Farmacia, un film sul laboratorio dei veleni Una pellicola ispirata al memoriale di Patanè

Le paure, le accuse sussurrate, gli odori e gli strani fenomeni per anni custoditi all’interno dell’edificio 2 della Cittadella universitaria, sede del dipartimento di Scienze farmaceutiche dell’Ateneo di Catania. Questo lo scenario del film Con il fiato sospeso della regista palermitana Costanza Quatriglio, autrice tra gli altri dell’acclamato Terramatta.

Al centro della pellicola che ha per protagonista Alba Rohrwacher c’è Stella, giovane studentessa di Farmacia giunta all’ambito traguardo della laurea. I timori per un luogo che viene giudicato sempre più insalubre diventano man mano più forti, così come i malori che la studentessa non nasconde ad un’amica, Anna – ex allieva della stessa facoltà che ha lasciato i corsi per dedicarsi alla musica – che le consiglia di lasciare quei luoghi pericolosi. Ma è difficile allontanarsi dalla propria passione, da quel percorso per il quale ci si è lungamente impegnati.

La vita di Stella si incrocia con quella di un giovane dottorando, autore di un diario. È qui che il racconto diventa più reale, quasi affianca la cronaca afferrando una vicenda giudiziaria dai contorni sfumati. Quel memoriale, finito di scrivere negli Stati Uniti durante la ricerca di una cura per un tumore ai polmoni devastante, non solo è l’ultima testimonianza di Emanuele Patanè, è soprattutto l’elemento che sta alla base di due processi. Il primo dei quali – quello per disastro e gestione di discarica non autorizzata – è alle sue fasi finali.

Stella e Anna, Emanuele e Agata. E poi Melissa, Saverio, il signor Giovanni e il signor Rosario. Tante le vite che ogni giorno si intrecciavano con il fiato sospeso per non sentire quegli odori tanto pungenti quanto sospetti dentro i locali universitari sede di tante speranze. E tutti prendono voce in questo piccolo film della durata di 35 minuti selezionato per partecipare, fuori concorso, al festival del cinema di Venezia.


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Con il fiato sospeso, cortometraggio della regista palermitana Costanza Quatriglio, prende spunto dalla storia di Emanuele, Agata e tutte quelle persone che giorno dopo giorno si recavano nei locali dell'ex facoltà catanese. Un luogo sospettato di recare al suo interno una forte contaminazione che avrebbe messo in pericolo le vite di studenti, docenti e lavoratori. La pellicola parteciperà fuori concorso al festival del cinema di Venezia

Con il fiato sospeso, cortometraggio della regista palermitana Costanza Quatriglio, prende spunto dalla storia di Emanuele, Agata e tutte quelle persone che giorno dopo giorno si recavano nei locali dell'ex facoltà catanese. Un luogo sospettato di recare al suo interno una forte contaminazione che avrebbe messo in pericolo le vite di studenti, docenti e lavoratori. La pellicola parteciperà fuori concorso al festival del cinema di Venezia

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