Autunno caldo per le amministrative. Al voto 61 Comuni Ad Agrigento il centrodestra è diviso. La carica degli ex

Una delle sfide più calde delle prossime amministrative in Sicilia sarà sicuramente quella che si combatterà ad Agrigento. Unico capoluogo di provincia al voto insieme a Enna. Nella cittadina di Luigi Pirandello ieri c’è stata l’ufficializzazione dei candidati a sindaco e il centrodestra si presenta con un clamorosa spaccatura. Insieme al primo cittadino uscente Lillo Firetto, sostenuto da sette liste, ci sono altri cinque candidati. Tra loro spicca il nome di Marco Zambuto, sostenuto da Diventerà Bellissima, Forza Italia e Udc. Per Zambuto in caso di elezione si tratterebbe di una sorta di ritorno al passato, avendo già occupato la carica di sindaco di Agrigento dal 2007 al 2014, salvo poi dimettersi per una condanna a due mesi e venti giorni per abuso d’ufficio

Nei giorni scorsi per Zambuto si è speso in prima persona il presidente della Regione Nello Musumeci, arrivato ad Agrigento in occasione della convention politica del suo movimento politico. «Qui – ha detto il vertice regionale accompagnato dalla deputata agrigentina Giusy Savarino – ci giochiamo una grande partita appoggiando Marco. Oggi dimostriamo come la sana politica può avere ancora un peso». Sembra quindi del tutto dimenticato il trasformismo del passato, quando Zambuto venne addirittura eletto presidente dell’assemblea regionale del Partito democratico e si candidò, senza però essere eletto, al Parlamento europeo con il sostegno dell’allora ala renziana dei democratici. Gli altri sfidanti sono Marcella Carlisi del Movimento 5 stelle, Francesco Micciché, la presidente uscente del Consiglio comunale Daniela Catalano, sostenuta da Lega e Fratelli d’italia, e Angela Galvano, ex esponente del Pd. 

In provincia di Siracusa due Comuni al voto: Floridia e Augusta. In quest’ultima cittadina si ricandida la sindaca uscente del Movimento 5 stelle Cettina Di Pietro. Per centrare il bis dovrà vedersela con due primi cittadini uscenti. Da un lato Pippo Gulino, sindaco per tre mandati, e dall’altro Massimo Carrubba. Quest’ultimo, da sindaco, finito nel vortice giudiziario nel 2012 con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio e, qualche mese dopo, arrivò lo scioglimento del Comune per le presunte infiltrazioni del clan Nardo. Reati che però, a settembre 2019, hanno visto Carrubba assolto con sentenza irrevocabile, dopo un processo durato cinque anni. Gli altri contendenti sono Giuseppe Di Mare e Massimo Casertano, quest’ultimo esponente della Lega di Matteo Salvini.

Dalla Sicilia orientale a quella occidentale. In provincia di Palermo i Comuni al voto saranno 15. Spiccano Carini, Misilmeri, Termini Imerese e Villabate. Cinque sono invece i centri della provincia di Caltanissetta: c’è il piccolo Bompensiere, con i suoi 600 abitanti, ma anche Mussomeli, Santa Caterina Villarmosa, Villalba e Serradifalco, quest’ultimo noto per avere dato i Natali all’ex paladino dell’antimafia Antonello Montante. Bronte, invece, è il Comune con la sfida elettorale più succulenta tra quelli della provincia di Catania. Nella città del pistacchio la sfida sembra essere tutta tra l’uscente Graziano Calanna, sotto processo per istigazione alla corruzione, e l’ex senatore ed ex sindaco Pino Firrarello, che, a 81 anni, è deciso più che mai a riprendersi la poltrona più importante del palazzo di città. 

Sono cinque le candidature a sindaco presentate ieri a Marsala, in provincia di Trapani. C’è l’uscente Alberto Di Girolamo (Pd) e l’ex deputato regionale e nazionale Massimo Grillo, esponente dell’Udc con un passato anche da assessore regionale alla Sanità e alla Pesca, dal 1995 al 1996, nel governo del presidente Matteo Graziano. Ci sono poi Aldo Rodriquez, Movimento 5 stelle, Sebastiano Grasso e Giacomo Dugo. Quest’ultimo esponente della Lega, professore all’università di Messina, ateneo in cui si è candidato, senza successo, alla carica di rettore. Ispica, invece, è l’unico Comune della provincia di Ragusa in cui gli elettori andranno alle urne. 

Nel Messinese sono 12 i centri al voto. Le sfide più esaltanti si preannunciano a Milazzo e Barcellona Pozzo di Gotto. A Milazzo sono ben sette i candidati a sindaco. L’area di centrodestra si divide tra Pippo Midili, espressione di Fratelli di Italia e sostenuto da nove liste, e Damiano Maisano, sostenuto dalla Lega e dalla lista civica Per Milazzo. A seguire, ci sono Gioacchino Abbriano (Pd e Articolo 1, con l’appoggio dell’uscente Giovanni Formica); Giovanni Utano (M5s e Azione civica per Milazzo); Lorenzo Italiano (Noi Milazzesi e Amiamo Milazzo); Maurizio Munafò (Munafò sindaco); Adele Roselli (Adesso Milazzo).

Situazione differente invece a Barcellona Pozzo di Gotto, dove il numero di liste si riduce notevolmente. Sono tre i candidati a ricoprire lo scranno da primo cittadino. Il centrodestra si schiera unito su Pinuccio Calabrò. Il M5s, invece, tenta l’alleanza con il Pd per Antonio Dario Mamì. Il terzo è Giuseppe Sottile, candidato con il movimento fondato dall’ideologo Diego Fusaro, Vox Italia.

A Enna tramonta l’ipotesi di una corrente antidipietrista contro il sindaco uscente. M5s, Pd, Civ.Es, ItaliaViva e il gruppo riferimento dell’onorevole Luisa Lantieri non hanno trovato la quadra. La sfida è a quattro: a contendersi la poltrona da primo cittadino sono l’uscente Maurizio Dipietro, sostenuto dall’area di centrodestra. La sinistra sposa la candidatura di Dario Cardaci, sostenuto anche dall’Udc e dall’area socialista. Il M5s, invece, correrà da solo con Cinzia Amato, già consigliera comunale. Infine, anche Civ.Es., dopo un lungo percorso di trattative con le altre forze politiche non andato a buon fine, correrà da sola con l’ex presidente del Consiglio comunale Maurizio Bruno.


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