Pfizer, i sindacati rispondono al ministro Giorgetti «Subito un tavolo d’emergenza a Roma prima che sia tardi»

Dopo tre incontri al PalaRegione di Catania insieme ai rappresentanti della giunta regionale guidata da Nello Musumeci, in cui i sindacati hanno ottenuto la proroga di 17 giorni per la conclusione dello stato di mobilità che metterebbe alla porta 130 dipendenti impiegati nella sede etnea di Pfizer, le sigle sindacali rispondono al ministro dello Sviluppo Giancarlo Giorgetti. «Prendiamo atto ancora una volta che il ministero dello Sviluppo economico, attraverso le parole del ministro Giancarlo Giorgetti che sta seguendo la vertenza Pfizer Catania, continua a derubricare la vicenda come una questione prettamente regionale». A commentare la dichiarazione dell’esponente del Governo nazionale, sono i segretari provinciali di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec e Ugl Chimici che proprio ieri pomeriggio, mentre nell’aula della Camera dei deputati il ministro rispondeva ad un’interrogazione parlamentare sulla questione Pfizer, si trovavano riuniti nella sede di Confindustria per il prosieguo della trattativa con i vertici aziendali. Il ministro del governo Draghi ha fatto notare come dal governo ci sia la disponibilità a collaborare. Una possibile soluzione potrebbe infatti arrivare dalla legge di bilancio. Ma secondo le sigle sindacali urge immediatamente un tavolo di confronto.

«Oggi più che mai – rispondono le sigle dei lavoratori – considerato che, nonostante la buona volontà delle parti di trovare un punto di incontro dopo diversi incontri, per varie situazioni l’obiettivo di salvare tutti i 130 dipendenti è ancora molto lontano e c’è il serio rischio di continuare a rilento anche nel corso della prossima riunione convocata per giorno 19 aprile. Il tutto – continuano – mentre ci avviamo verso la fatidica data del 26 aprile quando, nella sede del Centro per l’impiego, al netto di improbabili ulteriori posticipi si dovrà concludere il procedimento già prorogato». A scrivere al ministro sono stati congiuntamente Jerry Magno, Giuseppe Coco, Alfio Avellino e Carmelo Giuffrida, anche a nome delle Rsu aziendali. 

Una situazione che, in caso di esito negativo, farebbe scattare le lettere di licenziamento e a quel punto «ogni ulteriore tavolo, anche nazionale, diventerebbe inutile – fanno notare i sindacati – La crisi occupazionale emersa nell’ambito del sito di Catania, lo ribadiamo ancora una volta, è di carattere nazionale poiché non riguarda soltanto un così cospicuo contingente di lavoratori interessati, bensì un intero polo produttivo che ancora oggi non conosce quale sarà il suo futuro. Non bastano le rassicurazioni dell’azienda, esternate anche attraverso gli interventi dell’amministratore delegato Päivi Kerkola, perchè senza un piano industriale ben definito il pericolo di un’altra ondata di licenziamenti non è affatto remoto». 

Adesso l’appello chiaro al governo. Le istituzioni nazionali hanno il dovere morale di pretendere da Pfizer la tutela dei livelli occupazionali ed i necessari investimenti, dopo che la stessa multinazionale è stata il primo fornitore sanitario dello Stato italiano. Insieme alle nostre segreterie nazionali – concludono i sindacalisti – solleciteremo ancora una volta i Ministeri competenti affinché convochino in tempi rapidi le parti. Siamo grati agli esponenti politici che, fino ad ora, con qualsiasi forma hanno comunque dato un contributo alla nostra battaglia».


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