle tesi avverranno in un’aula del Policlinico capace di accogliere fino a trecento persone», conclude Cuzzocrea. 

Spostandosi a Catania, dall’università fanno sapere che da settimane, ormai, è in lavorazione una piattaforma che renda agevole la didattica telematica. Secondo quando appreso da MeridioNews, una squadra di tecnici informatici e direttori di dipartimento sta testando un sistema che possa essere funzionale per le lezioni universitarie. Tempi certi non ce n’è, ma il work in progress sembra essere in stato avanzato. Nei prossimi giorni dovrebbero arrivare notizie più certe. Ma la sensazione è che anche nel caso dell’ateneo etneo qualcosa di concreto potrebbe essere messo in campo dopo il 15, nell’eventualità che da Roma arrivasse l’ordine di prorogare la sospensione delle lezioni all’interno delle aule universitarie. 


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