Il Calcio Catania convocato martedì in tribunale  Sciogliere nodo stipendi per evitare il fallimento

Pagare moneta, vedere cammello. Nello specifico, sarebbe il versamento degli stipendi l’ultimo nodo che non permette al bando per la cessione del Calcio Catania di prendere il largo. Se nei giorni scorsi la questione aveva suscitato le ire del presidente liquidatore Gianluca Astorina – che aveva meditato le dimissioni nel chiuso delle proprie stanze -, adesso a dare un ultimatum è ancora una volta il tribunale. Pena: il rischio concreto del fallimento. Per martedì 30 giugno è infatti stata fissata quella che suona come un’ultima chiamata: il club rosazzurro è stato convocato in camera di consiglio. Il giorno prima, lunedì entro le 11, è fissata invece la scadenza per ricevere le comunicazioni di Sigi, la spa la cui proposta dovrebbe fare da base al bando per la procedura competitiva di acquisto. Una vera e propria corsa contro il tempo anche perché la prossima settimana cominceranno pure gli spareggi promozione. Oggi è prevista una doppia seduta di allenamento a Torre del Grifo. 

Molte delle questioni che dividevano i venditori – la società Finaria, che detiene il 95 per cento delle quote del Calcio Catania – dai potenziali acquirenti Sigi erano state affrontate il 21 giugno durante un incontro mediato dal sindaco etneo Salvo Pogliese. In serata, erano arrivate parole rassicuranti e conciliatrici. Seguite, l’indomani, dall’invio dell’offerta di acquisto da parte di Sigi. Eppure gli animi, nei giorni seguenti, non sembravano così rilassati. A causa appunto del nodo stipendi. Con Finaria che propone di fare un finanziamento ponte per pagare i giocatori e permettere alla squadra di giocare i playoff che potrebbero portarla in serie B (ma soprattutto evitando lo svincolo dei giocatori) – aumentando così il valore della società – a patto di vedere restituita la cifra dai compratori al momento della cessione. Restituzione che Sigi, invece, propone di fare dopo tre mesi.


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