Gregoretti, difesa Salvini si allinea con la procura «Scelte sui migranti erano condivise dal governo»

Le scelte di Salvini sui migranti? Espressione della linea del governo giallo-verde. Lo ha ribadito anche oggi Giulia Bongiorno, l’avvocata che assiste Matteo Salvini nel caso Gregoretti. Dal nome della nave della Guardia costiera rimasta, a luglio 2019, per cinque giorni a largo delle coste siciliane con 131 migranti a bordo. Oggi l’ennesima puntata della vicenda giudiziaria con l’udienza preliminare davanti al giudice Nunzio Sarpietro. Il segretario della Lega, ed ex ministro degli Interni, è accusato di sequestro di persona aggravato. Nei suoi confronti la procura, rappresentata dal sostituto procuratore Andrea Bonomoha chiesto il non luogo a procedere con la formula perché il fatto non sussiste. Posizione che non è una novità, poiché gli uffici giudiziaria di piazza Giovanni Verga si erano già espressi con la richiesta di archiviazione, poi rigettata per fare spazio a una nuova istruttoria.

L’avvocata Bongiorno ha preso la parola dopo le discussioni dei legali delle parti civili, quest’ultime convinte invece nel chiedere di mandare a processo Salvini chiedendone il rinvio a giudizio. «Torno tranquillo dai miei figli – spiega Salvini fuori dall’aula bunker numero due del penitenziario di Bicocca – e spero che il 14 maggio questa storia si chiuda qua. Quando facevo il ministro, a differenza di altri che non ricordano, erano oneri e onori. Se vuoi fare una vita tranquilla, fai altro». Parole che rimandano al duro scontro con l’ex collega di governo Danilo Toninelli, ex ministro di Infrastrutture e trasporti nel primo governo Conte. L’esponente del Movimento 5 stelle è stato soltanto uno dei testimoni eccellenti chiamati dal giudice a ricostruire i fatti di quei giorni. Poi è toccato anche agli attuali ministri Luciana Lamorgese e Luigi Di Maio. Oltre all’ex ministra Elisabetta Trenta e all’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

Salvini ha ribadito ancora una volta la sua linea in tema di migranti. «Rifarei esattamente quello che ho fatto: combattere gli scafisti e costringere l’Europa a dire che esistiamo». Parole che rimandano al braccio di ferro dei mesi più caldi sul fronte degli arrivi. Da un lato l’Italia e dall’altro la Commissione europea e le richieste di redistribuzione dei migranti tra gli Stati membri. Oggi la difesa del senatore leghista ha anche presentato una nuova memoria difensiva. Si tratta di un documento di 63 pagine in cui vengono ricostruiti alcuni passaggi di quanto avvenuto nell’estate 2019. Ultimi passaggi di una vicenda ormai alle battute finali, almeno per quanto riguarda la fase preliminare. A Palermo, invece, la procura ha chiesto per Salvini il processo per il caso Open Arms.


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