Unict, polemica per le elezioni online da rifare In un caso spuntano più voti che aventi diritto

Eligo, la piattaforma elettorale online, non sembra essere il migliore mezzo per gestire le competizioni elettorali universitarie. A dimostrarlo sarebbe l’annullamento delle votazioni per la nuova commissione paritetica al dipartimento di Scienze politiche, organo misto docenti-studenti a cui compete il monitoraggio dell’offerta formativa e della qualità della didattica, con la conseguente valutazione dei risultati. Il sistema prevede l’espressione di una sola preferenza, rendendo inspiegabile la presenza di 44 voti per 35 aventi diritto. Mistero presto risolto: sarebbe stato impostato su cinque preferenze, «un errore umano che può capitare», per gli uffici elettorali del dipartimento. Una spiegazione che però non basta a frenare l’aumento del malcontento per la scelta di votare online. Come a Medicina, dove la consultazione era prevista per il 28 ottobre e rinviata a data da destinarsi causa maltempo. Un appuntamento su cui pesavano già due lamentele burocratiche: la mancata ricezione dell’email di indizione del voto da parte di alcuni aventi diritto e l’assenza di pubblicità dell’elettorato attivo e passivo.

Tra qualche sospetto di natura politica e la certezza che dietro ci sia stato un errore di pre-impostazione, di certo quelli di Eligo e della trafila elettorale al tempo del digitale non sono i primi segnali di difficoltà. Come i due casi delle recenti elezioni universitarie per il rinnovo degli organi accademici: le liste presentate in ritardo da Alleanza universitaria – rispetto alla scadenza prevista per ricevere le email con i candidati – e ammesse con un’autocertificazione; e la denuncia ai Carabinieri da parte di uno studente – raccontata da I Siciliani Giovani – che non avrebbe potuto votare perché qualcuno lo avrebbe fatto prima con le sue credenziali.

Due i motivi dell’annullamento della votazione a Scienze Politiche e del successivo rinnovo della competizione il 4 novembre: l’impostazione del sistema informatico elettorale e l’espressione di meno di un terzo dei dottorandi legittimati. Tra questi «ha votato solo un avente diritto al voto anziché almeno un terzo dei componenti – si legge nella determina con cui il direttore di dipartimento Giuseppe Vecchio indice nuove elezioni – Inoltre hanno potuto esprimere fino a cinque preferenze e non una, come previsto dal regolamento». In quella che, in termini di legge, rimane una votazione a scrutinio segreto e con voto limitato a uno. «È stata preimpostata male», spiega Alessandra Leonardi, senatrice accademica di We love Unict. In soldoni: non ci sarebbero più votanti, ma solo più voti. «Siamo tutti d’accordo con l’annullamento e la nuova indizione – prosegue Leonardi – di certo con la votazione in presenza questo errore non si sarebbe verificato». 

A concorrere alle elezioni per la nuova paritetica a Scienze Politiche sono We Love Unict, espressione del consigliere regionale Gaetano GalvagnoArcadia, associazione di riferimento del deputato leghista all’Ars Luca Sammartino, anche se i giovani brasiliani (così li definiscono negli ambienti della politica universitaria per sottolineare un certo trasformismo) mantengono posizioni molto distanti da quelle leghiste; Nike, associazione con una connotazione di sinistra che non pare avere sciolto le riserve sull’eventuale vicinanza con Sammartino; Agorà di Forza Italia e Alleanza universitaria con Azione che fanno capo al sindaco di Catania nonché coordinatore regionale di Fratelli d’Italia Salvo Pogliese.


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