Centuripe, sindaco attacca Samonà dopo il vincolo «Decreto inutile, influenza la campagna elettorale»

Neanche ventiquattro ore dalla notizia e l’apposizione del vincolo archeologico nell’area di monte Pietraperciata, a Centuripe, dà il la a una polemica. Protagonisti diretti non sono gli imprenditori della Oikos – la società del settore rifiuti che ha comprato trecento ettari per realizzare un mega-impianto di trattamento dei rifiuti, comprensivo di discarica e che adesso potrebbe rischiare di vedere spente le proprie ambizioni – ma la politica locale, con qualche frecciata al governo regionale. Tutto è partito da una lettera che il sindaco uscente Elio Galvagno ha indirizzato all’assessore ai Beni culturali Alberto Samonà.

Nella missiva il primo cittadino, che negli anni scorsi è stato accusato di non prendere una posizione forte contro il progetto dei Proto, sostiene che il decreto siglato alla Regione non inciderà in alcun modo su ciò che accadrà a Centuripe. Secondo Galvagno, infatti, il vincolo archeologico non riguarda le aree interessate dal progetto di Oikos. «Avrà certamente notato, mi auguro – scrive il sindaco rivolgendosi a Samonà – che nemmeno una sola particella tra quelle individuate nella proposta privata è stata vincolata. E allora perché tanti proclami?»

Per capire i retroscena di questa nuova puntata bisogna partire da un punto fermo: tra poche settimane a Centuripe si voterà per il rinnovo della giunta e del consiglio comunale. Ma non solo: se Galvagno ha deciso di non ricandidarsi, facendo campagna per il proprio braccio destro e attuale vice Delfio Caruso, l’altro ad ambire alla fascia tricolore è Salvatore La Spina, principale volto del locale comitato No discarica. La Spina si presenta da civico a guida di un gruppo politicamente variegato: dagli attivisti a esponenti della destra vicina alla Lega, passando per le anime cinquestelle. È dunque all’interno di questa cornice trova spazio l’atto di accusa di Galvagno a Samonà. «Ha perso la brillante occasione per tacere – attacca il sindaco – Intanto debbo notare come le manchino le più elementari regole di ingegneria istituzionale, che dovrebbero impedire a chi ricopre la carica di assessore regionale di entrare a gamba tesa in una competizione elettorale in corso con ricostruzioni a dir poco fantasiose».

A non andare giù a Galvagno, che nella lettera torna a ribadire che quello di Oikos è un capitolo da riternersi archiviato «anche in relazione al progetto di
massima del piano regolatore
approvato dal commissario regionale sulla base degli atti predisposti dalla mia amministrazione», sono le parole pronunciate ieri da Samonà quando, parlando del vincolo, ha detto che «l’stituzione dell’area archeologica non deve essere vista come un limite, ma come momento di consapevolezza e coscienza che costringe gli amministratori a farne buon uso». Un consiglio non richiesto e tantomeno gradito, nell’ottica di Galvagno.

Ma come stanno in realtà le cose? Nel lungo elenco di particelle citate da Galvagno tra quelle finite sotto il vincolo e la lista di quelle interessate dal progetto Oikos, non compare la numero 181. Sarebbe quest’ultima quella in cui, secondo i piani degli imprenditori, dovrebbe ospitare la grande vasca per i rifiuti indifferenziati. La particella, nel decreto emesso dall’assessorato ai Beni culturali su proposta della Soprintendenza di Enna, rientra tra quelle che ricadono nella fascia di rispetto dal sito archeologico. Aree in cui resta vietato qualsiasi tipo di costruzione a fini industriali né tantomeno la realizzazione di zone di deposito di rifiuti.

«Questa è una polemica sterile, il vincolo apposto ieri è un primo importante risultato che allo stato attuale costringerebbe Oikos a rivedere profondamente il proprio progetto – commenta La Spina a MeridioNews -. Le parole del sindaco però ci danno l’opportunità di ribadire che l’obiettivo resta quello di spingere affinché vengano apposti anche il vincolo paesaggistico e quello antropologico, così da chiudere definitivamente la partita». L’aspirante sindaco replica poi alle accuse di strumentalizzazione dell’intera vicenda a fini esclusivamente elettorali. «Questa è la mia prima esperienza diretta in politica, quando ho iniziato a impegnarmi contro il progetto di realizzazione della discarica vivevo a Firenze e l’ipotesi di una candidatura non era per nulla in ballo – aggiunge La Spina -. In questi due anni tutti quelli che si sono impegnati per tutelare il territorio lo hanno fanno soltanto per difendere il proprio diritto alla salute e a difendere l’ambiente. Ogni altra speculazione – conclude La Spina – è mortificante».


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