Annullato dibattito su omogenitorialità all’assemblea del liceo Tra accuse di omofobia e prudenza, scatta pure una denuncia

«Tema dell’omogenitorialità, con la testimonianza della famiglia De Florio composta da due padri e due figli». Sarebbe dovuto essere uno dei punti all’ordine del giorno dell’assemblea d’istituto di ieri mattina al liceo artistico statale Emilio Greco di Catania. Almeno stando a una prima circolare, datata 24 marzo e firmata dal dirigente scolastico Antonio Alessandro Massimino. A questa, nel giro di pochi giorni, ne sono seguite altre due: una seconda dell’indomani – il 25 marzo – con cui «il dibattito è annullato»; e una terza – con la data di ieri – nella quale si annuncia la «rimodulazione dell’incontro sull’omogenitorialità». Per chiarire cosa abbia portato all’annullamento – che nella terza circolare diventa un «rinvio» – e poi alla riprogrammazione con modifica del tema, bisogna procedere con ordine. 

Partiamo dalla fine: l’assemblea ieri mattina si è svolta sulla piattaforma Zoom e il punto è venuto fuori. «O meglio – precisa a MeridioNews una studentessa che preferisce rimanere anonima – abbiamo parlato del fatto che non sia stato possibile parlarne e questa è una forma di omofobia». Stando a quanto riportato dalla ragazza, sarebbero stati alcuni genitori a lamentarsi non ritenendo opportuno che quel tema – proposto dai rappresentanti d’istituto una decina di giorni prima e già accolto, come dimostra anche la prima circolare – venisse affrontato a scuola. «A quel punto, il preside ha preferito annullare l’ordine del giorno – riporta la studentessa – Un fatto grave sia perché gli studenti devono essere liberi di scegliere i temi da trattare in assemblea – afferma – e poi perché questi sono argomenti che dovrebbero essere normali e, invece, sono ancora tabù». 

Nessun cenno da parte degli studenti però a un grave episodio accaduto durante l’assemblea online. «Un ragazzo ha fatto vedere foto pornografiche e immagini di svastiche accompagnandole con frasi omofobe e rimandi al nazismo. Un atteggiamento – spiega il preside – che abbiamo subito segnalato alla questura e che stiamo provvedendo a denunciare alla polizia postale». Non può essere questo, per questioni meramente cronologiche, il motivo per cui giorni fa il punto all’ordine del giorno è stato annullato. «Non ho ricevuto nessuna lamentela da parte dei genitori – precisa il dirigente scolastico – All’inizio io ero stato favorevole perché sono temi sacrosanti ma poi ho pensato che, per evitare attacchi, sarebbe stato meglio fare un incontro con più attori, una discussione sana e democratica e non unilaterale. Anche perché – aggiunge – conoscono i miei alunni e i loro genitori». 

Voci di corridoio, in realtà, rimandano a qualche professore che avrebbe contribuito a mettere la pulce nell’orecchio del dirigente scolastico. «Non possiamo essere tacciati di essere omofobi – continua Massimino che è preside da undici anni – Semplicemente non conosco gli attori esterni che avrebbero dovuto partecipare e non so cosa avrebbero detto e in che termini avrebbero affrontato la questione». Christian De Florio e Carlo Tumino sono padri di due gemelli eterozigoti – Julian e Sebastian – nati negli Stati Uniti tramite la gestazione per altri, il cosiddetto utero in affitto. La loro scelta di diventare genitori e la loro vita quotidiana la raccontano ogni giorni su un blog e sui social e hanno anche scritto un libro dal titolo Papà per scelta. «Sicuramente i ragazzi hanno scelto un tema che è ancora spinoso e divisivo anche all’interno del mondo Lgbt – commenta il presidente di Arcigay Catania Armando Caravini – Il luogo più idoneo per affrontarlo è certamente la scuola che ha il compito di mostrare il mondo a 360 gradi. Il problema – continua – è che nelle scuole anche l’approccio con l’educazione sessuale è ancora ipocrita e bigotto». 

Nella terza circolare, intanto l’incontro è diventato «una tavola rotonda variegata con professionisti che possano trattare l’aspetto legale – si legge nel documento a firma del preside – consulenti familiari, psicologi, un moderatore e una platea che voglia deliberatamente e democraticamente prendere parte all’incontro con l’eventuale consenso dei genitori/tutori per gli alunni minorenni». Il riferimento alla famiglia Florio è scomparso, ma dalla presidenza assicurano che «li inviteremo dopo averli conosciuti e, per non polarizzare la questione – sottolinea la vicepreside Nina Formica – abbiamo evitato di coinvolgere il mondo della chiesa». La cosa che stupisce è la richiesta di «consenso» ai genitori degli alunni che non hanno ancora compiuto 18 anni. «Nella nostra scuola – chiarisce Formica – ci sono diversi ragazzi omosessuali, una ragazza che vuole essere chiamata con un nome maschile e alcuni hanno già avviato il percorso per il cambio di sesso». Realtà che la direzione scolastica conosce e prova ad affrontare: «Con la psicologa organizziamo incontri per tutto il gruppo classe – racconta la vicepreside – per costruire insieme un momento delicato della crescita. Anche in quel caso, però – conclude – chiediamo prima l’autorizzazione ai genitori». 


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