Viva la vida, un’intensa Frida Kahlo al teatro Stabile «Un modo per fare emergere la sua anima di donna»

“Ho nelle vene sangue di ebrei ungheresi e sangue di indios taraschi, discendo dalla mescolanza di genti perseguitate e conquistate, costrette alla fuga e disperse. Sono carne e spirito delle Americhe, sono meticcia, sono figlia di una figlia nata dallo stupro dei guerrieri avidi d’oro”.

È una Frida Kahlo intensa, passionale e terribilmente vera quella portata sulla scena da Pamela Villoresi al Teatro Stabile di Catania in Viva la Vida, produzione del Teatro Biondo di Palermo, liberamente tratta dal romanzo di Pino Cacucci da parte di Gigi Di Luca che firma il progetto, l’adattamento e la regia dello spettacolo. «Viva la vida porta alla luce l’aspetto più propriamente femminile di Frida Khalo – spiega – attraverso simbolismi che richiamano la sua radice multiculturale ed etnica, andando oltre la narrazione biografica e facendo emergere l’anima di Frida donna, messicana, pittrice e rivoluzionaria».

Sulla scena ci sono gli ultimi giorni di vita dell’artista che, in attesa della Pelona, la morte, ripercorre tutta la sua esistenza e racconta al pubblico, in un’atmosfera sospesa a metà tra il reale e l’immaginario, il suo amore per la vita, per l’arte, per Diego e per la cantante Chavela Vargas. Il lungo flusso di coscienza è interrotto, in alcuni momenti, solo da alcune canzoni intonate proprio dall’ultima amante dell’artista, interpretata da Lavinia Mancusi. Sul palco anche Veronica Bottigliero, body painter che dipinge sul corpo nudo della protagonista i segni dell’arte di Frida.

Pamela Villoresi, nel suo monologo, riesce a trasmettere agli spettatori tutta l’energia, ma anche i turbamenti che hanno contraddistinto la travagliata vita di Frida Kahlo. Lo fa in maniera confidenziale, parlando al pubblico come si fa con un vecchio amico, che la ringrazia con lunghi applausi, alcuni dei quali a scena aperta.

«Questo spettacolo è un omaggio a Frida Khalo – afferma Pamela Villoresi – è una sorta di inventario della sua vita e della sua arte. Il testo racconta il suo ultimo rapporto d’amore, quello con la cantautrice Chavela Vargas. Dalle parole e dalle vite esemplari di queste due donne, che hanno imposto al mondo il rispetto per ciò che erano e per quello che facevano, scaturisce una forza straordinaria, la capacità di trasformare una situazione di svantaggio e di dolore in un’occasione di vita».

Frida Kahlo, antesignana dell’amore fluido e del body positive, è morta il 13 luglio del 1954. In questi 68 anni le donne hanno vinto molte battaglie, provando a condividere con gli uomini l’interno universo e non solo una metà del cielo. La strada, però, è ancora lunga e la forza della pittrice messicana sembra volgere lo sguardo alle donne vittime di compagni violenti, costrette a scegliere tra famiglia e carriera o ad accettare salari più bassi. Dopo quasi 70 anni, una donna ai vertici fa ancora notizia, le sue preferenze e abitudini vivisezionate e giudicate. E proprio per questo risulta ancora attuale la lezione di tenacia e leggerezza che Frida Kahlo ci lascia in eredità.


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