Le tante perplessità sulla riapertura delle scuole Poco personale, linee guide e didattica innovativa

Da un lato i mille interrogativi dei genitori, dall’altro la corsa contro il tempo dei dirigenti scolastici, chiamati a stravolgere organizzazione, spazi e abitudini del mondo della scuola. In mezzo ci sono linee guida e ordinanze per immaginare come sarà la scuola post lockdown. «La principale preoccupazione è l’assenza di personale per riuscire a garantire il rispetto delle indicazioni che ci vengono fornite ma siamo comunque fiduciosi di riuscire a riaprire», spiega a MeridioNews Grazia Emmanuele, dirigente dell’Istituto superiore Ignazio Capizzi di Bronte e reggente del primo circolo didattico Nicola Spedalieri.

Le linee guida prevedono una serie di prescrizioni, le ultime per la fascia 0-6 anni sono state pubblicate martedì. Le mascherine per esempio non saranno obbligatorie solo per i minori di sei anni mentre per il personale «è raccomandabile pure l’uso di visiere leggere e guanti». Ma il vero nodo è legato al connubio tra spazi e assembramenti. Ecco perché saranno previste entrate e uscite scaglionate dagli istituti scolastici oltre a un lavoro di mappatura di tutti i punti comuni con dei percorsi specifici indicati con cartelli e frecce. Altra questione sarà quella degli ambienti didattici. Mai più classi pollaio ma rispetto di un metro di distanza, non più tra i banchi, ma tra le bocche degli studenti – definite rime buccali – e due metri tra gli insegnati e la prima fila. Scenario che comporterà inevitabilmente alla rivisitazione degli spazi e alla ricerca di nuove aule per consentire lo svolgimento delle lezioni. Per chi non riuscirà a reperirle via alla turnazione. Ma c’è anche chi percorrerà strade innovative. 

«Per fortuna abbiamo trovato degli spazi alternativi all’interno della nostra scuola e, soprattutto, grazie ad alcune esperienze che abbiamo già intrapreso da tre anni, continueremo con la didattica all’aperto che ci permetterà di utilizzare il parco Gioeni. Un apprendimento coinvolgente ed efficace, come dimostrano anche i dati», racconta a MeridioNews Salvatore Impellizzeri, preside dell’istituto comprensivo Italo Calvino di Catania. «Da qualche anno chiedo di usufruire di nuovi locali alla Città metropolitana, considerato il trend di crescita delle iscrizioni, ma ad oggi nessuna risposta», commenta invece a MeridioNews Brigida Morsellino, preside del politecnico del mare Duca degli Abruzzi di Catania. Alcune scuole come il circolo didattico De Amicis già da metà luglio hanno comunicato di non potere accettare iscrizioni di alunni esterni per l’eccesso di studenti «secondo la capienza delle aule».

Tra gli scenari che si potrebbero concretizzare alla scuole superiori c’è pure la possibilità di alternare didattica a distanza a presenze fisiche in aula per gli alunni delle stessa classe. «L’obiettivo è la presenza fisica a scuola e per questo stiamo utilizzando tutti gli spazi possibili: dalla palestra all’aula magna – continua Emmanuele -. In alternativa per le classi intermedie, specie al liceo scientifico, si procederà con suddivisione in gruppi e a giorni alterneranno didattica a distanza e lavoro a scuola». 

Il primo effetto collaterale di queste divisioni e delle eventuali turnazioni è tutto legato al personale. Non solo docente ma anche per quanto riguarda quello tecnico e ausiliare. Una toppa potrebbe esser messa dalla riduzione degli orari delle lezioni ma probabilmente non basterà. Per questo motivo ieri la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha firmato l’ordinanza per l’organico aggiuntivo per un totale, annunciato, di oltre 50mila unità in più. La priorità sarà per scuole dell’infanzia e scuola primaria. «Mettere in pratica le linee guida significa necessariamente avere altro personale», spiega Morsellino. Anche perché le rigide misure igenico-sanitarie difficilmente potranno essere applicate con gli attuali organici. 

In Sicilia si comincerà il 14 settembre e per la questione sicurezza sarà cruciale evitare gli assembramenti. Per i più piccoli le linee guida si basano sull’organizzazione di gruppi stabili, poco superiori alle dieci unità, che dovrebbero consentire l’isolamento mirato degli eventuali positivi e di chi è entrato in contatto. Agli ingressi non ci sarà nessuna misurazione della temperatura, procedura che creerebbe ulteriori possibilità di assembramenti. «Chiunque ha sintomatologia respiratoria o temperatura corporea superiore a 37 gradi e mezzo dovrà restare a casa – si legge nei documenti – pertanto si rimanda alla responsabilità individuale rispetto allo stato di salute». Diverse scuole, tra cui l’istituto superiore Capizzi, stanno valutando anche la possibilità di creare veri e propri momenti formativi per genitori e alunni. La sicurezza è la priorità e tutti vogliono scongiurare nuove chiusure


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