Disordini a Catania, chi c’è dietro le bombe e i fumogeni Fronte ultras diviso e l’incappucciato armato di cintura

Una manifestazione pacifica, contro l’ultimo Dpcm e le restrizioni legate al Covid-19, interrotta dal lancio di quattro bombe carta e alcuni fumogeni. Tutto quando le lancette degli orologi avevano varcato da venti minuti il muro del coprifuoco imposto dall’ordinanza regionale del presidente Nello Musumeci. Dietro quanto accaduto domenica sera tra via Etnea e via Prefettura potrebbe esserci una strategia chiara con una organizzazione che rimanda a un pezzo del mondo che gravita attorno al tifo organizzato. Gli ultras, però, non sarebbero scesi in strada con un piano condiviso. Una parte, specie quelli inseriti nella curva Nord con simpatie per Casapound, non hanno preso parte ai disordini, rimanendo in disparte ai lati della strada nei pressi di un’impalcatura. La politica, secondo quanto filtra in queste ore, non avrebbe giocato un ruolo, contrariamente a quanto avvenuto in altre parti del Paese. 

A Catania i militanti di Forza Nuova, per esempio, hanno organizzato il loro sit-in in piazza Duomo, salvo poi spostarsi nei pressi della prefettura. Quando è esplosa la prima bomba, come mostrano alcuni video pubblicati da MeridioNews, hanno cercato di isolare la frangia violenta insieme agli altri manifestanti. Sui disordini le novità potrebbero arrivare, invece, da un’indagine della Digos. Negli uffici della divisione etnea della polizia, guidata dalla dirigente Marica Scacco, vengono visionati decine di filmati e foto per identificare gli autori. Diversi agenti, inoltre, erano presenti in strada. Uno di questi è pure entrato in contatto diretto con gli incappucciati, tutti con giacche e felpe scure. Momenti concitati in cui sono volati spintoni e schiaffi con il poliziotto che è stato salvato dall’intervento di alcuni colleghi in borghese come lui. 

In quella fase, quando era esplosa la bomba carta e il fronte pacifista si era già allontanato lungo via Etnea, è pure scoppiata una rissa con protagonisti gli stessi uomini incappucciati. Uno spartito proseguito poco dopo anche ai Quattro canti, all’incrocio tra la via Etnea e via Antonino di Sangiuliano. Anche qui un mix di violenza e urla interrotte dall’intervento di un uomo di circa trent’anni con una folta barba, tra i pochi a non indossare la mascherina ma con un cappuccio a coprire la testa e una cintura stretta nella mano destra. «Semu tutti ‘na cosa – diceva in dialetto – Scippamuci a testa a iddi». La stessa persona poco prima della rissa, sempre armato di cintura, si trovava in testa al fronte da cui venivano lanciate bombe e petardi. «Tutti insieme carusi – ancora in dialetto – ‘Ncucchiamuni». A infastidirlo chiunque provava a riprendere con gli smartphone: «Calamuli sti telefoni… Calamuli», urlava con tono minaccioso. 

L’incappucciato, rispettato dai violenti come una sorta di leader, non è però l’unico finito sotto la lente d’ingrandimento. Almeno altre due persone sono state riprese mentre lanciano fumogeni e bottiglie. Secondo quanto appreso da alcune fonti consultate da MeridioNews, i responsabili potrebbero essere riconducibili a tre gruppi differenti, inseriti nei quartieri popolari Librino, San Cristoforo e Zia Lisa. L’altra pista, che per il momento sembrerebbe essere stata esclusa, è quella che porta al mondo della criminalità organizzata. Uno dei lanciatori, in tenuta nera ma con alcuni segni distintivi, poco prima di accendere il fumogeno si trovava ai lati di via Etnea. Intanto, sono stati assegnati cinque giorni di prognosi al cameraman dell’emittente televisiva Rei Tv Lorenzo Nicotra. L’operatore, assieme al collega Filippo Romeo, è stato colpito al volto da una scheggia della terza bomba carta deflagrata a pochi metri dalla troupe. «Nulla di grave – commenta Romeo a MeridioNewssolo una leggera ecchimosi, ma il collega sta bene».  


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