Le ricette di una donna dai facili dolciumi

Non so voi, ma io quando devo preparare un dolce a casa divento pazza. Sarà che ho il forno di Barbie, sarà che sporco quintali di stoviglie, sarà che non si finisce mai e il risultato è una via di mezzo tra il «vorrei ma non posso» e il remake della corazzata Potemkim del ragioniere Fantozzi.

Quindi, dal Vangelo secondo Giovanna, ossia «Come sopravvivere a un laboratorio di pasticceria e gelateria e vestirsi da femmina almeno una volta l’anno», eccovi una ricettuzza facile facile (= easy = no sbatti) che vi eleggerà il re o la regina del dessert al pranzo di Pasqua (leggasi Julia Child spostati e Suor Germana non fare quella faccia ca m’arrinnisciu bonu).

Popolo di coraggio, nutrito a mandarini, pistacchi e ricotta, armatevi di 5 minuti di pazienza e una coppa da Martini (attipu James Bond) e calamu o, per meglio dire, let’s go.

Tre preparazioni, che potrete comporre con un po’ di anticipo rispetto al momento del servizio lasciandovi tutto il tempo per: caponate, falsomagro, lasagne, pepate di cozze, struffoli e rococò e magari troverete l’occasione per un colpo di mascara e una spruzzata di deodorante, che male non fa, specie se avete fritto senza pietà. E fa pure rima.

GELO DI MANDARINO 

250 gr. succo di mandarino 

25 gr. amido 

50 gr. zucchero

Sciogliere a freddo l’amido nel succo di mandarino. Ok, qua ci sta un po’ da spremere mandarini ma come diceva mio nonno “cu bedda voli appariri un pocu deve suffriri“. Aggiungere lo zucchero e mescolare bene con una frusta. Addensare a fiamma bassa, continuando a mescolare. Versare nel bicchiere e lasciare raffreddare, creando la base del dessert. E sto #1.


PISTACCHI SABBIATI 

65 gr. pistacchi 

65 gr. zucchero 

20 gr. acqua

Mettere acqua e zucchero in una pentola e portare a bollore (occhiu vivo ca s’abbampa e magari il caramello lo facciamo un’altra volta). Aggiungere i pistacchi e mescolare finché lo zucchero non si sarà seccato del tutto intorno ai pistacchi. Togliere dal fuoco e lasciare raffreddare su un foglio di carta da forno. Tagliare grossolanamente e posizionare sopra il gelo di mandarino freddo. E sto #2.


MOUSSE DI RICOTTA 

500 gr. ricotta 

100 gr. zucchero 

150 gr. panna semi montata

Mescolare la ricotta con lo zucchero e lasciare riposare. Sarebbe preferibile passare il composto a setaccio per dare un corpo super fine, ma se non avete tanto tempo vi assicuro che non muore nessuno e vivranno tutti felici e contenti anche senza lo sbatti-setacciata. Aggiungere la panna semi montata. Porre il composto in una sac a poche e adagiare sui pistacchi. Se non avete una sac a poche potete utilizzare tranquillamente un cucchiaio, se non avete un cucchiaio provate con la forza del pensiero o con la bacchetta magica di Harry Potter ma mi pare assai difficile.

Per darmi un tono professional ho guarnito con scaglie di fave di cacao raccolte da vergini scalze a mezzanotte e una fogliolina di menta (o forse è ortica, non sono sicura sicura che sia menta, ma vabbè, in foto viene bella). In alternativa potete utilizzare delle scaglie di cioccolato fondente e una qualsiasi erbetta decorativa che avete in terrazzo tranne, ovviamente, l’erba gatta. Ovvio che se avete a pranzo vostra suocera siete autorizzati a usare erba gatta, ortica, cicoria ripassata cu l’agghiu e varie ed eventuali. Eviterei comunque la pianta del vicino rasta regaetton, non si sa mai, a meno che non puntiate all’eredità o a entrare alla Nasa come stagisti.

Servite con un cucchiaino. Se non avete neanche cucchiaini consiglierei di andare all’Ikea a riempire qualche carrello, comprando magari due crocchette di salmone che te le tieni in frigo e fai la tua figura sempre, proponendo il dessert come un dolce marocchino da mangiare con le mani e concludendo il servizio con il pluripremiato «Se non ti lecchi le dita, godi solo a metà».

Amen

Giovanna Musumeci, mai ritirata la sua pergamena di laurea in Economia, diventa ambasciatrice della granita nel mondo. Dalla gelateria di famiglia Caput mundi a Randazzo allo Sherbeth Festival di cui è codirettrice, la si trova ovunque si parli di gelato con passione e un pizzico di follia.


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