Terme di Santa Venera al Pozzo ancora chiuse per lavori Il polo archeologico: «Siamo pronti a riaprire in estate»

Le Terme romane di Santa Venera al Pozzo ritorneranno al più presto a disposizione di visitatori e turisti? La risposta non è poi così scontata, visto che il sito archeologico che insiste nella zona acese di Reitana, nel territorio di Aci Catena, ha provvisoriamente chiuso i battenti a metà del 2019 a causa dei lavori di completamento del nuovo anfiteatro in pietra e alla ristrutturazione dei locali dell’Antiquarium. Un percorso museale dove sono esposti i ritrovamenti che momentaneamente sono conservati nei locali del polo archeologico di Catania.

I dipendenti che prestano servizio all’interno delle Terme non possono far altro che vigilare in attesa che gli operai completino i lavori. Durante l’estate, invece, sono rimasti a braccia incrociate per via della sospensione del cantiere per via delle misure anti-Covid. «I lavori sono ripresi a novembre – afferma la direttrice del Parco Archeologico Gioconda Lamagna a MeridioNews – C’è stato uno stop dovuto alle misure di contenimento della pandemia, e ciò ha allungato le tempistiche. Salvo altri impedimenti dovuti all’emergenza epidemiologica, le operazioni saranno concluse in estate».

Le Terme romane di Santa Venera al Pozzo affondano le proprie radici già in epoca preistorica, resistendo al periodo tardo greco per fiorire durante l’età imperiale. Oggi presentano i ruderi dell’antico insediamento termale romano e la chiesa di Santa Venera al Pozzo, risalente al XII secolo. Il sito, centro di numerosi scavi archeologici, sorge all’interno della Valle delle Aci, zona sottoposta a vincoli paesaggistici. Dal 2019 le Terme romane di Aci Catena fanno parte del Parco archeologico e paesaggistico di Catania, da due anni presieduto da Gioconda La Magna.

Da tempo la politica e le istituzioni hanno cercato di valorizzare e ampliare le attrazioni turistiche del sito. Per ben due volte, dal 2007 al 2013 e dal 2014 fino al 2020, le Terme hanno beneficiato dei fondi europei per lo sviluppo regionale (Po Fers). Il primo finanziamento si è aggirato intorno a un milione e mezzo di euro per il restauro e la manutenzione di beni immobili e per scavi archeologici. Con questo progetto si è concretizzata la realizzazione dell’anfiteatro in pietra all’interno del sito. Nel corso degli anni, la gestione gestione dell’opera ha interessato diversi soprintendenti e direttori dei lavori. Ma per vedere la luce definitivamente sono stati necessari i fondi 2014-2020. A dirigere i lavori durante il primo progetto di finanziamento era stato l’architetto Carmelo Di Stefano. A quest’ultimo si è sostituito l’attuale direttore dei lavori Giuseppe Sciacca. «L’anfiteatro è quasi completo, manca solo di spogliatoi, camerini e bagni per avere l’agibilità – spiega Sciacca – I lavori ai locali dell’antiquarium riguardano invece l’ammodernamento e la ristrutturazione. A luglio contiamo di finire tutto».

Tuttavia, da quando è stata posta la prima pietra per la realizzazione dell’anfiteatro, non sono mancate le opinioni contrarie di cittadini e turisti che hanno fatto notare come il progetto potrebbe non essere conforme al contesto storico e paesaggistico. «Posso stroncare qualsiasi polemica – sottolinea Sciacca – Garantisco che la struttura segue il pendio del terreno e si integra abbastanza bene col contesto: stiamo parlando di un’opera interrata e non isolata». Questi ultimi fondi previsti per il completamento dei lavori compaiono in un provvedimento regionale del 2018. Lo stesso documento prevedeva la consegna dei lavori entro 365 giorni dall’affidamento.

Gli scavi archeologici sia all’interno delle Terme romane e nella circostante area della Valle delle Aci, negli anni, hanno potuto attestare la presenza di diverse civiltà grazie a numerosi ritrovamenti. Gli ultimi scavi, che però si sono condotti fuori dal perimetro delle Terme romane, risalgono a qualche anno fa. Nel 2015, nel corso dei lavori per la costruzione di due villette, è stato trovato un tempio di origine greca. 


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