Condannato per abuso d’ufficio ex direttore dello Iacp Schilirò Rubino alla sbarra per due note disciplinari

Condannato a due anni e tre mesi di reclusione per abuso d’ufficio. Si conclude così il primo atto del processo a Santo Schilirò Rubino, l’ex direttore generale dell’Istituto autonomo casa popolari di Catania. A deciderlo nei giorni scorsi sono stati i giudici della terza sezione penale del tribunale etneo presieduti da Maria Pia Urso. L’imputato è stato condannato anche «al risarcimento del danno alla parte civile – si legge nel dispositivo – e rimette le parti davanti al giudice civile per la liquidazione». 

La storia di questo processo, alla fine della requisitoria come sottolineato da Iene Sicule la procura aveva chiesto l‘assoluzione, è legata a una presunta ingerenza di Rubino nei confronti di un dipendente: l’impiegato Maurizio Redi. Destinatario nel 2010 e nel 2011 di due provvedimenti disciplinari con conseguente blocco dello stipendio. Con ogni probabilità, dopo il deposito delle motivazioni, si andrà in Appello.

Rubino non è nuovo a guai con la giustizia. Aveva superato, grazie alla prescrizione nel 2016, un altro processo legato alla sua gestione all’interno dell’istituto. Insieme a lui alla sbarra, accusati a vario titolo di abuso d’ufficio, truffa e falso ideologico, erano finiti quattro dipendenti e sei beneficiari. Secondo l’ipotesi dell’accusa, sostenuta in aula dal magistrato Andrea Bonomo, Rubino avrebbe assegnato alcuni alloggi senza i requisiti previsti dalla legge ad amici e parenti. Condotte comunque risalenti al biennio 2006-2007 con il rinvio a giudizio arrivato nel 2011 su decisione della giudice Francesca Cercone. Nato nel 1950 a Bronte, Rubino è andato in pensione nel 2014. Concludendo una lunga carriera cominciata nel 1972 e una direzione partita nel 1982


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