Leonardi, sequestrati pure locali del tribunale del Lavoro Da anni ministero paga maxi-affitto ai re della discarica

Dai rifiuti che sarebbero stati abbancati in barba alle prescrizioni in materia ambientale agli affitti pagati dal ministero della giustizia. Quello dei fratelli Leonardi è un valido esempio di diversificazione del business. Affari a tantissimi zeri che sono stati stoppati dalla procura di Catania, in seguito a Mazzetta Sicula, l’inchiesta sui molteplici reati che sarebbero stati commessi nella maxi-discarica di Lentini e che ieri ha portato a un nuovo sequestro. Con la scoperta del ruolo che le società Eta Service e Leonhouse Immobiliare avrebbero avuto non solo nello smaltimento della munnizza ma anche nella creazione di fondi neri

Tra i beni posti sotto amministrazione giudiziaria c’è anche una lunga serie di stabili nel Catanese, in cui spiccano diverse decine di unità immobiliari in via Guardia della Carvana. Qui, ai civici 25 e 27, si trovano le aule e gli uffici della sezione Lavoro del tribunale etneo. Una delle tante sedi in cui è sparsa la giustizia catanese. Il palazzo, che in un primo tempo sembrava essere stato costruito con destinazione residenziale, è di proprietà della Leonardi tramite la Leonhouse. A occuparsi della gestione, garantendo la prosecuzione delle attività, sarà adesso Salvatore Belfiore, il commercialista nominato in primavera amministratore giudiziario del patrimonio di Sicula Trasporti

Lo stabile di via Guardia della Carvana, negli anni scorsi, è finito anche al centro di una vicenda giudiziaria con tanto di processo per i reati di truffa, falso e violazioni in materia di edilizia. Accuse poi cadute con l’assoluzione degli imputati, tra i quali il costruttore Domenico Toscano che con la Domus Enterprice realizzò l’immobile. A Toscano subentrarono poi i Leonardi con una serie di società tra le quali, appunto, la Leonhouse. Proprio nell’era targata Antonello e Salvatore Leonardi, titolari alla pari delle quote societarie, si creò una situazione imbarazzante per il Comune di Catania: era infatti il 2014 quando gli imprenditori tentarono di sfrattare l’ente locale da via Guardia della Carvana. All’epoca, infatti, era l’amministrazione comunale a dovere fare fronte nell’immediatezza ai canoni di affitto, per poi ottenere un rimborso dal ministero. Pagamenti che però non venivano effettuati per le difficoltà finanziarie dell’ente, trasformando di fatto giudici, avvocati e cancellieri in inquilini morosi.

La notizia del sequestro dei locali in cui viene gestita la giustizia arriva in una fase in cui a Catania tiene banco l’iter che dovrebbe portare alla realizzazione nuova cittadella giudiziaria in viale Africa. Un’opera di cui si ha già il progetto, ma anche le polemiche di chi vorrebbe evitare nuove colate di cemento sul lungomare, in mezzo c’è poi una sentenza del tribunale amministrativo che ha condannato la Regione per l’affidamento dei lavori di demolizione. Di certo c’è che quello degli affitti pagati nel settore della giustizia è un tema di cui si è spesso discusso. A inizio anno l’Organismo congressuale forense (Ocf) ha presentato i risultati di un’indagine conoscitiva sullo stato dell’arte nel distretto catanese. Soltanto nel capoluogo etneo la cifra si aggira annualmente intorno al milione e mezzo di euro. Di cui oltre 426mila euro versati a Leonhouse. Ma gli affari per i Leonardi in via della Guardia della Carvana sono anche più corposi: vanno aggiunti – per un valore di altri 300mila euro – anche quelli intestati a Femacar, Leocam e Centro Turistico La Scogliera. Tutte società riconducibili ai re dei rifiuti. Ma non solo.

Riceviamo e pubblichiamo dall’avvocato Paolo Di Bella, legale di Domenico Toscano:
Il giornalista firmatario dell’articolo, senza citare la fonte delle sue asserzioni, dapprima attribuisce la realizzazione dello stabile di Via Guardia della Carvana al mio Assistito e non alla Domus Enterprice S.r.1. ed in secondo luogo viene affermato che il mio Assistito sarebbe stato imputato e poi assolto per i reati di truffa, falso e violazioni in materia di edilizia, e ciò senza rispettare i parametri fondamentali della verità e continenza della notizia.
Sul punto si precisa che il mio Assistito non è socio della società Domus Enterprice S.r.l. ne ha in alcun modo realizzato l’immobile sopra citato.
Orbene, l’articolo in commento arreca un pregiudizio grave alla reputazione del mio Assistito, il quale si trova coinvolto, suo malgrado, in una vicenda giudiziaria che gli è del tutto estranea.
Il pregiudizio che può essere arrecato a chiunque dalla pubblicazione di notizie prive di riscontro, può tuttavia essere ancora più grave: giova ricordare che i destinatari dell’articolo (Gruppo Leonardi) sono indagati per reati assai rilevanti e le asserzioní riguardanti il mio Assistito potrebbero ingenerare agli occhi del lettore una sua partecipazione diretta.

Risposta di MeridioNews:
In merito alla realizzazione dell’immobile di via Guardia della Carvana da parte della Domus Enterprice S.r.l. e alla riconducibilità della stessa impresa all’imprenditore Domenico Toscano, dai documenti camerali emerge che Toscano è stato in possesso del 20% delle quote della Domus Enterprice, società che nel 2012 è stata incorporata dalla Centro Turistico La Scogliera. Toscano, a metà anni Duemila, ha fatto anche parte del consiglio d’amministrazione di Domus Enterprice.
Nel 2012, socio di maggioranza di Domus Enterprice era la Sila Spa, società di cui Toscano all’epoca deteneva il 20% delle quote rivestendo anche il ruolo di presidente del consiglio di amministrazione.
In merito alla vicenda giudiziaria: dal decreto di citazione in giudizio, Toscano compariva tra gli imputati. Il processo, come riportato nell’articolo, si è concluso con l’assoluzione. Il riferimento al procedimento giudiziario risponde alla necessità di completezza della ricostruzione storica delle vicende che hanno avuto come oggetto l’immobile.


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