No Muos, di nuovo in corteo alla Sughereta Centinaia di attivisti occupano la base

Ricomincia la lotta dal basso contro la costruzione del sistema satellitare Muos nella base militare americana di contrada Ulmo a Niscemi. L’organizzazione della manifestazione prevista per oggi alle 16.30 è partita dopo il passo indietro del governatore siciliano Rosario Crocetta sulla revoca dell’autorizzazione ai lavori di completamento delle antenne in seguito al parere dell’Istituto superiore della Sanità, che ha giudicato il sistema non dannoso per la salute. Il corteo parte dall’ingresso della Sughereta di contrada Pisciotto per raggiungere la base, dove, da ieri sera, sono penetrati otto attivisti, adesso arrampicati con altre due persone sulle antenne già esistenti. I militanti hanno anche effettuato delle riprese dalla cima dei ripetitori, subito diffuse sul web.

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I manifestanti No Muos all’interno della base Usa in contrada Ulmo

Ad appoggiare i manifestanti, siciliani e non, è arrivato anche l’appello al governo statunitense di venti intellettuali americani, con in testa il sociologo Noam Chomsky, per fermare immediatamente l’installazione. «Il progetto Muos e la militarizzazione della Sicilia – affermano – non sono nell’interesse dei cittadini e delle cittadine americani. Condanniamo fermamente le violenze contro i manifestanti e chiediamo che il loro diritto di parola e di protesta venga rispettato. Esprimiamo la nostra piena solidarietà con la società civile siciliana in protesta contro il Muos».

Ore 20.40 – Il corteo si allontana dalla base. «Sono entrate migliaia di persone, molti si sono arrampicati sulle antenne prima che scendessimo», racconta Alessio Crispino. «Certo – aggiunge – qualcuno sta anche pensando di rimanere ma vedremo». Intanto, in Rete tanti sono i commenti di chi ha assistito alla manifestazione.
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Ore 20.17 – Gli attivisti sono tutti scesi dalle antenne e la polizia, insieme al legale Alfonso Di Stefano, li hanno fatti ricongiungere al corteo. Nonostante durante lo scontro iniziale un militare della Guardia di finanza si sia fatto male ad una gamba e sia stato soccorso da un’autoambulanza, l’atmosfera è molto tranquilla. «Talmente tanto che sembra surreale», commenta un attivista tra la folla. «Li avrebbero potuti arrestare e invece la polizia li ha consegnati alla folla», aggiunge contento un altro.

Ore 20.05 – Gli attivisti, che da ieri sono arrampicati sulle antenne, stanno scendendo per raggiungere la folla del corteo, ormai giunta sotto l’impianto.

Ore 19.55 – I manifestanti stanno ormai invadendo pacificamente la base, andandosi a piazzare sotto le antenne. «Il corteo è dentro la base, è un sensazione stranissima, stiamo andando a prendere i ragazzi», le voci tra la folla. La polizia è a distanza e tranquilla.

Ore 19.39 – Dopo un primo momento di scontro con i manifestanti, la polizia sembra aver smesso di opporre resistenza. Circa trecento manifestanti sono dentro la base, a circa un chilometro dalle antenne occupate. «Non so se riusciranno ad arrivare fino a qui – ci dice al telefono Alessio Crispino – ma vederli oltre il recinto di filo spinato che non c’è quasi più è già una conquista per noi».

Ore 19.25 – La recinzione è stata sfondata i più punti. Centinaia di manifestanti stanno entrando e occupando la base.

Ore 19.15 – Un gruppo di attivisti ha varcato la seconda recinzione ed è entrato nella base. La polizia non sta opponendo resistenza.

Ore 19.00 – Si è aggiunto un nuovo attivista a quelli già arrampicati. «È riuscito a passare per portare l’acqua a Turi – racconta Alessio Crispino, su una delle antenne da ieri sera – e una volta su è rimasto con noi». Uno invece è dovuto scendere perché è volata una delle amache e «non sarebbe stato possibile resistere per tutta un’altra notte in due su una sola», spiega. Lo scopo dei manifestanti è entrare nella base da cittadini, cosa che gli è proibita da 22 anni. «Vogliamo vedere simbolicamente questo posto come quello che dovrebbe essere, una riserva naturale, e non una base militare. Questo vorremmo ottenere, l’entrata pacifica in modo tale da uscire poi tutti insieme», dice Crispino. Se così non sarà, prevedono di restare a manifestare sulle antenne per almeno altri due giorni.

Ore 18.46 – Alcuni manifestanti, tra cui anche bambini, hanno sfondato la prima recinzione che delimita la base militare Usa. Chi si sta spingendo oltre con lo scopo di varcare la seconda, protetta dal filo spinato, è respinto dai colpi di manganello dalle Forze dell’ordine.

Ore 18.30 – Il corteo, che forma una fila di persone lunga circa due chilometri, procede lentamente e nonostante il caldo. Chi è in testa è già arrivato alla base, dove uno degli attivisti arrampicati è sceso dall’antenna. Sono circa trecento e hanno annunciato di voler entrare nella base. «L’atmosfera è strana. C’è uno strano silenzio», commenta il penalista Goffredo D’Antona, legale dell’associazione Rita Atria, che nei giorni scorsi ha presentato una denuncia alla procura di Palermo nei confronti di Gaetano Gullo, il dirigente regionale che ha firmato l’annulamento della revoca delle autorizzazioni per l’impianto Usa. Davanti alla base ci sono tanti giornalisti e operatori televisivi. Poliziotti e guardia di Finanza sono in assetto antisommossa.

Niscemi, corteo del 9 agosto (foto di Ketty Bertuccelli)

Ore 17.30 – Secondo alcuni partecipanti alla manifestazione il corteo è composto da circa duemila persone. È diviso in diversi tronconi che stanno attraversando la stretta strada della Sughereta, sorvolata da un elicottero delle Forze dell’ordine. In testa al gruppo stavolta non ci sono le mamme, ma tanti giovani, che intonano cori contro il governatore Crocetta. Presenti alla manifestazione anche diversi sindaci di città siciliane, come il primo cittadino di Messina Renato Accorinti e di Palagonia Valerio Marletta. L’atmosfera è pacifica e la Polizia non è in tenuta antisommossa.

Ore 16.55 – Sono in circa mille per la Questura di Caltanissetta i partecipanti al corteo, già in marcia verso la base Usa.

[Foto del Ketty Bertuccelli su Twitter]


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