Giustizia da levare il fiato, aule sporche e floppy d’epoca Cambierà l’appalto. Ma per Salvini pulizie straordinarie

A sentire parlare gli avvocati il ritornello è sempre lo stesso: «Non puliscono, ho visto pure le lumache». Le segnalazioni sulle condizioni igieniche del tribunale di Catania ormai non si contano più. All’interno delle aule del palazzo di giustizia di piazza Giovanni Verga capita pure di trovare qualche reperto archeologico del mondo della tecnologia. Come un floppy disk, la cui vendita e produzione è cessata nel 2011. Ma non tutti i mali vengono per nuocere: un’avvocata, per esempio, nei giorni scorsi ha ritrovato a terra l’orecchino che aveva perso il giorno prima durante un’udienza. A riprova della situazione poco dignitosa ci sono poi foto e video che gli stessi legali pubblicano periodicamente sui social o fanno girare nelle chat di WhatsApp

Negli ultimi mesi, ad alzare l’attenzione sul tema pulizia nei locali è stata anche la pandemia. Stando a quanto risulta a MeridioNews sarebbero state effettuate due sanificazioni ambientali. In entrambe le operazioni – la prima avvenuta a marzo durante il lockdown – però non è stato dato mandato alla Multiservizi, società partecipata del Comune di Catania che da diversi anni ha in mano l’appalto per la pulizia. «Nel contratto questo servizio non è previsto e non è stato mai chiesto fino al 10 dicembre», spiega a MeridioNews l’avvocata e presidente Serena Spoto. Proprio oggi dovrebbe svolgersi un incontro per decidere come procedere. «Secondo Multiservizi – continua – questa procedura andrebbe eseguita almeno una volta a settimana. Costi? Abbiamo proposto un prezzo basso: 50 centesimi a metro quadrato». 

Nelle aule, intanto, qualcuno si è attrezzato con salviettine e alcool. «Hanno messo i gel disinfettanti – spiega un avvocato – ma sono davvero pochi». Nei prossimi mesi, al massimo entro giugno, l’appalto della pulizia – che comprende non solo il palazzo di giustizia ma anche l’ex pretura in via Crispi e altre quattro sedi distaccate – passerà dalla Multiservizi alla società Dusmann, con sede a Bergamo. Negli ultimi tre anni, la partecipata di Palazzo degli elefanti ha lavorato grazie a continue proroghe del servizio con un appalto che vale circa 70mila euro al mese. «La mole di lavoro è spalmata su 37 dipendenti – conclude Spoto – sono pochi per una situazione complessa. Senza contare il fatto che dovremmo operare durante l’orario di lavoro di giudici e avvocati». La nuova gara d’appalto non ha visto tra le società partecipanti Multiservizi, fino al 2020 vincolata a lavorare in esclusiva per il Comune di Catania e, da tempo, alle prese con una difficile situazione aziendale e un piano interno di riorganizzazione

In tema di pulizia c’è anche il capitolo riguardante condizionatori e impianti dell’aria negli uffici. Alcune operazioni, come emerge da una relazione firmata dall’ingegnere Antonino Barbieri, sono state effettuate all’interno del palazzo di giustizia ad aprile dello scorso anno. Gli interventi in quel periodo sono andati tutti a buon fine a eccezione di quelli riguardanti gli impianti per il ricambio dell’aria. «Poiché si richiedono interventi più radicali – si legge nel documento – già da febbraio è stato richiesto alla ditta lo spegnimento al fine di prevenire la possibile diffusioni di batteri e del Covid-19». Tra aule sporche e impianti a mezzo servizio c’è anche il fronte della giustizia che cade a pezzi. Nell’aula Serafino Famà il punto in cui si staccò una lastra di marmo, che ferì l’avvocata Giulia Bongiorno durante l’udienza per il caso Gregoretti, non è stato ancora sistemato. Alla legale, e al suo assistito – l’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini – è andata meglio all’udienza successiva, quella nell’aula bunker del penitenziario di Bicocca: niente crolli, ma uno scerbamento straordinario dell’area, richiesto dal tribunale, e il passaggio della cera sui banchi dell’aula


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