Covid-19, la protesta dei barbieri contro gli abusivi «Tagli a domicilio rendono la crisi ancora più nera»

Acconciature perfette. Per tantissime persone ormai è solo un ricordo. Anche perché sale da barba, estetiste e parrucchieri sono ormai chiusi da due mesi. In tanti però c’è chi, grazie agli abusivi del taglio, riesce a garantirsi un look ordinato. Particolare che rischia di mettere ulteriormente in ginocchio una categoria che naviga a vista e che, almeno in Sicilia, spera fortemente in una riapertura anticipata rispetto a inizio giugno. Periodo indicato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte durante la conferenza stampa di presentazione del nuovo decreto per regolamentare la fase due della pandemia. 

A Bronte il grido d’allarme di barbieri e parrucchieri è stato formalizzato, nero su bianco, in una lettera indirizzata al presidente della Regione Nello Musumeci e alle principali sigle sindacali. «La situazione è precaria e ormai insostenibile – lamenta Gaetano Saitta, dell’associazione di categoria Hair Bronte – In tutto il territorio si registra una massiccia presenza di operatori del settore, sforniti di licenza che lavorano in nero e a domicilio». Il problema non è circoscritto ma riguarda anche le estetiste

Motivo per cui l’associazione chiede, in deroga all’ultimo Dpcm, un progressivo allentamento delle misure. «Una riapertura – continua Saitta – con tutte le opportune cautele, ossia rispetto del distanziamento sociale e utilizzo dei dispositivi di protezione individuale». Qualche novità per chi si occupa dei servizi di cura della persona potrebbe arrivare da qui a breve. In base all’andamento della pandemia in Sicilia una delle ipotesi al vaglio è quella che già dal prossimo 17 maggio si possa riaprire.


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