Edilizia, sì a norma per sanatoria in aree sotto tutela Attiva Sicilia si spacca. La legge passa per un voto

Appena un voto. Ma quel tanto che basta per fare passare quello che per tutti è un nuovo condono edilizio, fare esplodere la polemica tra maggioranza e opposizione e suscitare più di un imbarazzo all’interno di Attiva Sicilia, la formazione nata dagli scissionisti del Movimento 5 stelle. Al centro dell’attenzione c’è una norma inserita nel ddl che aggiorna la legge in materia di edilizia: l’articolo 20 prevede l’estensione del condono straordinario anche agli immobili attualmente presenti in aree sottoposte a vincoli paesaggistici. Alla fine la votazione si è conclusa con 19 sì e 18 no.

A posteriori si può dire che è stato fondamentale il ruolo di Attiva Sicilia, che tuttavia non ha votato compatta. Angela Foti e Sergio Tancredi, infatti, hanno espresso il proprio favore, mentre contraria è stata Valentina Palmeri. «Inaccettabile l’approvazione dell’articolo 20 relativo alla compatibilità delle costruzioni realizzate in aree sottoposte a vincolo – ha dichiarato Palmeri – Una riscrittura inammissibile presentata pochi minuti prima della discussione dell’articolo che la norma è stata oggetto di lunghe discussioni e approfondimenti in commissione. L’approvazione di questa sanatoria è un brutto segnale politico, in una Sicilia segnata dal problema dell’abusivismo». Non hanno preso parte alla votazione, perché assenti, Matteo Mangiacavallo ed Elena Pagana. «Mi sarei allineato al sì. Il voto di Palmeri? Dopo la costituzione di Attiva Sicilia, è diventata portavoce dei Verdi rimanendo con noi ma dimettendosi dal ruolo di presidente del gruppo», dichiara a MeridioNews Mangiacavallo. 

A difendere il proprio voto dalle critiche sono invece Tancredi e Foti, secondo i quali in ballo non c’è alcun condono. «Si permette di beneficiare di una previsione di legge nazionale. I vincoli assoluti rimangono, mentre la misura riguarda soltanto i vincoli relativi – commenta Angela Foti – e questo sempre se si acquisiscono i pareri degli organi di controllo preposti e si paga la sanzione». Le fa eco Tancredi: «In Sicilia, quando fu recepita la norma nazionale relativa sull’edilizia, fu recepita parzialmente determinando un vuoto normativo. Questo vuoto normativo ha determinato che moltissimi, chiedendo le autorizzazioni al proprio Comune, sono stati autorizzati a fare i lavori».

Per le opposizioni, però, la norma è destinata a essere cassata da Roma. «Questa norma aggredisce la bellezza del paesaggio siciliano, ma sarà stoppata dal giudice delle leggi perché è chiaramente incostituzionale», ha detto il deputato regionale del M5s Giampiero Trizzino. «I siciliani vanno rassicurati, la norma verrà sicuramente impugnata e non avrà alcun futuro», rilancia il segretario regionale del Partito democratico Anthony Barbagallo. Che poi risponde a chi nelle ultime ore ha fatto circolare qualche screenshot riportante una sua dichiarazione di qualche anno fa dove si diceva favorevole «al rilascio in sanatoria» delle concessioni edilizie. «Il governo Crocetta fece due circolari per sblcocare alcune pratiche, si trattava di casi specifici, qui è stata fatta una legge – replica Barbagallo – Le opposizioni da mesi spingevano la riforma del testo sull’edilizia e la maggioranza ha tenuto in ostaggio un ddl per poi infilarci una sanatoria. Per l’ennesima volta, il governo Musumeci ha gettato la maschera».


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