Bici a pedalata assistita, ancora sequestri I vigili: «Le sentenze ci danno ragione»

Per chi le vende e per chi le acquista sono biciclette a pedalata assistita. Per i vigili urbani etnei invece, verbali alla mano, si tratta di ciclomotori. In mezzo sta l’assenza – necessaria per la polizia municipale – di casco, patente e assicurazione. Una lunga polemica che, dopo aver segnato un punto a favore dei cittadini, sembra oggi ribaltarsi nel risultato. In questi giorni, infatti, i vigili hanno provveduto al sequestro di sette mezzi in un negozio all’interno di un centro commerciale etneo – di cui non sono stati rivelati i nomi -, dopo un’indagine della procura di Catania. Chi ha intenzione di acquistare queste bici dotate di un piccolo motore e dall’aspetto simile a uno scooter, raccomandano, dovrà quindi «usare il casco, pagare l’assicurazione e avere targa e patente».

Il caso è scoppiato lo scorso anno, con diversi sequestri di biciclette a pedalata assistita ad altrettanti sorpresi cittadini. Che hanno subito fatto ricorso. A maggio 2012 è arrivata la prima sentenza: «Il velocipede sequestrato è assimilabile a una bicicletta elettrica a tutti gli effetti di legge», scrive il giudice di pace di Catania Eleonora Distefano. A prescindere dal suo aspetto, troppo simile a uno scooter secondo i vigili urbani etnei. Lo scorso ottobre, il Comune di Catania – costretto dal giudice a risarcire i cittadini – ha presentato un ricorso in appello di cui ancora non si conosce l’esito. Ma la sentenza di primo grado, sfavorevole alla polizia municipale, secondo lo stesso ufficio è «un mero precedente totalmente difforme da altre sentenze dello stesso ufficio giudiziario». Casi che legittimerebbero i nuovi sequestri, come confermato anche dal parere della direzione locale del ministero dei Trasporti. E lo stop della motorizzazione civile potrebbe avere un peso determinante anche in una eventuale sentenza d’appello a favore del Comune, ribaltando la decisione del giudice di pace. Un’eventualità che farebbe risparmiare decine di migliaia di euro di risarcimento danni alle già disastrate casse dell’ente locale.

«La condizione indispensabile perché si possa parlare di bicicletta elettrica a pedalata assistita è che il veicolo si muova esclusivamente azionando i pedali, anche nel caso in cui esista un motore ausiliario che faciliti la pedalata – spiega Alessandro Mangani, comandante della polizia municipale etnea – Al contrario, con una falsa bicicletta a pedalata assistita, possono essere percorsi anche chilometri senza mai pedalare, utilizzando la manopola dell’acceleratore, violando in tal modo numerose norme del codice della strada che implicano anche la confisca del veicolo». Una distinzione, quella tra le vere bici a pedalata assistita e i presunti scooter camuffati, a cui i vigili etnei tengono molto, considerata la loro stessa dotazione di bici elettriche. Nel secondo caso, però, servono: «Certificato di circolazione, targa e assicurazione per la responsabilità civile verso terzi – specifica Mangani – I conducenti, inoltre, devono indossare il casco ed essere in possesso almeno di patente di categoria AM».


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