Un libro (dietro ogni libro c’è un giardino di storie).

E’ straordinario quanto un libro possa raccontare al di là di ciò che il suo autore avesse intenzione di esprimere.

Spesso affascina anche, o per lo meno accade a me, ciò che è possibile leggere oltre le pagine rilegate: cosa ha portato alla stesura del testo, come è riuscito ad arrivare tra le mani dei suoi lettori, sia di quelli che parlano la stessa lingua in cui il libro è stato scritto sia di quelli che lo leggono in traduzione.

Mi sembra interessante come quest’ultimo aspetto sia possibile “leggere” nell’ Antologia di Spoon River, raccolta di poesia nata dalla penna americana di Edgar Lee Master durante il secondo decennio del novecento.

Bisogna aspettare un po’ prima che essa arrivi al pubblico italiano, dopo il grande successo a cui era andata incontro negli Stati Uniti.

E’ Cesare Pavese che riesce ad avere una edizione in inglese nel 1930 tramite un amico italoamericano e subito inizia a scriverci su dei saggi.

Ma fondamentale fu l’incontro tra lo scrittore e Fernanda Pivano che, ancora adolescente, gli aveva chiesto la differenza tra la letteratura inglese e quella americana. Pavese divertito dalla domanda aveva lasciato una copia del libro alla ragazza, delusa lì per lì.

Ma la delusione svanì non appena la Pivano, aperto il libro a metà lesse la poesia che finisce con le parole che più tardi avrebbe tradotto:

“Mentre la baciavo con l’anima sulle labbra,

l’anime d’improvviso mi fuggì”

È facile che una frase come questa possa provocare nella mente di una adolescente magiche visioni. Ma fu altrettanto facile che, continuando a leggere le poesie, la Pivano capisse con cosa avesse a che fare. La traduzione le sembrò inevitabile ma al tempo stesso qualcosa da conservare gelosamente per la vergogna.

Tuttavia Pavese non tardò a scovare le preziose carte in un cassetto e disse solamente: -Allora ha capito che differenza c’è tra la letteratura americana e quella inglese. Portò con se il manoscritto e convinse l’ Einaudi a pubblicarlo col nome di Antologia di S. River, ovvero come omaggio a questo santo sconosciuto.

La strada non fu comunque facile perché era il 1941 e Pavese era ricercato dalle autorità fasciste; solo grazie all’intervento di Einaudi il libro potè circolare e avere successo fra i giovani che trovavano nelle poesie, citando parole della stessa Pivano, la schiettezza, la fede nella verità, l’orrore delle sovrastrutture.

Si potrebbe raccontare ancora molto perché tanto c’è da dire, di quando Lee Master annotava le sue poesie sul tram, sui rovesci delle buste, sui giornali e sui menù dei ristoranti.

E ancora ci si potrebbe chiedere perché il più grande cantautore italiano, Fabrizio de Andrè, abbia realizzato proprio a partire da Spoon River uno dei suoi migliori album, Non al denaro, non all’amore, né al cielo.

Ma in fondo queste sono altre storie, che forse un giorno qualcuno racconterà o meglio, spero che quel poco che ho scritto possa suscitarvi il desiderio di coglierle da soli.


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