Covid-19, salgono a quattro i lavoratori positivi di Pfizer Disposto il tampone anche per i familiari del dipendente

È arrivato a quattro il numero di lavoratori dello stabilimento della zona industriale di Catania dell’azienda farmaceutica Pfizer risultati positivi al coronavirus. Stando a quanto appreso da MeridioNews, il dipendente – che ha circa 35 anni – che lavorava nel reparto della produzione si trova in isolamento a casa. Nei giorni scorsi ha avuto la febbre alta, le sue condizioni di salute sono poi migliorate e, quindi, non è stato necessario il ricovero in ospedale

Non è ancora chiaro se anche questo lavoratore abbia avuto dei contatti diretti con quelli già risultati positivi al Covid-19. Di certo c’è che non va a lavoro dallo scorso 9 marzo, cioè tre giorni dopo rispetto al collega di 52 anni che è poi morto il 16 marzo nel reparto di Rianimazione dell’ospedale Cannizzaro. Adesso, anche sui familiari dell’ultimo lavoratore contagiato sarà effettuato il tampone orofaringeo.

Il secondo caso, in ordine cronologico, è stato quello di un lavoratore di 22 anni, ricoverato all’ospedale San Marco di Catania. Seguito poi a ruota dalla moglie, anche lei poco più che ventenne. Questo dipendente, che non appartiene allo stesso reparto della vittima, non sarebbe stato tra i cinquanta colleghi posti in quarantena domiciliare dopo il decesso del 52enne. 

Due giorni dopo, al conteggio dei positivi al Covid-19 che orbitano attorno al colosso multinazionale Pfizer si è aggiunto un terzo lavoratore. A differenza del 22enne, si trovava già in quarantena domiciliare obbligatoria proprio perché era entrato in stretto contatto con il collega deceduto che era un addetto al controllo della documentazione. Anche adesso l’uomo sulla cinquantina si trova in isolamento a casa

Da parte dell’azienda non c’è un numero ufficiale dei tamponi effettuati sui lavoratori, ma pare che altri esiti arriveranno nei prossimi giorni. Dopo un braccio di ferro durato diverse settimane tra la direzione dell’azienda e le sigle sindacali che chiedevano la chiusura del sito, qualche giorno fa è arrivato l’accordo: tutto fermo fino al 29 marzo tranne le aree «selezionate» che producono «farmaci essenziali», cioè gli antibiotici ad ampio spettro.


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