Luigi Renna è il nuovo arcivescovo di Catania Prime parole per migranti, carcerati e malati

Il suo nome circolava già da ore tra la Puglia, sua regione d’origine, e la Sicilia, dove approderà a breve. Luigi Renna sarà il nuovo arcivescovo di Catania. L’annuncio è stato dato alle 12 di oggi dal dimissionario Salvatore Gristina e dal vicario generale Salvatore Genchi, che hanno convocato tutto il clero etneo per l’occasione. «Il santo padre ha nominato arcivescovo metropolita di Catania sua eccellenza monsignor Luigi Renna, attualmente vescovo di Cerignola Ascoli Satriano». Questa la frase di esordio di Gristina, a cui è seguito un lungo applauso. Nato a Corato, in provincia di Bari, il 23 gennaio 1966, Renna si è formato nel seminario vescovile di Andria, in Puglia, tra il 1984 e il 1989. Ordinato sacerdote il 7 settembre 1991 a Minervino Murge, si è laureato in Teologia morale il 7 ottobre 1993 a Roma. Prima di essere nominato vescovo contra un ampio curriculum di esperienze accademiche e di insegnamento. Conta esperienze come vicerettore del seminario vescovile di Andria, dove fu anche direttore dell’archivio diocesano, oltre a reggere anche il seminario di Molfetta, il centro diocesano di vocazione e la scuola di formazione all’impegno sociopolitico di Andria. Ha diretto, inoltre, la biblioteca e l’archivio diocesano, vantando anche la direzione del mensile diocesano Insieme. Il primo ottobre 2015 è stato ordinato vescovo di Cerignola per poi insediarsi nel 2016. In questi ultimi anni, il vescovo pugliese è stato presidente della commissione Giustizia sociale e Lavoro all’interno della Conferenza episcopale italiana. Nel curriculum di Renna anche l’insegnamento di Teologia morale, Teologia bioetica sociale e della vita fisica, Teologia del matrimonio bioetica, oltre all’insegnamento delle Neuroscienze comportamentali. 

Tutta la chiesa catanese ha espresso la propria gratitudine verso monsignor Gristina, che adesso lascerà l’incarico per sopraggiunti limiti d’età. I ringraziamenti sono arrivati anche dal futuro arcivescovo catanese. «Non sono mai stato a Catania, e mi sento come Abramo che lascia la sua terra per andare verso un luogo totalmente inesplorato, nel quale il Signore lo precede e gli prepara il cammino con un popolo di fratelli e sorelle. Perché partire ancora? Per fede. Come Abramo. E per un senso di responsabilità nei confronti di quella promessa che facciamo nel giorno dell’ordinazione», scrive Renna in un primo discorso ai catanesi, che fa sapere inoltre di essere stato coinvolto «dagli scrittori siciliani che mi hanno affascinato fin dagli anni del liceo».

Nelle sue prime parole da capo della chiesa di Catania dà priorità agli ultimi: poveri, immigrati, carcerati. «Ultimi secondo logiche umane, ma che nel regno di Dio che avanza lentamente nella storia siete i primi – sottolinea – Voi poveri, voi uomini e donne che approdate dall’Africa sulle coste della Sicilia, voi che siete in carcere, soprattutto se siete giovani che si sono visti rubare il tesoro della loro età; voi anziani che forse vi sentite ai margini in un mondo così frenetico». Il neo arcivescovo Renna non manca di esprimere un pensiero a chi, come lui, ha perso una persona cara a causa del Covid. «Vi sento molto vicini per aver vissuto la stessa esperienza di un distacco in cui non abbiamo potuto regalarci gesti di affetto». Infine una menzione a papa Francesco «a cui va il mio grazie per la fiducia ancora una volta accordatami – conclude – (Lui, ndr) ci indica una strada che vogliamo continuare a percorrere, quella di chi si sente fratello di tutti, sulla stessa barca agitata dai marosi, e che vive la stagione stupenda del cammino sinodale, impegno primario nei prossimi anni. 


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