Isola delle correnti, in funzione il lido Shalai Maino: «Bisogna battersi per tutto il litorale»

«La battaglia per l’isola delle Correnti è uno specchietto per le allodole. I manifestanti vengono sabato e domenica e poi se ne tornano a Catania. Io invece abito qua, ho tante battaglie da portare avanti e sono solo. Il rischio è di scontrarsi con la disperazione della gente, mentre le lotte vanno fatte con intelligenza». Sono amare le considerazioni di Salvatore Maino, presidente del circolo Legambiente Pachino e in prima linea negli scorsi mesi contro la costruzione di un lido del litorale di fronte alla piccola isola, dal 2003 tra i siti di interesse comunitario da preservare e dal 1991 destinata a riserva naturale. Una battaglia persa, almeno per il momento, ma che per di più rischia di distogliere l’attenzione dalla condizione di degrado dell’intera spiaggia del Comune di Portopalo – da Carratois al noto campeggio Captain –  in provincia di Siracusa. Di recente documentata anche dall’annuale tour Goletta verde di Legambiente.

La vicenda del lido Shalai e le successive proteste risalgono a questa primavera. La concessione per la struttura sul litorale dove resistono le ultime dune del Mediterraneo è a nome dei quattro figli dell’ex assessore ai Lavori pubblici del Comune di Pachino Paolino Greco, circostanza che ha fatto indignare i più, che adombrano un eventuale favoritismo. «Ma ha senso fare una battaglia personale contro i Greco? – chiede Maino, che pure ha presentato diversi esposti in procura – E poi chiudere gli occhi sugli altri scempi accanto a questi mille metri quadrati? Per me non ha senso accanirsi contro delle persone specifiche e farle diventare delle vittime. Bisogna andare a Palermo a protestare contro il demanio marittimo e la sovrintendenza che fa capo alla Regione». A inizio aprile la struttura in legno viene innalzata, nonostante una petizione arrivata presto a più di ottomila firme e diverse manifestazioni nella zona, tra cui una catena umana in spiaggia. A fine mese i lavori si interrompono, la struttura viene smontata: sembra una vittoria e invece è solo un problema organizzativo dei proprietari. Presto risolto.

Oggi il lido è attivo, tra favorevoli e contrari. «Grazie al tanto criticato lido Shalai la signora che, a causa della disabilità non scendeva a mare da quattro anni, ha potuto rivedere la sua spiaggia – scrivono alcuni utenti sul gruppo Facebook dedicato – Grazie alla passerella costruita dal lido Shalai nel rispetto dell’ambiente e perfettamente in sintonia con l’ambiente circostante». Un’operazione pilotata, secondo Maino, che racconta di un lido non troppo frequentato. Almeno di giorno. «Ci vanno il sindaco, le forze dell’ordine e le persone importanti in paese – racconta – Ma poi è vuoto come tutti quelli della zona, che non sono pensati per la diretta fruizione del mare». Ma come locali notturni, spiega il presidente di Legambiente locale: «La sera il lido si riempie, tra alcool e casino fino alle sette del mattino. Vai in una sorta di discoteca gratis e poi, per caso, ti ricordi che hai davanti al mare». Una superficialità che, secondo Maino, non riguarda solo i frequentatori abituali di lidi. «Nonostante io presieda il secondo circolo più numeroso della Sicilia anche gran parte dei miei soci non era predisposto alla rivoluzione», spiega.

Le foto di Legambiente per il tour Goletta verde

Così come i manifestanti che si sarebbero battuti per l’isola per semplice moda, continua. «La protesta parte bene ma nasce malissimo dai frequentatori del Captain (noto campeggio di Portopalo ndr) che sembra un lager con le dune spianate». E la situazione non migliora guardando oltre la spiaggia antistante l’isola delle Correnti. «Carratois, che in linea d’aria dista nemmeno un chilometro, fino a 15 anni fa era molto più bella di questi mille metri quadrati dello Shalai. Mentre oggi hanno spianato le dune e resta solo la spazzatura». Eppure nemmeno l’ombra di una battaglia, si rammarica Maino. «La lotta va fatta a 360 gradi, non solo per l’isolotto e coinvolgendo i residenti – aggiunge – Non voglio fare il sociologo ma, in un territorio dove non un solo politico ha mai levato una voce, come si può pretendere che i cittadini partecipino? E’ più facile prenderli in giro con la speranza del lavoro e del rilancio del territorio».

Unica voce politica registrata è stata quella del Movimento 5 stelle nazionale che, a fine luglio, ha presentato una interrogazione parlamentare alla commissione Ambiente, territorio e lavori pubblici. Tra i tanti dubbi sollevati circa le autorizzazioni al lido Shalai, i deputati M5s hanno sottolineato anche l’assenza di un piano di utilizzo delle aree demaniali marittime, che «il Comune di Porto Palo non ha ancora predisposto, adottato e trasmesso alla Regione, per la sua approvazione». Una mossa che si spera abbia un esito migliore di quella giudiziaria, con i quattro esposti di Legambiente agli uffici di Siracusa. «La procura non risponde e intanto i termini sono scaduti. Meno male che poi i sostituti procuratori fanno gli appelli alla collaborazione dei cittadini – racconta Salvatore Maino – Mi aspettavo una risposta anche solo per dire “Magari avete ragione, ma formalmente è tutto apposto”». E invece niente. «Adesso bisognerebbe fare ricorso al Tar – conclude – ma costa e Legambiente non è certo una multinazionale. Io ho un sacco di disoccupati tra i soci e, se ho pochi euro, preferisco pulire una spiaggia che fare la lotta ai Greco che oggi va tanto di moda».

 

[Foto di Legambiente]


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Non sono bastate le manifestazioni, una catena umana in spiaggia né una petizione con più di ottomila firme per fermare la nuova struttura balneare innalzata sulle dune del Comune di Portopalo, in provincia di Siracusa, di fronte al noto isolotto. Ma, lontano dal clamore mediatico della vicenda, a parlare è il presidente del circolo locale di Legambiente: «I manifestanti sono gli stessi che poi vanno nei lidi-lager più giù. È una moda e invece le battaglie vanno fatte con intelligenza». Intanto il silenzio politico e giudiziario è rotto solo dal M5s nazionale. Guarda le foto di Goletta verde

Non sono bastate le manifestazioni, una catena umana in spiaggia né una petizione con più di ottomila firme per fermare la nuova struttura balneare innalzata sulle dune del Comune di Portopalo, in provincia di Siracusa, di fronte al noto isolotto. Ma, lontano dal clamore mediatico della vicenda, a parlare è il presidente del circolo locale di Legambiente: «I manifestanti sono gli stessi che poi vanno nei lidi-lager più giù. È una moda e invece le battaglie vanno fatte con intelligenza». Intanto il silenzio politico e giudiziario è rotto solo dal M5s nazionale. Guarda le foto di Goletta verde

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