Trasporti, cosa cambia con l’inizio dell’anno scolastico Da Unict ai Comuni etnei, a rischio linea Centro Sicilia

Il calendario di Fce non segue quello delle stagioni: per Ferrovia circumetnea, infatti, da oggi comincia la stagione invernale «con linee e orari che si adeguano alle esigenze dell’utenza», spiega a MeridioNews il direttore generale Salvatore Fiore. Lo spartiacque del trasporto pubblico locale coincide con l’inizio dell’anno scolastico. Qualcosa cambia, qualcos’altro potrebbe essere modificato a breve, mentre altro ancora resta invariato «almeno da quando la pandemia del Covid-19 ha alterato, in alcuni casi anche forzatamente, le abitudini dei cittadini e degli utilizzatori dei mezzi pubblici», analizza Fiore preoccupato che l’aumento di utenza non vada di pari passo con una «crescita della cultura della sicurezza e, quindi, del rispetto delle norme per prevenire la diffusione del coronavirus. I mezzi pubblici – avverte – sono ambienti chiusi e, in quanto tali, a rischio altissimo di contagio. Per questo, bisogna essere ancora più rigidi nel seguire le regole». 

La prima novità di Fce riguarda la tratta Randazzo-Riposto. La vecchia littorina in estate non ha circolato e, al suo posto, l’azienda ha coperto il percorso con degli autobus. «Una soluzione che ci è sembrata la migliore – dichiara il direttore generale di Fce – per portare avanti il più velocemente possibile dei lavori di manutenzione per potenziare e migliorare le condizioni di sicurezza della tratta». Con i vagoni sulle rotaie, gli operai avrebbero potuto lavorare solo di notte e il tempo necessario a ultimare le opere sarebbe stato più lungo. «Adesso, i lavori sono stati completati e con l’apertura delle scuole – assicura Fiore – man mano torneranno i treni». Sulla tratta Catania-Randazzo, invece, i treni di superficie hanno sempre continuato a funzionare. Con la ripresa della didattica in presenza «implementeremo il programma di esercizio con più corse sia di treni che di autobus. Alcuni preferiscono il trasporto su ruote – aggiunge il direttore – perché le fermate, rispetto alla stazione, sono più vicine alla destinazione».

A causa delle restrizioni dovute al coronavirus, per i mezzi pubblici c’è ancora il limite della capienza all’80 per cento. «Per sopperire ai posti che non è possibile occupare – spiega Fiore – per quanto riguarda il trasporto scolastico, ci avvaliamo di un’azienda esterna. Senza il Covid, non avremmo avuto questa necessità». Di mezzi e di uomini, tanto che al momento Fce – che dipende totalmente dal ministero dei Trasporti – ha in corso una procedura per selezionare otto nuovi autisti e per acquistare dieci nuovi autobus per evitare di dovere ricorrere anche in futuro a questo servizio integrativo. «Ma – sottolinea – seguendo tutte le regole del ministero ci vuole più tempo. Speriamo di riuscire a completare tutto entro fine anno». 

Nonostante il ritorno delle lezioni in presenza, la tratta Milo-Università rimane un servizio che effettua Amts (l’azienda partecipata del Comune di Catania nata dalla fusione di Amt e Sostare) e non più Fce. «Prima della pandemia – ricostruire il direttore – era un servizio che noi svolgevamo in convenzione con l’Università di Catania. Poi la domanda dell’utenza è diminuita e anche adesso, nell’incertezza tra didattica in presenza e a distanza, è rimasta piuttosto bassa». La linea che, almeno per il momento, rimane in bilico è quella che collega la stazione Nesima della metropolitana con l’istituto clinico Humanitas e il centro commerciale Centro Sicilia. «Da qui a breve – conferma Fiore – potrebbe non esserci più. Ci farebbe piacere continuare a mantenere un servizio che ha avuto un buon riscontro (specie, a quanto pare, in direzione del centro commerciale, ndr) ma insieme al ministero stiamo facendo delle valutazioni in base alle risorse». 


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