Acqua a singhiozzo, tornano disservizi e lamentele Chiesta la convocazione dei vertici Acoset all’Ars

«Ormai siamo arrivati al capolinea. Da tre anni stiamo sempre con la speranza che l’acqua arrivi normalmente, con la costante paura di dovere rimanere all’asciutto per giorni». Dalle parole pronunciate da una residente di Santa Maria la Stella, frazione etnea di Aci Sant’Antonio, si percepisce quanto l’acqua sia preziosa, specie quando viene a mancare a un’intera comunità, spesso e volentieri in estate e in piena emergenza sanitaria. 

Anche quest’anno, come già accade da circa otto anni, i residenti di Santa Maria la Stella devono convivere a giorni alterni con l’acqua erogata a singhiozzo. A differenza dell’altre volte, nella settimana appena trascorsa alcuni cittadini sono rimasti più di quattro giorni consecutivi senza potersi lavare né cucinare. «Siamo costretti ad andare dai parenti per una doccia, dobbiamo abbandonare casa perché vivere è praticamente impossibile». Nel 2016 e nel 2018 questa testata si è occupata del problema dell’acqua che sgorgava dai rubinetti di un colore o eccessivamente bianco o completamente scura. In entrambi i casi il sindaco Santo Caruso aveva assicurato che le analisi alle acque avevano attestato la salubrità del liquido. Mentre alcuni cittadini si erano mossi con una petizione da presentare agli enti compatenti.

Rispetto a due anni fa poco sembra cambiato. A Spiegare la situazione a MeridioNews è Diego Di Gloria, presidente di Acoset che da poco meno di un anno è subentrato a Fabio Fatuzzo, oggi presidente della società Sidra, partecipata del Comune di Catania. «Abbiamo avuto un’interruzione di energia dei pozzi da parte dell’Enel nei giorni di sabato e domenica – spiega – A questo si è aggiunto anche un guasto nella pompa di un pozzo di proprietà di Sidra, ma che ci fornisce acqua con cui eroghiamo alcune zone delle frazioni santantonesi. Anche quest’ultimo problema è in via di risoluzione». Acoset, società a partecipazione pubblica, fornisce acqua ad Aci Sant’Antonio da più di vent’anni, con il Comune che possiede una quota di azioni per un valore del 5 per cento. La società adesso starebbe cercando di risolvere una volta per tutte la carenza di acqua nella frazione con l’eventuale acquisizione di un pozzo nella zona di San Giovanni la Punta: «Siamo a conoscenza dei continui disagi patiti dai cittadini e per questo stiamo cercando di portare avanti questo acquisto – prosegue Di Gloria -. Stiamo facendo di tutto perché questa sia l’ultima estate con problemi di questo tipo».

Annunci e dichiarazioni che i cittadini però considerano «palliative», come afferma Salvatore. «In passato Sidra forniva altri pozzi e questi problemi non c’erano, adesso non sappiamo cosa sia successo. La situazione è andata peggiorando – puntualizza il cittadino -. L’acqua continua ad arrivare sporca e dobbiamo fare sempre ricorso alle autobotti: problemi di erogazione a cui si aggiungono quelli economici e gusti di caldaie e lavatrici. E poi siamo stanchi di sentire di questi continui guasti dell’Enel. Dopo tutti questi disservizi e a fronte anche dei costi in bolletta, chiediamo al sindaco di rescindere il contratto con Acoset e cambiare gestore».

All’ipotesi di un eventuale cambio di gestore, però, arriva lo stop di Santo Caruso. «Non possiamo cambiare, inoltre i costi non li decidiamo noi: li decide l’Arera, il Comune è un utente, così come i cittadini – dichiara a MeridioNews -. Acoset ha un contratto col Comune e deve essere rispettato». Il sindaco ammette che il problema è annoso, e adesso il Comune si prenderà l’incarico di esentare dal canone i cittadini che hanno avuto i disservizi. «Oltre al prefetto Claudio Sammartino ho scritto anche al locale comando dei carabinieri, perché ci può essere anche interruzione di pubblico servizio». Intanto nelle scorse ore, attraverso la deputata regionale del M5s Gianina Ciancio, è emersa la possibilità che i dirigenti di Acoset finiscano davanti la commissione ambiente all’Ars: «Auspichiamo che il governo regionale non si giri dall’altra parte e dia il suo contributo per garantire un servizio degno di tale nome».


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