Istituti educativo assistenziali, l’ora della resa Cirino La Rosa: «Chiuderemo la scuola»

Protestano da oltre un mese i lavoratori degli Iea, gli istituti educativo assistenziali etnei: in piazza Università, sui giornali ma soprattutto nella sede dell’assessorato ai Servizi sociali di via Dusmet. Proprio qui, oggi, dopo un ennesimo acceso incontro con l’assessore Fiorentino Trojano, è giunta la notizia tanto temuta: l’amministrazione non può fare a meno di tagliare di 500mila euro i fondi destinati ai servizi sociali regolamentati dalla legge regionale 22 del 1986 per il 2013.

Una decisione che sarebbe obbligata a causa del piano di rientro concordato dal Comune di Catania con la Corte dei conti regionale per ripianare i debiti dell’ente. Ridurre i fondi, però, significa una diminuzione del numero di minori assistiti. Sono solo 370 minori, infatti, che avranno l’assistenza fino alla fine dell’anno contro gli oltre 700 dell’anno precedente. Molti dei 14 enti coinvolti nella fornitura dei servizi di trasporto, scuola, mensa e doposcuola per i minori in gravi condizioni economiche, dovranno quindi operare pesanti tagli al personale. O addirittura, come nel caso del Cirino La Rosa di San Giorgio, arrivare a decisioni drastiche: chiudere la scuola primaria paritaria, mantenendo solo il centro educativo pomeridiano.

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«Dovremo licenziare insegnanti e collaboratori scolastici, almeno 16 persone su un totale di 30 dipendenti. Non possiamo indebitarci ulteriormente», commenta Rosanna Di Guardo, insegnante e presidente del consiglio di amministrazione della Fondazione omonima che dal 2004 regge l’Istituto. «La struttura esiste dal 1969, e in quarant’anni non abbiamo mai cessato l’attività scolastica – prosegue Di Guardo – Abbiamo già provveduto un anno fa a tagliarci gli stipendi con un patto di solidarietà. Con solo 19 minori assegnati non abbiamo alternative al licenziamento. Lo scorso anno i bambini erano 80 di più». «Ci sono stati incontri tra il Comune e il governo regionale, per tentare di destinare i fondi della legge 328 del 2000 non utilizzati agli istituti educativo assistenziali. Ma non si è potuto fare, e perderò il lavoro», afferma Anna Rita Nicastro, rappresentante sindacale della Cisl scuola, anche lei insegnante al Cirino La Rosa.

«Vado di fretta, non posso rilasciare dichiarazioni», afferma invece l’assessore Trojano, che rapidamente esce dal suo ufficio, intorno alle 15. Ma il destino degli Iea è legato a doppio filo alle decisioni dell’amministrazione, non solo per l’istituto di San Giorgio: sorte simile toccherà anche all’istituto Sacro Cuore di Trappeto. «Purtroppo, a causa di una convenzione particolare, un solo istituto avrà assegnati 190 minori», spiega il responsabile Attilio Salafia, riferendosi all’istituto Mary Poppins di Librino, unico dei 14 enti educativo assistenziali catanesi ad avere una convenzione trentennale con il Comune. «Anche a noi, con solo 50 minori assegnati, toccherà mandare le lettere di licenziamento da lunedì», conclude Salafia.

All’interno dell’assessorato di via Dusmet sono solo una decina i genitori presenti. Che si dicono stanchi, come la signora Domenica, di dover «attendere le decisioni dell’amministrazione. Signor sindaco, mi appello a lei», dichiara la donna. Enzo Bianco che, come afferma invece un’altra mamma, la signora Rosita, «non si è mai fatto vedere nel corso degli incontri», dichiara la donna. «Abbiamo parlato con l’assessore al Bilancio Giuseppe Girlando, che ci ha detto di non essere lui la “persona competente per darci risposte”. Idem l’assessore ai Servizi sociali. Ma se nemmeno loro possono, a chi dobbiamo rivolgerci», commenta mamma Rosita. Che invia un appello all’amministrazione: «Si pensa solo al bilancio, ai conti. Ma perché non si pensa alle esigenze dei bambini, costretti a lasciare l’unico centro di aggregazione di San Giorgio?».


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L'istituto educativo assistenziale di San Giorgio dovrà licenziare almeno sedici persone, perché saranno solo 19 i ragazzi assegnati dall'amministrazione comunale in regime di semi-convitto per tutto il 2013, circa 80 meno rispetto allo scorso anno. «Cercheremo di convertire la struttura per svolgere solo attività pomeridiane, ma non abbiamo alternative alla chiusura», commenta la responsabile Rosanna Di Guardo. Una soluzione alla quale potrebbero arrivare anche gli altri 13 istituti catanesi. Che oggi hanno protestato per l'ennesima volta all'interno dei locali comunali di via Dusmet

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