Telecolor: batti e ribatti tra i giornalisti e l’azienda

Da ‘La Sicilia’ di giovedì 6 luglio

Nota della redazione di Telecolor.

«Dopo l’annuncio comincia lo smantellamento, l’inizio della fine: l’azione messa in atto dall’editore Ciancio contro i giornalisti di Telecolor si è concretizzata con la consegna delle prime due lettere di licenziamento. A riceverle sono stati il vicecapo redattore Alfio Sciacca e il capo servizio Fabio Albanese, i due giornalisti con maggiore anzianità di servizio». Così, ieri, una una nota della redazione di Telecolor aggiungendo che «a strettissimo giro di posta sono attese le altre quattro lettere di licenziamento già annunciate per altrettanti giornalisti con contratto Fnsi».

«La scelta di colpire per primi i due nostri colleghi Sciacca e Albanese che rappresentano il vertice organizzativo redazionale e che hanno condotto, assieme al fiduciario, la trattativa sindacale – osservano i giornalisti di Rci – assume le caratteristiche della ritorsione e dell’intimidazione. La Redazione non si è fatta e non si farà intimidire. Abbiamo sfidato coscientemente il potere dell’editore di fatto di Telecolor, Mario Ciancio, sapendo che il prezzo da pagare sarebbe stato
alto. Ma ci sono battaglie che vanno combattute anche se le forze in campo appaiono impari. Subiamo i licenziamenti ma conserviamo il rispetto di noi stessi e crediamo di meritare quello della città e della Sicilia».

«Non usciamo dunque sconfitti si sappia che abbiamo rifiutato di barattare la nostra dignità e soprattutto la nostra libertà in cambio di un posto di lavoro. Al nostro fianco si sono alzate molte autorevoli voci. Le ringraziamo con sincerità e affetto. Ci sono stati anche imbarazzati silenzi e poche e isolate note stonate. A ciascuno il suo». «Si sappia – prosegue la nota – che Ciancio non ha mostrato alcun interesse per l’offerta di un accordo economico che la Redazione ha avanzato, accettando totalmente, come può testimoniare il prefetto di Catania, le richieste di risparmio economico avanzate dall’editore. I cittadini sappiano che abbiamo rifiutato solo una cosa: il diktat che la famiglia Ciancio voleva imporre al direttore e alla redazione. Abbiamo rifiutato, assieme al direttore, l’imposizione di una redazione parallela attraverso l’uso dell’agenzia Asi, di proprietà della famiglia Ciancio. Una misura di interposizione di manodopera che ha lo scopo unico di imporre un’informazione strettamente controllata dall’editore. Su questo abbiamo rotto, non certo sui soldi».

«Lo diciamo una volta per tutte, invitando l’editore ad avere almeno la dignità di assumersi la responsabilità, morale e politica delle proprie azioni – aggiungono i giornalisti di Tci – smettendola una volta per tutte di mentire davanti ai cittadini per i quali dovrebbe avere un minimo di rispetto. L’editore ha detto di volersi rivolgere alle sedi istituzionali per quel che riguarda le affermazioni della redazione. Faccia pure. Siamo perfettamente d’accordo e lo siamo al punto che lo precederemo.
Sappiano Mario Ciancio e la figlia Angela che la prima istituzione che sarà da noi investita dei vari aspetti di questa vicenda sarà la magistratura della Repubblica».

«Oggi – annunciano i giornalisti di Tci – la redazione per protesta contro i due licenziamenti con effetto immediato ha deciso di produrre le edizioni del Telegiornale senza servizi filmati e di schierarsi in studio come segno di tangibile solidarietà nei confronti dei due nostri colleghi Alfio Sciacca e Fabio Albanese che per primi sono stati colpiti». L’edizione delle 13,30 del tg di Telecolor ieri è andata in onda con quattro giornalisti imbavagliati alle spalle del collega che leggeva le notizie.

COMUNICATO DELL’AZIENDA.

La direzione aziendale di Telecolor ha subito dopo diffuso questa nota: «Ci siamo stancati, e chiediamo scusa ai telespettatori di questi lunghi comunicati. Siamo costretti a ribadire sempre gli stessi concetti. I licenziamenti hanno natura esclusivamente economica. I giornalisti di Telecolor continuano a spostare i termini della vertenza, sul piano politico parlando di assurdi attentati alla loro indipendenza e professionalità». La nota della direzione aziendale sottolinea che «la redazione di Telecolor è stata e sarà sempre libera di continuare una informazione indipendente».

«Non è l’inizio della fine, ma un nuovo inizio – si legge nella nota aziendale – con cui si vuole continuare ad assicurare la sopravvivenza
e l’indipendenza passata presente e futura di Telecolor. Nessuna ritorsione o intimidazione: solo la volontà di ridurre i costi intervenendo anche sul numero dei redattori, sproporzionato per una televisione locale. Nessuna richiesta di barattare la dignità del giornalista con il posto di lavoro, come gli organi istituzionali che hanno partecipato alle
trattative potranno testimoniare insieme al fatto che le richieste di risparmio economiche dell’azienda sono state accettate solo in parte e in misura non sufficiente. Nessun diktat imposto ma solo riorganizzazione volta al risparmio. Nessuna imposizione di una redazione parallela ma solo la possibilità di utilizzare, a norma di legge, servizi proposti da una agenzia su esclusiva scelta e valutazione del direttore della redazione».

«Ribadiamo serenamente ancora una volta – conclude la nota della direzione aziendale – che la rottura delle trattativa, nonostante la disponibilità dell’azienda a mantenere tutti in organico con una nuova organizzazione del lavoro, ha esclusivamente motivazioni economiche, contrariamente a quanto si vuol far credere, e l’azienda ne assume la piena responsabilità».

L’ORDINE DEI GIORNALISTI.

«Ogni spiraglio di soluzione ragionevole e concordata si è ormai chiuso con la decisione dell’azienda e della dirigenza di attuare il minacciato ridimensionamento della redazione di Telecolor». Lo afferma una nota dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia che «prende atto con profondo rammarico e torna a esprimere la più ampia solidarietà alla redazione e alla direzione dell’emittente catanese che hanno difeso la loro autonomia con grande senso di responsabilità e dignità professionale».

«Il licenziamento di Alfio Sciacca e Fabio Albanese – osserva l’Ordine dei giornalisti – è la conferma di una linea con la quale si cerca di scaricare sulla redazione il costo di responsabilità di gestione che appartengono ad altre componenti dell’azienda. L’Ordine – si ricorda nella nota – ha già giudicato inammissibile la decisione dell’editore Ciancio di “tagliare” i costi cominciando a colpire, al di là di ogni altra ragione, i giornalisti con contratto Fnsi-Fieg. E ora rinnova le più vive preoccupazioni per la contestuale decisione dell’azienda di portare all’esterno una parte non trascurabile della produzione giornalistica». L’Ordine dei giornalisti siciliano sottolinea che «continuerà a esercitare la massima vigilanza perché siano tutelati i principi fondanti e le prerogative della professione giornalistica».

IL CDR DE «LA SICILIA».

«Il Cdr e la redazione de La Sicilia esprimono profonda delusione e grande preoccupazione per la scelta della proprietà di non retrocedere dalla proprie posizioni sulla vertenza Telecolor. Infatti, sono arrivati i primi due licenziamenti che hanno colpito i colleghi Alfio Sciacca e Fabio Albanese, rispettivamente caporedattore e caposervizio della testata giornalistica. Il Cdr e la redazione de La Sicilia ribadiscono la propria solidarietà ai colleghi e assicurano che rimarranno al loro fianco per difendere la libertà di stampa e una delle voci più autorevoli del panorama dell’informazione siciliana. I giornalisti de La Sicilia sono vicini a tutta la redazione di Telecolor e, ricordando la disponibilità dimostrata dai colleghi per giungere a una soluzione dell’aspetto economico della vicenda, sperano che si possa scongiurare lo spettro di ulteriori licenziamenti e che ci siano ancora spazi di mediazione tra le parti».

ALTRI CDR.

La redazione palermitana del quotidiano Repubblica si dice «vicina ai colleghi di Telecolor Alfio Sciacca e Fabio Albanese vittime di un licenziamento che interviene nel pieno di una vertenza delicata e di una trattativa difficile tra azienda e sindacato». «Al di là delle motivazioni economiche addotte dall’editore – si legge nel documento dell’assemblea dei giornalisti – non c’è chi non veda nella scelta della proprietà un ridimensionamento del ruolo avuto da Telecolor nel
panorama dell’informazione siciliana. La pluralità di voci è patrimonio
dell’intera categoria dei giornalisti nonchè dei cittadini». «La redazione palermitana di Repubblica – conclude il documento – auspica per questo che il provvedimento rientri in tempi brevissimi e riprenda il confronto tra le parti con l’ausilio degli organi istituzionali autorevolmente intervenuti. Ai colleghi di Telecolor la più affettuosa solidarietà». Il Cdr del Giornale di Sicilia è vicino ai colleghi della redazione di Telecolor
e guarda con «preoccupazione alla decisione dell’azienda di licenziare due validi ed esperti giornalisti, cui va intanto la nostra più sentita solidarietà». «Pur non volendo entrare nel merito delle motivazioni economiche, – afferma una nota – non possiamo non sottolineare come questa decisione vada ad incidere fortemente sulla qualità e la bontà dell’informazione in Sicilia. Il ridimensionamento di una redazione importante come quella di Telecolor suscita vivo timore, perchè limita
la pluralità di espressione che sta a cuore all’intera categoria.
Auspichiamo che un provvedimento così grave possa essere rivisto entro brevissimo tempo». I giornalisti dell’Ufficio Stampa della Provincia di Palermo esprimono la loro piena e sincera solidarietà ai colleghi Alfio Sciacca e Fabio Albanese, licenziati dall’editore di Telecolor Catania e agli altri giornalisti dell’emittente etnea che vedono seriamente a rischio il loro posto di lavoro. «È preoccupante che, in un momento nel quale
si cercano di affrontare i problemi del precariato e dei colleghi
disoccupati – afferma una nota -, realtà editoriali storiche e affermate
assottigliano pericolosamente le opportunità di lavoro, le garanzie occupazionali dei giornalisti e di conseguenza anche il pluralismo, immancabile presupposto di una stampa libera e indipendente».

L’UNCI. «Il licenziamento di Fabio Albanese e Alfio Sciacca, cronisti con la C maiuscola, è l’ulteriore conferma che in Sicilia occorrono interventi strutturali per superare la crisi del mercato editoriale e consentire al maggior numero possibile di testate di esistere e di continuare a garantire la più ampia e libera informazione possibile a tutela del sistema democratico e della professione giornalistica». Lo hanno dichiarato i
consiglieri nazionali dell’Unci-Unione nazionale cronisti italiani, Giuseppe Lo Bianco, Antonella Romano e Leone Zingales.
«Non ci scandalizzano le drastiche misure economiche decise dall’editore – proseguono – e peraltro accettate dalla redazione;
ma quando si vuole sostituire la professionalità di colleghi che da anni raccontano la Sicilia con autonomia e indipendenza, non solo dagli schermi della loro tv, ma come corrispondenti di autorevoli quotidiani nazionali, non può non sottolinearsi il timore che una crescente tendenza alla liberalizzazione della professione giornalistica finisca col sacrificare il merito in nome della necessità del contenimento di costi».
Il Gruppo siciliano dell’Unione cronisti è vicino a tutti i colleghi di Telecolor ai quali esprime «la più affettuosa solidarietà e invita l’Associazione siciliana della stampa ad aprire in Sicilia una vera e propria vertenza informazione a tutela della libertà di stampa con la mobilitazione di tutti i giornalisti realmente interessati a difendere la dignità del proprio mestiere».

ALTRE REAZIONI. «È incomprensibile e inaccettabile ciò che sta avvenendo a Telecolor. I primi licenziati, Alfio Sciacca e Fabio Albanese, sono due tra i migliori giornalisti siciliani. Così facendo l’azienda smantella un patrimonio importante. L’editore si fermi». Lo afferma il senatore della Margherita Enzo Bianco. «Chiediamo al prefetto – aggiunge l’esponente Dl – di riconvocare le parti e di fare ancora un ultimo tentativo di dialogo. Proprio domani il caso Telecolor approderà in Parlamento.
Il senatore Enzo Bianco ricorda »la visita di Prodi nella redazione di via Crispi avvenuta pochi mesi fa, quando il futuro premier sottolineò l’importanza della pluralità d’informazione in una terra coma la Sicilia e in una città come Catania. Pluralità di voci – conclude – che si traduce in libertà di espressione». «La crisi di Telecolor si avvia alla sua prevedibile conclusione: non riuscendo a metter il bavaglio alla redazione, l’editore
Mario Ciancio ha cominciato a far partire le lettere di licenziamento». Lo afferma l’eurodeputato dei Ds, Claudio Fava.
«Licenziare – aggiunge – è sempre un fatto grave; licenziare per ridurre al silenzio la redazione di un giornale è un fatto eticamente delittuoso, soprattutto se si tenta di giustificare quei provvedimenti con sedicenti problemi di natura economica». «Per il modo in cui questa vertenza si è sviluppata, per le conseguenze irricevibili che ha prodotto e per le menzogne su cui è costruita – osserva Claudio Fava – questa non è
più solo la vertenza d’una dozzina di bravi colleghi giornalisti di Telecolor: è lo specchio grottesco e drammatico di cos’è diventata
la “libertà di informazione” in Sicilia. È bene – conclude l’eurodeputato – che se ne facciano carico subito, a livello nazionale, il sindacato e l’ordine dei giornalisti: al quale risulta ancora iscritto l’editore Mario Ciancio». Il parlamentare nazionale Orazio Licandro esprime «solidarietà sua e di tutto il gruppo dei Comunisti Italiani ai due giornalisti di Telecolor appena licenziati». «Sono – aggiunge l’esponente del Pdci – di professionisti di alta qualità, firme della Stampa e del Corriere della
Sera, che avrebbero meritato ben altra sorte. Continuiamo a ritenere incomprensibile la scelta della proprietà». «E purtroppo tutto ciò – aggiunge Licandro – sembra costituire uno dei tanti frutti avvelenati della legge Gasparri, occorre per il futuro rimuoverla e assicurare maggiore trasparenza per quanto concerne le concessioni e la verifica delle condizioni che ne costituiscono il fondamento. Attendiamo insieme ad altri parlamentari della maggioranza la risposta del ministro Gentiloni». Anche la federazione catanese del Partito dei Comunisti Italiani ha espresso, con una nota del segretario provinciale Salvo Cannata, la «propria solidarietà ai giornalisti Fabio Albanese e Alfio Sciacca» licenziati dall’editore di Telecolor. Il parlamentare regionale dei ds, Gianni Villari, ha espresso «solidarietà ai giornalisti di Telecolor Alfio Sciacca e Fabio Albanese che hanno ricevuto la lettera di licenziamento». «La situazione – afferma l’esponente dei Ds – sta precipitando ma una soluzione si deve e, credo, si può trovare. La mia proposta è quella di un grande tavolo di discussione cui siedano l’azienda, le istituzioni e, stavolta, la politica regionale e nazionale. Se
il problema è di carattere finanziario, come più volte ha detto l’azienda, detto tavolo istituzionale potrà certamente esprimere una soluzione che miri a due importanti scopi: aiutare l’azienda in un momento di difficoltà ed evitare il licenziamento dei giornalisti». «Telecolor è una voce importante nel panorama mediatico siciliano – conclude Gianni Villari – un punto di riferimento di quel pluralismo dell’informazione che non può venire meno in un paese democratico». «Solidarietà ai due giornalisti licenziati e alla redazione di Telecolor» è espressa dal segretario generale della Cgil siciliana, Italo Tripi.

«Il licenziamento – scrive Tripi in una nota – suscita preoccupazione
e ci pare un primo pesante passo per fare tacere una delle voci più autorevoli del panorama giornalistico siciliano». Il segretario della Cgil osserva che «la Sicilia per ambire allo sviluppo ha la necessità non solo di investimenti e di infrastrutture ma anche di un’informazione libera e pluralista». «La scelta dell’editore di Telecolor – sottolinea Tripi – ci sembra tuttavia in netta contraddizione con questo obiettivo». Tripi conclude con «l’assicurazione dell’impegno della Cgil affinchè il
diritto a un informazione a più voci sia riconosciuto nella nostra regione».

REPLICA DELL’AZIENDA

«La libertà di informazione di Telecolor è stata, è e sarà sempre garantita dal direttore della redazione, come da tutti riconosciuto». Lo afferma una nota diffusa in serata dalla direzione editoriale dell’emittente televisiva regionale. «Ciononostante – si legge nel comunicato – l’editore invita tutti coloro che hanno espresso timori sulla possibilità che venga “imbavagliata” la libera voce di Telecolor a
partecipare a un comitato di garanti».


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