A moderare l'evento al palazzo Bufali di Belpasso è stata la direttrice di Sestarete Valentina Mammino. Alla conduzione il direttore artistico delle radio del gruppo Rmb Fabio Formosa. Le conclusioni affidate alla direttrice di MeridioNews Claudia Campese
La presentazione del libro del direttore Vito Sapienza «Una raccolta di poesie che è un documento storico»
Non è andata bene! É questo il titolo del libro di Vito Sapienza, il direttore responsabile del gruppo Rmb, che ieri pomeriggio è stato presentato al palazzo Bufali di Belpasso. Un libro che non è solo una raccolta di poesie ma anche un testo di narrativa che racconta una storia che ha dentro altre storie. Alcune private e altre condivise, vissute nel periodo in cui l’arrivo del coronavirus ha costretto tutti a restare chiusi in casa. Una figlia – Chiara – bloccata in Laos (nel Sudest asiatico), un amico morto a causa del Covid-19 ma anche l’arrivo della primavera, la Pasqua e il primo maggio che non poteva essere la festa dei lavoratori. A curare la prefazione del libro è stato il preside Franco Pagnotta.
«Quando un libro esce dalla tipografia, smette di essere dell’autore e diventa dei lettori», ha detto Sapienza all’inizio dell’evento che è stato moderato dalla direttrice di Sestarete Valentina Mammino e condotta dal direttore artistico delle radio del gruppo Rmb Fabio Formosa. Le poesie sono state lette dalla speaker di Radio fantastica Antonella Insabella. Mentre le conclusioni sono state affidate alla direttrice di MeridioNews Claudia Campese: «Questo libro è anche un documento storico e, oltre a delle immagini vividissime, mi sono rimaste alcune parole: speranza, resistenza, pazienza, nostalgia e ricordo».
Come quello che ha raccontato il presidente della fondazione Margherita Bufali Luciano Signorello. «Durante quel periodo di pandemia, prendevamo il caffè insieme, ognuno affacciato dal proprio balcone di casa e io non avevo idea che lui stesse già scrivendo questo libro». A farne un’analisi più tecnica è stato Nino Pulvirenti, dirigente scolastico in pensione che ha voluto partecipare all’evento mandando un videomessaggio da Monza. «Pensieri trasformati in poesie dal linguaggio semplice, essenziale e quotidiano che trasmettono emozioni ed evocano immagini – ha commentato Pulvirenti – Mi ha molto colpito l’uso dei verbi al condizionale che rimanda a un senso di speranza».
Un sentimento che ha caratterizzato quei giorni trascorsi tra isolamento e distanziamento sociale. «Da docente di lettere, io ho conosciuto Vito Sapienza come amante della retorica – ha detto l’avvocato Concetto Ferrarotto – e, invece, i suoi versi sono asciutti. Una peculiarità tanto più apprezzabile, se si pensa che fa riferimento a un periodo pieno di banalità, che ci siamo lasciati alla spalle forse senza capirlo davvero».