Oltre 30 milioni di euro rivolti a servizi all’infanzia Iniziativa della Regione per i bambini fino a 6 anni

Dodici milioni di euro per le Sezioni primavera (24-36 mesi) e per la scuola dell’infanzia (3-6 anni) e 15 milioni dedicati alla fascia 0-3 anni, ai quali si aggiungono altri sei milioni del 2020. Ammontano a 33 milioni di euro i fondi destinati al sistema integrato di educazione e istruzione dalla nascita sino a sei anni i cui servizi, in Sicilia, sono di competenza dell’assessorato alla Famiglia per la fascia dai zero ai tre anni anni, mentre dell’assessorato all’Istruzione per quelli rivolti ai bambini dai tre ai ai sei anni. Il sistema definisce, nel complesso, servizi, obiettivi strategici e finalità. «Appena ricevuta l’autorizzazione ministeriale, l’erogazione di questi fondi – spiega l’assessore all’Istruzione, Roberto Lagallapermetterà di potenziare il servizio e rispondere adeguatamente alle esigenze manifestate da tante famiglie siciliane. L’abbattimento dei costi per le mense, l’accoglienza gratuita di bambini in condizioni disagiate, un rilevante numero di Sezioni primavera, l’istituzione di Poli didattici per la ricerca pedagogica e didattica e la formazione del personale permetteranno il consolidamento di un sistema integrato capace di garantire continuità didattica e innovazione».

In particolare, con riferimento alla programmazione regionale per la fascia dai tre ai sei anni, l’assessorato all’Istruzione ha ripartito i 12 milioni di euro per l’anno 2021-22. Alle scuole dell’infanzia delle nove province saranno assegnate le seguenti risorse: Agrigento, 1,3 milioni di euro; Caltanissetta, 607 mila euro; Catania, 2,2 milioni di euro; Enna, 277 mila euro; Messina, 1,4 milioni di euro; Palermo, 3,6 milioni di euro; Ragusa, 805 mila euro; Siracusa, 998 mila euro; Trapani, 865 mila euro. Col finanziamento saranno mantenute 244 Sezioni primavera, per bambini di età compresa tra i 24 e i 36 mesi. Inoltre, negli istituti paritari, è prevista l’accoglienza gratuita di due bambini a sezione, grazie a un contributo di millecinquecento euro assegnato per ognuno di loro, con priorità per i soggetti disabili o con Isee inferiore a 12.058,82 euro. Sempre nelle scuole paritarie, sarà erogato di un ulteriore contributo di 3.900 euro per ogni sezione, in totale oltre quattro milioni di euro, destinato al recupero delle maggiori spese di gestione sostenute in occasione della pandemia e, in particolare, per l’abbattimento delle rette a carico delle famiglie, prioritariamente per quelle con Isee inferiore a 15.748,78 euro.

Alle scuole dell’infanzia afferenti al sistema pubblico statale è, invece, finalizzato un contributo con l’intento di favorire il prolungamento del tempo scuola e di contenere gli oneri a carico delle famiglie. Agli istituti statali per l’infanzia della provincia di Agrigento sono destinati, nel complesso, 408 mila euro; a Caltanissetta 288 mila euro; a Catania 513 mila euro; a Enna 206 mila euro; a Messina 543 mila euro; a Palermo 388 mila euro; a Ragusa 457 mila euro; a Siracusa 495 mila euro; a Trapani 340 mila euro.

Il nuovo sistema integrato da zero a sei anni prevede, inoltre, la costituzione di Poli didattici per l’infanzia in ogni provincia che, in collaborazione con Università o enti accreditati, potranno attivare percorsi di ricerca e formazione per favorire lo sviluppo e il consolidamento del progetto didattico. I Poli, fino a un massimo di 10, saranno individuati, con procedura a evidenza pubblica curata dall’Ufficio Scolastico Regionale (Usr), a seguito di presentazione di progetti da parte delle istituzioni scolastiche interessate. Sono, infine, previste azioni mirate alla formazione del personale del Sistema integrato, affidando alle predette scuole Polo il compito di organizzare 62 moduli di 30 ore ciascuno, per docenti ed educatori del territorio.

«Un intervento che punta ad un recupero virtuoso dalla posizione di retroguardia che abbiamo trovato – ha dichiarato l’assessore alla Famiglia, Antonio Scavone – Gli asili nido sono la prima risposta che deve essere garantita alle famiglie ed in particolare alle donne lavoratrici. Puntiamo sul rafforzamento dei servizi comunali e del sistema accreditato».


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